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Dal 3 giugno il deputato forzista non presiede la commissione Cultura

Se metterà insieme 2,6 milioni, potrà salvare anche villa Rodella a Cinto

VENEZIA – Era martedì 3 giugno 2014 quando l’onorevole Giancarlo Galan, esponente di Forza Italia, presiedeva per l’ultima volta la seduta della settima commissione di Montecitorio (Cultura, scienza e istruzione). All’ordine del giorno l’audizione di tre esperti chiamati a relazionare sulle strategie per contrastare la dispersione scolastica. L’indomani si sarebbe scatenato il ciclone Mose e da allora il presidente della commissione Cultura avrebbe dovuto disertare le austere aule dei Palazzi della Politica. «Nel dichiararmi totalmente estraneo alle accuse che mi sono mosse», disse a caldo l’esponente forzista, «accuse che si appalesano del tutto generiche e inverosimili, mi riprometto di difendermi a tutto campo nelle sedi opportune, con la serenità ed il convincimento che la mia posizione sarà interamente chiarita».

Come poi sia andata, è noto. Il 16 ottobre la presidente della sezione Gup di Venezia ha accolto la richiesta di patteggiamento dell’ex ministro delle Politiche agricole e dei Beni culturali, applicando due anni e dieci mesi di reclusione.

«L’adeguatezza della pena», ha scritto il giudice Giuliana Galasso, «va stimata non certo in base a quello che potrebbe essere il comune sentire, ma in relazione alle scelte legislative che, nel determinare il minomo e il massimo della pena edittale per ogni fattispecie criminosa, ha delimitato il campo in cui il giudice deve esercitare la propria discrezionalità».

Il ricorso per Cassazione annunciato dagli avvocati di Galan, Antonio Franchini e Niccolò Ghedini, consentirà però di dilazionare il passaggio in giudicato della sentenza e, di conseguenza la sua esecuzione. Pertanto l’ex governatore veneto potrà conservare il suo posto di parlamentare (e la presidenza della commissione Cultura, giacché, come ha spiegato la presidente della Camera, Laura Boldrini, non è previsto il voto di sfiducia) e la lauta indennità di deputato.

Non potrà essere confiscata neppure villa Rodella a Cinto Euganeo, dove Galan è autorizzato a soggiornare insieme con i suoi familiari. L’esponente forzista potrà conservare la villa di Cinto se, entro tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza di patteggiamento, riuscirà a versare al Fondo Unico di Giustizia l’importo di 2,6 milioni di euro.

Infine va ricordato che nella dichiarazione dei redditi 2013 l’onorevole Galan ha attestato un reddito imponibile pari a 111. 223 euro: cifra sulla quale ha pagato un’imposta lorda di 41.042 euro.

Claudio Baccarin

 

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