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Gazzettino – Caselli, “censimento” al via

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7

feb

2014

MIRANO – Incontro interlocutorio ieri a Roma per gli sconti ai pendolari

Pronti fra tre mesi i dati sui flussi a Spinea e Vetrego

TRAFFICO – Entro maggio i dati della Cav sui flussi ai caselli di Crea (nella foto) e Vetrego

La concessionaria autostradale Cav ha accolto l’appello dei sindaci di Mirano e Spinea, è scattato nei giorni scorsi un accurato monitoraggio dei flussi di traffico ai caselli di Vetrego e Crea. Maria Rosa Pavanello e Silvano Checchin in gennaio avevano più volte sollecitato controlli di questo genere, preoccupati per un aumento del traffico sulle strade interne conseguente all’aumento delle tariffe autostradali, in vigore dal 1. gennaio. I due sindaci intendono dunque confrontare al più presto i dati aggiornati con quelli precedenti alle nuove tariffe.

«Bisogna pensare alle possibili contromisure che gli automobilisti adotteranno per difendersi dall’aumento – aveva spiegato Maria Rosa Pavanello – Mirano e Spinea rischiano di essere investite da flussi imprevisti di traffico».

Sicuramente molti automobilisti diretti a Padova da gennaio hanno scelto tragitti alternativi: c’è chi va ad imboccare il Passante a Spinea e chi invece sceglie di percorrere solamente la viabilità ordinaria come la camionabile viale Venezia, la Noalese e la Riviera.

I dati potranno dare una dimensione ben più nitida della situazione, ma bisognerà attendere il mese di maggio: «Bisogna attendere tre mesi perché i flussi di traffico si siano stabilizzati – scrive il presidente di Cav Tiziano Bembo in una lettera inviata nei giorni scorsi ai due sindaci – solo dopo sarà possibile fare valutazioni attendibili».

Nelle prossime settimane il Comune di Mirano, con l’ausilio della Polizia locale, farà proprie misurazioni in viale Venezia. Intanto gli automobilisti restano in attesa degli sconti ai pendolari annunciati a suo tempo. Ieri a Roma l’incontro fra i presidenti delle concessionarie aderenti all’Aiscat (tra cui Cav) con il ministro Maurizio Lupi ha avuto un esito interlocutorio, con il rinvio a una nuova data. In discussione abbonamenti con sconti del 20% per chi compie almeno 20 volte al mese percorsi di andata e ritorno su tratte di massimo 50 chilometri. I pendolari di Mirano, Spinea, Pianiga, Dolo e Mira stanno già godendo di agevolazioni più ampie, gli altri aspettano novità.

Gabriele Pipia

 

In Consiglio regionale le società di gestione hanno anticipato il parere favorevole alle richieste del ministro Lupi: riduzioni per i pendolari e concessioni prolungate

VENEZIA – Dopo i rincari e le proteste, è il giorno della verità sul fronte dei pedaggi autostradali. Oggi le concessionarie aderenti ad Aiscat incontrano il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, per definire i termini di un’intesa che garantisca gli sconti per i pendolari della rete italiana. L’orientamento è favorevole ad accogliere le richieste di da Lupi – abbonamenti con riduzioni del 20% a chi compia almeno 20 percorsi mensili di andata e ritorno su un tragitto definito per un massima di 50 km – ma il sì sarà condizionato ad alcune garanzie. L’annuncio è arrivato dai rappresentanti delle cinque società venete (Brescia-Padova, Autostrade per l’Italia, Autovie Venete, Brennero e Cav) intervenuti alle audizioni della seconda commissione del Consiglio regionale, presieduta dal leghista Andrea Bassi.

La media degli aumenti, autorizzati dal Governo e scattati il primo gennaio, si aggira sul 4% ma procede a macchia di leopardo: più elevato in alcune tratte (è il caso di Mirano-Mestre, gestito da Cav e balzato da 0,80 a 2,80 euro) contenuto invece in altre (+1,63% nell’AutoBrennero).

Le concessionarie suggeriscono una formula che, nel rispetto dei piani finanziari delle singole società, riconosca un beneficio agli utenti pendolari ma non cancelli gli effetti degli aumenti, giudicati «necessari» per mantenere i bilanci in equilibrio.

«La tariffa», sostengono le concessionarie «non è il corrispettivo di un servizio ma l’importo ritenuto adeguato a consentire il rientro degli investimenti effettuati».

In proposito è stato ricordato che alcune società venete applicano già un modello di scontistica: la Brescia-Padova dal 1997 ha introdotto un abbonamento forfettario riconoscendo una riduzione del 10% ai pendolari e combinazioni simili sono state adottate anche da AutoBrennero e Cav.

Unanime la richiesta al ministero di un allungamento dei tempi di concessione (così da spalmare gli oneri finanziari assunti per realizzare le opere) accompagnato da un’omogeneità di trattamento che eviti “scorciatoie” da un punto all’altro della rete.

Del tutto contrario a prolungare le concessioni si è dichiarato Diego Bottacin (Gruppo Misto):

«È la classica porcata all’italiana, perché scarica i costi dei mini sconti applicati oggi sugli utenti di domani, che pagheranno un prezzo ben superiore.

E poi è vergognoso che le società nate recentemente e assoggettate ad un ferreo regime di controllo dal ministero, siano trattate allo stesso modo di quelle collaudate che hanno accumulato negli anni utili strepitosi».

«Un concessionario unico, a fronte dei cinque attuali, consentirebbe di gestire meglio la rete», il commento di Lucio Tiozzo, il capogruppo del Pd «è un tema che deve essere affrontato in Giunta e in Consiglio con l’obiettivo di una cabina di regia diversa». Opinione condivisa dal democratico Bruno Pigozzo.

Di un cortocircuito politico e tecnico parla Stefano Peraro dell’Udc: «Il governatore Zaia critica i presidenti delle concessionarie da lui nominati o appartenenti al suo stesso partito e intanto gli aumenti riducono i flussi di traffico lungo le autostrade, che si riversano o nella viabilità ordinaria o nel trasporto pubblico locale, settori che non se la passano bene nella nostra regione».

Filippo Tosatto

 

Gazzettino – Pedaggi meno cari, oggi si decide

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6

feb

2014

AUTOSTRADE – Si annunciano riduzioni in cambio di concessioni più lunghe. L’opposizione protesta

Vertice in Regione con i 5 responsabili delle concessioni in vista dell’incontro con il ministro Lupi

La politica voleva capire perché. E loro, i rappresentanti delle 5 concessionarie autostradali che gestiscono la rete nel Veneto, hanno cercato di spiegarlo con i numeri che, però, non sempre vanno d’accordo con la politica. Audizione in Commissione Trasporti che non ha ancora chiarito fino in fondo se gli automobilisti veneti potranno godere di sconti per i tratti più frequentati dai cosiddetti pendolari ieri mattina a palazzo Ferro Fini. Sollecitati dai consiglieri Piergiorgio Cortelazzo (Fi), Pietrangelo Pettenò (Fsv) e Diego Bottacin (Verso Nord), si sono presentati a rispondere alle domande della commissione i rappresentanti della Brescia Padova, Autostrade per l’Italia, Autovie Venete, Autostrada del Brennero e Cav. Risposte, però, non complete ma che potrebbero arrivare proprio questa mattina quando il Ministro delle infrastrutture e trasporti, Maurizio Lupi e le concessionarie autostradali si incontreranno per l’accordo che dovrebbe introdurre gli sconti per i pendolari della rete autostradale italiana.

Gli aumenti dei pedaggi autostradali dal 1. gennaio di quest’anno sono stati nella media nazionale del 4% circa. Per alcune tratte, come il Passante di Mestre (+6,26%) e la Venezia-Trieste (+7,7%) è stato più alto, per altre come l’AutoBrennero è stato contenuto (1,63%).

Cav, nel particolare, ha precisato come gli aumenti del pedaggio siano stati più sensibili solo tra il 2013 e il 2014, mentre per i primi tre anni di esercizio del Passante non era stata mai ritoccata la tariffa.

Stamattina sul tavolo del ministro nella sede dell’AISCAT, l’associazione che riunisce tutte le concessionarie autostradali, ci sarà la discussione di una formula che riconosca uno sconto per gli utenti pendolari. Sconti, hanno precisato i rappresentanti delle concessionarie, che alcune società venete applicano già, come la Brescia-Padova, che dal 1997 ha introdotto un abbonamento forfettario riconoscendo uno sconto del 10% ai pendolari.

AutoBrennero e Cav hanno adottato formule simili. Cav, dal 1. gennaio concede uno sconto del 40% a chi dimostra di passare più di venti volte per il tratto della Venezia-Padova ma che finora ha portato dall’inizio dell’anno alla Cav solo 200 richieste.

Soddisfatto dell’esito dell’audizione il presidente della Commissione Trasporti Andrea Bassi (Lega). «È servito a far capire i meccanismi tecnici con cui si applicano le tariffe autostradali, che ricordo non è tema di competenza della Regione e delle Società concessionarie, ma del Governo».

Molto critico il consigliere Diego Bottacin, il quale ha più volte tentato di capire che la partita di scambio che proporrà Lupi ai concessionari sarà quella di uno sconto sui pedaggi in cambio di una proroga sulle scadenze delle concessioni (Autostrada del Brennero scade il 30 aprile 2014).

«È la classica porcata all’italiana, perché l’allungamento scarica i costi dei mini sconti applicati oggi sugli utenti di domani, che pagheranno un prezzo ben superiore» ha detto Bottacin.

Provocatorio anche l’intervento del consigliere Lucio Tiozzo (PD). «Avere cinque società concessionarie che gestiscono la rete autostradale regionale è una questione politica, servirebbe un solo concessionario con un’unica cabina di regia per gestire meglio la rete».

Per il consigliere Stefano Peraro (Udc) la partita dei concessionari autostradali è «un cortocircuito politico e tecnico: perché Zaia critica i presidenti delle concessionarie da lui nominati o appartenenti al suo stesso partito. Tecnico, perché le nuove tariffe si riduce il traffico autostradadale, che si riversano o nella viabilità ordinaria o nel trasporto pubblico locale».

 

Proteste dei residenti nei quartieri di via Porara e via Gramsci: auto e camion a tutte le ore

MIRANO – L’autostrada costa troppo, gli automobilisti si perdono nel centro abitato. I residenti dei quartieri urbani a sud di Mirano sono esasperati: l’aumento del pedaggio sembra aver riversato sulle loro strade gran parte del traffico di attraversamento. Da un mese a questa parte infatti tutte le auto in fuga dall’A4 e dalla A57 finiscono in via Porara e via Gramsci, anche se per errore. A denunciarlo sono i residenti della stessa via Porara (tratto urbano) e via Wolf Ferrari: da gennaio il traffico nei loro quartieri si è moltiplicato, anche di notte. Succede infatti che per evitare il salasso autostradale, molti auto e camion, evidentemente non pratici di Mirano, si ritrovino casualmente alle porte del centro, alla disperata ricerca della via più breve per attraversare la città. Da viale Venezia, ormai a tutti gli effetti la nuova direttrice scelta per gli spostamenti urbani al posto del casello autostradale di Vetrego, molti automobilisti non pratici della zona si ritrovano a svoltare per errore in via Porara, imboccando il tratto urbano e comunale della strada, alla rotonda dove sorgono il supermercato Dico e la Cgil. Qui si trovano catapultati in un dedalo di strade e stradine del quartiere residenziale sud di Mirano: alcuni scelgono di proseguire per via Porara fino al centro, sbucando al semaforo “da Ballarin”, altri imboccano via Roma e via Gramsci, altri ancora, ma sono la minoranza, si accorgono subito di aver sbagliato, si girano al piccolo rondò tra via Porara e via Roma e ritornano in viale Venezia. Un aumento del traffico lento e progressivo, non visibile a occhio, perché non riguarda solo gli orari di punta. Anzi si nota, stando ai residenti, soprattutto nelle ore serali e notturne. Ma è bastato per spingere alcuni a rivolgersi a Comune, provincia, polizia locale, per protestare contro l’ennesimo effetto perverso del salasso autostradale deciso da Cav, Concessioni autostradali venete. «Tutti allargano le braccia», protestano alcuni residenti, «affermando che non è in loro potere fare qualcosa su questa questione». Ed è vero. Ma chi vive nella zona nota le differenze: tra il 2013 e il 2014 le cose sembrano cambiate e spostarsi in zona, anche a piedi o in bici, è diventato complicato se non addirittura pericoloso. Un problema che assilla anche il sindaco Maria Rosa Pavanello, pronta a piazzare rilevatori di flussi e vigili in viale Venezia, per contare l’aumento dei veicoli a Mirano.

Filippo De Gaspari

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Rai TGR – Autostrade. Sconti:tutto rinviato

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30

gen

2014

Gazzettino – Sondaggio pedaggi autostrade

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29

gen

2014

Autostrade, l’aumento dei pedaggi ha portato a cambiare i tuoi tragitti?

Sì, più statali 70.5%
Sì, meno “A4″ 20.6%
No, come prima 8.9%

 

Sconti pendolari sulle autostrade, si parte a febbraio. Confermata la riduzione del 20% per chi
percorre tratte fino a 50 km almeno 40 volte al mese (andata e ritorno). Risparmi fino a 350 euro per gli automobilisti veneti

I tagli del 20 per cento sui pedaggi autostradali promessi ai pendolari dal ministro dei trasporti Maurizio Lupi ci saranno. Si comincia a febbraio e si continuerà fino al 31 dicembre 2015. Per acquisire il diritto bisogna percorrere la stessa tratta in un mese per almeno 40 volte (tra andata e ritorno). L’annuncio è stato dato ieri a Roma. Così un utente abituale della contestata tratta Padova-Mestre arriverà a risparmiare 22 euro al mese. «Un passo avanti molto importante», ha detto il premier Enrico Letta: un «aiuto concreto» alle categorie colpite dai rincari. 

 

RISPARMI – Taglio previsto di 56 centesimi da Padova Est fino a Mestre

VENEZIA – L’annuncio del ministro Lupi, ecco quanto si risparmia sulla A4

VENEZIA – Cinquantasei centesimi (di euro) risparmiati per ogni viaggio da Padova Est a Venezia Mestre (ma anche Mirano-Dolo e Mira-Oriago) e viceversa. Trentadue cent da Padova Est a Spinea, 78 da Padova Est a Preganziol, 58 da Venezia Est a Preganziol, 38 da Padova Ovest a Vicenza Est. I tagli del 20 per cento sui pedaggi autostradali promessi ai pendolari dal ministro dei trasporti Maurizio Lupi ci saranno. Si comincia a febbraio e si continuerà fino al 31 dicembre 2015. Per acquisire il diritto bisogna percorrere la stessa tratta in un mese per almeno 40 volte (tra andata e ritorno). L’annuncio è stato dato ieri a Roma.

Tanto? Poco? Un pendolare risparmierà (senza considerare gli arrotondamenti per difetto o per eccesso) 22,40 euro al mese da Padova Est a Mestre, ma anche Mirano-Dolo e Mira-Oriago (246 euro all’anno se si considerano 11 mesi di lavoro); 12,80 euro da Padova Est a Spinea (140 euro all’anno); 31,20 da Padova Est a Preganziol (343 all’anno); 23,20 da Venezia Est a Preganziol (255 all’anno); 15,20 al mese da Padova Ovest a Vicenza Est (167 all’anno).

Il governo ha così voluto dare una risposta alle richieste dei pendolari, anche se dovrà concedere qualcosa alle società concessionarie. «Un passo avanti molto importante», lo ha definito ieri il presidente del consiglio Enrico Letta, un «aiuto concreto» alle categorie più colpite dai rincari.

Godrà dello sconto del 20 per cento chi farà per venti volte il percorso di andata e ritorno (40 tratte) su un tragitto definito da casello a casello per un massimo di 50 chilometri (50 all’andata e 50 al ritorno). Lo sconto scenderà progressivamente dal 20% al 10% al diminuire dei viaggi sino alla soglia minima di 10 viaggi di andata e ritorno (20 tratte).

Dopo l’annuncio è cominciata all’Aiscat la fase di studio per decidere le modalità di applicazione. Con molta probabilità sarà necessario il ricorso alle modalità telematiche (tipo telepass e viacard). Il ministro Lupi ha precisato che «con questi sconti si va oltre l’aumento medio del 3,9%, proprio perché si ritiene che in questo momento chi ha bisogno vada particolarmente aiutato». In realtà le tratte incriminate in Veneto e Friuli avevano avuto aumenti ben maggiori.

Al Ministero dei trasporti si lavora ora per una riforma più ampia del sistema dei rincari autostradali. «Non vogliamo ritrovarci al primo gennaio 2015 nella situazione di quest’anno», ha spiegato Lupi. Fino a giugno sarà attivato un Tavolo tecnico a cui parteciperanno, oltre ai ministeri dei Trasporti e dell’Economia, anche Aiscat (società concessionarie) e Autorità di regolazione dei trasporti. Lo scopo: trovare soluzioni stabili, garantendo la concreta realizzazione degli investimenti, ma anche il contenimento delle tariffe. Tra le soluzioni allo studio: il prolungamento del periodo concessorio, la spalmatura dell’aumento tariffario su più periodi regolatori, accorpamenti o fusioni di tratte autostradali contigue per ridurre la frammentazione del settore.

 

BEMBO (CAV)  «Le auto devono dotarsi di un sistema Telepass»

MESTRE – «Dobbiamo ancora valutare quale sarà l’impatto economico sulle nostre tratte. I pendolari da noi potrebbero essere più del 30 per cento degli utenti, anche se fino a ieri quelli dei cinque comuni già interessati agli sconti (Mirano, Dolo, Mira, Spinea e Pianiga) sono solo 187».

Tiziano Bembo, presidente di Cav che gestisce la Padova-Venezia e il Passante di Mestre, spiega che i primi mesi serviranno per capire i flussi reali dei pendolari. «Per avere gli sconti si dovrà usare un sistema di Telepass che verrà messo a punto per tutta Italia».

Dalla trattativa con il ministero, che prevede l’allungamento delle concessioni, Cav spera di andare oltre il 31 dicembre 2032, termine della concessione in atto.

 

Nuova Venezia – Autostrade, sconti da febbraio

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25

gen

2014

Il ministro Lupi: per i pendolari pedaggi ridotti del venti per cento

Lupi: pedaggi scontati del 20% da febbraio

Beneficiari i pendolari dell’autostrada, garanzie alle concessionarie. Bembo (Cav): intesa seria, lieti di favorire gli utenti

VENEZIA – Sospiro di sollievo per i pendolari dell’autostrada: a partire dal 20 febbraio (e fino al 31 dicembre 2015) usufruiranno di uno sconto del 20% sui pedaggi, estesi all’intera rete. L’ha annunciato in serata Maurizio Lupi, a conclusione del Consiglio dei ministri: «La riduzione tariffaria», ha confermato il titolare dei Trasporti «riguarderà quanti percorrono la medesima tratta, fino a 50 chilometri, per almeno 20 viaggi andata-ritorno al mese».

Per chi compie uno stesso tragitto con minore frequenza, l’agevolazione sarà progressiva, scenderà cioè fino al 10% entro la soglia minima di dieci viaggi mensili.

Lo sconto sarà praticato attraverso in forma di abbonamento via telepass e riguarderà le persone fisiche (escluse cioè le società) e i «veicoli «leggeri di classe A (auto e moto).

Diverso l’iter per il traffico pesante, al quale comunque saranno garantite «analoghe misure di compensazione».

È una risposta concreta ai rincari scattati il primo gennaio, che tante proteste avevano suscitato tra gli utenti, e accoglie sostanzialmente la campagna lanciata dal nostro giornale, sostenuta da oltre duemila adesioni. «L’impatto dell’aumento delle tariffe ha avuto un rilievo a cui il Governo non poteva restare indifferente», le parole di Lupi «abbiamo avviato un confronto con l’Aiscat per attenuarne gli effetti sulle due categorie più colpite: i pendolari e l’autotrasporto. Ora possiamo dare delle risposte concrete, che vanno oltre il 3,9% medio dei rincari, perché crediamo che in questo momento chi ha bisogno vada particolarmente aiutato». Ma quale sarà la contropartita alle società aderenti ad Aiscat? Avevano chiesto uniformità di trattamento nella rete nazionale per evitare forme di concorrenza sleale – e sono state accontentate – nonché un allungamento delle concessioni, così da compensare i minori introiti (che le espongono al rischio di danno erariale) con la possibilità di “spalmare” nel tempo gli investimenti, salvaguardando l’equilibrio finanziario. «Da qui a giugno», la replica di Lupi «un tavolo tecnico tra le parti affronterà tutti i nodi essenziali: investimenti, prolungamento del periodo concessorio nel rispetto del diritto comunitario, costo delle opere non ammortizzate a carico del concessionario subentrante, spalmatura dell’aumento tariffario su più periodi regolatori e accorpamenti o fusioni di tratte contigue allo scopo di ridurre la frammentazione del settore, con conseguenti benefici di natura economico-finanziaria». Il premier Enrico Letta ha lodato l’impegno del ministro («Un passo avanti importante»), favorevoli anche le prime reazioni delle concessionarie: «È la strada giusta, e con queste garanzie saremo felici di applicare gli sconti», dichiara Tiziano Bembo, il presidente di Cav (Padova-Mestre) fiducioso che la scadenza del 20 febbraio sarà rispettata: «C’è un problema di aggiornamento di software ma ci stiamo già lavorando».

Filippo Tosatto

 

IL SORPASSO

Ben 2,80 euro per percorrere 20 chilometri, il pedaggio da Padova a Mestre è aumentato del 350%

di Paolo Tessadri, “Il Fatto Quotidiano”, 22 gen. 2014

È forse il tratto autostradale più caro al mondo: 2,80 euro per percorrere 20 chilometri. Dal primo gennaio 2014 il pedaggio da Padova a Mestre è aumentato del 350 per cento. Un salasso per i pendolari con la conseguenza che le auto hanno intasato le strade statali e comunali. Spesso gli aumenti sono dovuti agli stipendi d’oro o per pagare debiti o una gestione scellerata dei concessionari autostradali.

Ilario Simonaggio, segretario della Cgil trasporti del Veneto ha fatto i conti in tasca ai signori dell’asfalto. “In Veneto per 300 chilometri abbiamo avuto, sino a pochi anni fa, 150 consiglieri di amministrazione, spalmati su sei società”. Non che la situazione sia migliorata di molto. Da sei società ora sono calate a cinque in attività, perché il tratto Venezia-Padova è stato inglobato dalla Cav, la Concessioni autostradali venete, che gestisce il Passante di Mestre. Intanto il suo ad, Lino Brentan, è stato condannato in primo grado a quattro anni per corruzione. Per gli inquirenti, l’ad spezzettava gli appalti per non dover fare la gara e affidava i lavori direttamente alle imprese, in cambio di mazzette. Non che sia andata meglio alla Mantovani, una delle più grandi imprese edili italiane e costruttrice del Passante di Mestre. L’ad Piergiorgio Baita, soprannominato “Mr. Appalto”, è finito in manette con Claudia Minutillo, ex segretaria di Giancarlo Galan. Ha già patteggiato a un anno e dieci mesi per frode fiscale e ora i magistrati sono sulle tracce dei fondi neri. Tuttavia la società autostradale Venezia-Padova non è stata sciolta e ha presentato, in consorzio con altre imprese, il progetto per la costruzione di altre due autostrade: la Nogare-Mare Adriatico e il traforo delle Torricelle a Verona. Sempre con la finanza di progetto: le società private ci mettono i soldi per la costruzione in cambio ottengono una concessione anche quarantennale e con i pedaggi ripagano i debiti e fanno profitti. Così si sta costruendo la Pedemontana Veneta, una superstrada a pagamento. Mentre attende la cosiddetta Romea commerciale, un corridoio autostradale da Orte, nel Lazio, fino a Dolo (Venezia), un’opera da 9,8 miliardi di euro e 396 chilometri. Arteria contestata da agricoltori e ambientalisti. È un’opera inutile e dannosa, dicono: dal 2007 il traffico è diminuito del 30 per cento sulle reti autostradali italiane. Però il Cipe ha dato via libera al progetto preliminare. Alla fine, le società autostradali nel Nord-est saranno più prima. Ma chi deve tirarsi fuori dai debiti è la Brescia-Padova, la Serenissima. Sommersa dai debiti per aver creato decine di società fallimentari, la società incassa un milione di euro al giorno di pedaggi ma ha un buco di centinaia di milioni. Gli ex vertici di Serenissima e della controllata Serenissima Costruzioni sono indagati dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia: il sospetto è che abbiano seppellito materiali pericolosi e fanghi inquinanti sotto l’asfalto. Ormai la Serenissima non è più governata da Comuni e Province: quasi tutte le azioni pubbliche sono state vendute e l’azionista di maggioranza è Intesa Sanpaolo, in società con Astaldi costruzioni, Gavio e Mantovani.

Non è un mistero che Intesa e Gavio siano interessate a costruire e a gestire nuove e vecchie autostrade, soprattutto in vista dell’Expo 2015 a Milano. Ma le rogne, per Serenissima, non sono finite. Finora ha avuto il prolungamento della concessione fino al 2015, ma per ottenerne una nuova occorre che si passi alla realizzazione della Valdastico Nord fino a Trento. Ma i trentini non vogliono quell’autostrada.

 

Gazzettino – Pedaggi, pronto il ricorso al Tar

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23

gen

2014

DOLO – Opzione Zero scende in campo contro aumenti e mancato arretramento della barriera

Consegnato un dossier alla Procura e alla Corte dei Conti

LA DENUNCIA – I pedaggi sul Passante e sulla Padova-Mestre sono i più cari d’Europa. Sempre meno automobilisti usano l’autostrada

MOBILITAZIONE – In strada il 22 febbraio a Roncoduro

Opzione zero annuncia una manifestazione a Roncoduro , il 22 febbraio, giornata di mobilitazione lanciata dal Movimento No Tav.

MANIFESTAZIONE – Le recenti mobilitazioni contro i rincari dei pedaggi autostradali

Il comitato Opzione Zero sta predisponendo un ricorso al Tar contro lo spropositato aumento dei pedaggi e sul mancato arretramento della barriera di Mestre ed annuncia una manifestazione in zona Roncoduro per il 22 febbraio, giornata di mobilitazione nazionale di tutti i comitati lanciata dal Movimento No Tav.

«Giù le tariffe, i cittadini hanno già pagato il passante con le tasse. Il debito di Cav è illegittimo, si indaghi piuttosto sullo spropositato aumento dei costi per la realizzazione dell’opera».

Il Comitato chiede ad Olaf, organo ispettivo dell’Unione europea, di indagare su possibili episodi di corruzione nella costruzione dell’opera e di verificare i recenti finanziamenti della Bei e di Cassa Depositi e Prestiti a Cav Spa.

Il dossier prodotto è stato spedito alla Procura della Repubblica di Venezia, alla Corte dei Conti italiana e alla Corte dei Conti Europea.

«Il tornello di Vetrego è solo un pretesto – afferma il presidente Mattia Donadel di Opzione Zero – i pedaggi sul Passante e sulla Padova-Mestre sono i più cari d’Europa perché il traffico è in netto calo e la Cav non sa più come restituire i soldi ad Anas, tanto che ora, si è ulteriormente indebitata con Cdp e Bei per 423,5 milioni di euro, e pensa pure di ricorrere ai famigerati Project Bond, una sorta di titoli finanziari legati all’opera».

Rincarano la dose Rebecca Rovoletto e Lisa Causin portavoce del comitato. «L’allargamento del debito produrrà nel breve periodo ulteriori rincari dei pedaggi. Ma quando la situazione diventerà insostenibile allora dovranno risponderne direttamente la Regione Veneto e Anas, i soci di Cav; e a quel punto è facile immaginare cosa potrà produrre: tagli ai servizi pubblici locali come sanità, trasporti e scuole e ancora nuove tasse».

Obiettivo di Opzione Zero è dunque accendere i riflettori a livello europeo su questa situazione esplosiva.

Conclude Rebecca Rovoletto: «È tempo che tutti gli organi di controllo, anche quelli europei, si rendano responsabili di garantire la legalità, e il corretto e trasparente utilizzo del denaro pubblico».

Lino Perini

 

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