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A Cornuda un summit con amministratori e parlamentari, da Montebelluna e Castelfranco a Feltre. Il caso arriva in Senato

MONTEBELLUNA – Sindaci in rivolta per i disservizi del trasporto ferroviario. Convocati a Cornuda dal vicesindaco Claudio Sartor, sono arrivati amministratori comunali da Feltre, Montebelluna, Alano, Valdobbiadene, Vidor, Volpago, Caerano, Crocetta, Maser, Castelfranco (il sindaco Luciano Dussin), Pederobba. Con loro l’assessore provinciale ai trasporti Michele Noal, le senatrici Laura Puppato e Raffaela Bellot, il deputato Marco Marcolin. Sul banco degli accusati la Regione Veneto e Trenitalia. L’assessore Renato Chisso, invitato al summit di Cornuda, non si è fatto vedere e neppure ha mandato qualcuno al suo posto.

Non solo. «Non riusciamo ad avere un colloquio né con la Regione né con Trenitalia», ha affermato Claudio Sartor, «dicono che ad aprile sistemeranno, ma è troppo tardi. Abbiamo fatto documenti su documenti ma non abbiamo ottenuto niente».

E davanti a sé il vicesindaco di Cornuda aveva messo un grosso faldone pieno di richieste a Trenitalia e Regione sul trasporto ferroviario da oltre dieci anni a questa parte per giungere alla conclusione che il servizio è andato sempre più peggiorando anziché migliorare, e con l’orario cadenzato è andata ancora peggio. Vista la situazione, i sindaci ieri hanno deciso di stilare un documento e poi chiedere ancora una volta di incontrare l’assessore Chisso, affidando il ruolo di tramite con la Regione alla Provincia, che farà suo il documento dei sindaci e riunirà una commissione trasporti provinciali proprio a Cornuda. Inoltre le senatrici Puppato e Bellot presenteranno interrogazioni in Senato per chiedere stanziamenti per la linea Calalzo-Padova e Calalzo-Venezia, la terza peggiore d’Italia secondo il rapporto di Legambiente. Si è deciso che continueranno gli incontri tra sindaci e comitati dei pendolari per monitorare la situazione del trasporto ferroviario. Il tutto per cercare di dare una svolta ad un servizio lungo una linea di 155 chilometri, con 130 anni di vita diventata sempre più tribolata. Ma cosa conterrà il documento dei sindaci?. Il cahier de doléances è lungo e lo ha sintetizzato il vicesindaco di Cornuda. Era già fitto di disagi, ora, con l’orario cadenzato lo è ancora di più. Qualche esempio di disservizio? Il treno che parte da Castelfranco lo fa un paio di minuti prima che nelle scuole suoni la campanella di fine lezioni, così chi deve tornare a Montebelluna, Cornuda e nei comuni più a nord è costretto ad attende un’ora. È uno dei casi citati da Claudio Sartor che ne ha elencati molti altri: «I minori collegamenti diretti soppiantati da cambi di treno in stazioni e con materiali rotabili inadeguati per persone con limitata mobilità o bagagli voluminosi; spesso i cambi non sono coordinati, tanto che i tempi di permanenza fuori casa sono aumentati; e non ci si dimentichi degli utenti diretti a Vicenza, che devono aspettare più di mezz’ora per il cambio treno a Castelfranco; minor numero di treni in orari mattutini, serali e festivi che impattano sull’utilizzo da parte dei pendolari e l’assenza di treni in alcune fasce importanti per i pendolari; Il sovraffollamento di alcuni treni negli orari di punta».

Enzo Favero

 

«Con Trenitalia un patto iniquo»

L’associazione “Binari quotidiani” discute l’accordo: vantaggi solo per la società

CORNUDA – Da “Binari quotidiani”, associazione di pendolari che sta monitorando il trasporto ferroviario lungo la tratta Calalzo-Padova, un duro atto di accusa al contratto di servizio tra la Regione Veneto e Trenitalia. Secondo quanto detto dal rappresentante dei pendolari, il contratto di servizio favorisce troppo Trenitalia perché ci sono troppe clausole a suo favore.

Una riguarda i ritardi: viene calcolato solo alla stazione d’arrivo, «ma va calcolato anche alle fermate intermedie», dice Binari Quotidiani», invece cosa accade: che il treno arriva in ritardo a Cornuda, a Montebelluna, a Castelfranco, poi recupera da lì a Padova e figura che rispetta gli standard di puntualità. Poi prevede che non ci sia nessuna penalità in caso di ritardo o soppressioni per condizioni avverse.

Si aggiunga il fatto che i rimborsi sono fatti sotto forma di obbligo ad acquistare un altro biglietto e a Trenitalia la Regione fa uno sconto del 4% perché gestisca i rimborsi.

Poi la Regione deve pagare una penale nel caso di corse sottoutilizzate, ossia quando sono occupati meno del 20% dei posti disponibili.

Ma anche sulle piccolissime cose si vede come Trenitalia faccia quel che vuole. Avevo inviato una segnalazione alla Regione dove sollevavo un problema, la Regione l’aveva girata a Trenitalia a dicembre intimando di dare una risposta entro dieci giorni. Fino ad oggi non è arrivato nulla. Quindi si vede anche da una cosa banale quale ascolto dia Trenitalia alla Regione Veneto».

Ha fatto notare però la senatrice Laura Puppato: «Il più basso costo chilometrico stabilito per il trasporto regionale è quello del Veneto, segno che si vuole privilegiare il trasporto su gomma».

(e.f.)

 

CORNUDA – (lbel) I ripetuti disagi dei pendolari che viaggiano in treno saranno al centro dell’incontro organizzato questa mattina, alle 10.30, nella sala consiliare di Cornuda. A organizzarlo, il sindaco Claudio Sartor. All’incontro sono stati invitati i sindaci di Alano, Caerano San Marco, Crocetta del Montello, Pieve di Soligo, Feltre, Maser, Montebelluna, Moriago della Battaglia, Pederobba, Quero, Segusino, Sernaglia della Battaglia, Trevignano, Valdobbiadene, Vas, Vidor e Volpago.

«In più occasione – spiega Claudio Sartor – abbiamo inoltrato alle Ferrovie dello Stato e alla Regione Veneto documenti per richiamare l’attenzione sui disagi degli utenti. Purtroppo in questo periodo il servizio non è assolutamente migliorato. Continua il persistere di minori collegamenti diretti, è evidente che il materiale rotabile è inadeguato. Preoccupano il minor numero di treni in orari mattutini, serali e festivi che impattano sull’utilizzo da parte dei pendolari e sulla riduzione di offerta turistica».

Aggiunge il sindaco di Cornuda: «Dobbiamo inoltre segnalare l’assenza di treni in alcune fasce per i pendolari e nessuna coordinazione preventiva e migliorativa tra enti e gestori per interconnessione treno-bus. Non è un caso se anche il rapporto di Legambiente inserisce la linea Padova-Calalzo tra le sette peggiori linee ferroviarie italiane. Credo pertanto che sia necessario ribadire ancora una volta le problematiche relative alla nostra tratta con questo incontro di approfondimento tra amministratori locali, associazioni dei pendolari e rappresentanti politici».

 

San Donà. Orario cadenzato, pendolari a raduno a Mussetta

SAN DONÀ- Un incontro pubblico per tutti gli interessati alle problematiche legate al trasporto pubblico e all’orario cadenzato. L’appuntamento è indetto dal Comitato dei pendolari di Quarto d’Altino e del Veneto orientale per questa sera, giovedì, alle 21 al ristorante “Al Fogolar” a Mussetta. Sarà l’occasione per fare il punto della situazione dopo le proteste dovute all’entrata in vigore dell’orario cadenzato e dopo gli aggiustamenti discussi lunedì dall’assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso, dai rappresentanti di Trenitalia e gli amministratori dei Comuni della linea Venezia-Portogruaro. Tra questi l’anticipo del Regionale 11100 (Portogruaro 4.38 – Venezia 5.50) con partenza da Portogruaro alle 4.13, esclusi sabati e giorni festivi; l’inserimento di un treno da Portogruaro a Mestre (forse fino a Venezia) verso le 12, sempre escluso nei festivi.

In un comunicato congiunto i Comitati spiegano che «un piccolo passo in avanti è stato compiuto ma non è sufficiente e non copre tutte le necessità degli utenti che prima del cadenzato erano serviti senza difficoltà dai treni esistenti». Un secondo pacchetto di misure, applicabile da aprile, prevede il ripristino della corsa notturna dopo le 24 da Venezia nei soli giorni feriali e l’inserimento di una corsa tra le 20.11 e le 22.11, forse fino a San Donà per interferenze con Intercity.

Davide De Bortoli

 

VIDOR – Il Wwf AltaMarca torna alla carica della prefettura in materia di pesticidi e, in particolare, sul loro uso nelle colline.

Gli ambientalisti, guidati da Luciano Bortolamiol, avevano già sollevate la scorsa estate all’ex prefetto Aldo Adinolfi le loro perplessità sull’uso dei fitosanitari nei vigneti, ribadendole giusto un mese fa al vicario Pietro Signoriello. Ora è il turno di Maria Augusta Marrosu, neo prefetto di Treviso.

Anche a lei il Wwf AltaMarca contesta la mancata applicazione da parte dei sindaci dell’area Docg del “principio di precauzione”, cioè l’assenza di una condotta cautelativa in presenza di questioni scientificamente controverse (nella fattispecie, la relazione tra pesticidi e tumori).

Non paghi, gli ambientalisti della pedemontana trevigiana denunciano pure l’esistenza di un commercio illegale di fitosanitari. Secondo il presidente Bortolamiol, nei 15 Comuni Docg, «a fronte di un aumento cospicuo della superficie vietata, vi è una riduzione della quantità di pesticidi utilizzata. Ciò fa ipotizzare l’esistenza di canali paralleli ed illegali di distribuzione».

(g.z.)

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VITTORIO VENETO – Pesticidi irritanti vietati: è la stretta sui fitofarmaci del regolamento di polizia rurale, che passerà domani sera in consiglio comunale per un aggiornamento. I Comuni della Docg del Prosecco hanno deciso di introdurre delle restrizioni su pesticidi che pur si troverebbero in commercio. Determinante è stato il contributo vittoriese all’elaborazione del nuovo documento, che bloccherà i pesticidi classificati come irritanti o tossico-nocivi nel trattamento delle vigne e in generale per i trattamenti fitosanitari in agricoltura.

«È un anno che stiamo lavorando a questo aggiornamento del regolamento, seduti a un tavolo comune con tutti gli enti coinvolti. Se si approverà, si approverà tutti insieme. Nel testo c’è una sensibile restrizione dei prodotti che possono essere usati per i trattamenti», aveva spiegato nei giorni di stesura delle bozze l’assessore Antonio Miatto, che si sta occupando del regolamento per il Comune di Vittorio, «Hanno collaborato attivamente tutti i 15 Comuni coinvolti nel primo regolamento di polizia rurale, già in vigore, e anche l’Usl. Ora non resta che il testo venga approvato dai consigli comunali dei singoli Comuni».

Tra le molecole che saranno bloccate dalle nuove restrizioni ci sono anche i ditiocarbammati, sospettati da più parti di avere effetti nocivi sulla salute, anche cancerogeni. Si tratta di norme che i Comuni intendono autoimporsi: se alcuni prodotti possono in via teorica essere usati legalmente i Comuni invece ne introdurranno il divieto a maggior tutela della salute. È questo lo spirito della nuova bozza che sta arrivando sui tavoli delle giunte e delle commissioni comunali del territorio.

I Comuni coinvolti sono San Pietro di Feletto, Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio Veneto. Hanno partecipato ai lavori la scuola per l’agricoltura di Conegliano, il centro ricerche Car, l’università di Padova, l’Arpav, la Regione e la Provincia.

Alberto Della Giustina

 

PIEVE DI SOLIGO – Rivoluzione sulle colline del Prosecco: norme più restrittive della legge nazionale

Quindici Comuni hanno approvato la revisione del regolamento intercomunale di Polizia

Basta con i fitofarmaci molto tossici, tossici e nocivi sul territorio della Docg del Prosecco superiore. I 15 sindaci dell’area che va da Conegliano a Valdobbiadene hanno approvato la revisione del Regolamento intercomunale di Polizia Rurale sull’uso dei prodotti fitosanitari che dovrà ora essere ratificata dai singoli consigli comunali. Una decisione che rivoluzionerà quello che è il modo di fare agricoltura perchè “sfida” la legge nazionale introducendo limitazioni senza dubbio più restrittive. Con una sola eccezione: in caso di condizioni climatiche che possono pregiudicare la produzione una speciale commissione formata da esperti deciderà in tempo reale in quale area e con quali modalità concedere eccezioni.
«Il documento – evidenziano infatti i sindaci – contiene delle regole che non hanno precedenti nella regolamentazione a tutela della salute e del territorio».

Vengono vietati infatti i fitofarmaci molto tossici, tossici e nocivi dai territori della Docg del Prosecco Superiore; viene introdotto l’obbligo di segnalazione preventiva dell’inizio dei trattamenti a richiesta del vicino; vengono definite le distanze di sicurezza dai corsi d’acqua, abitazioni e aree sensibili.

«Lo abbiamo fatto per i cittadini ma anche per gli stessi agricoltori – affermano i sindaci -. In questo modo viene data una risposta forte e inequivocabile alla domanda di tutela della salute pubblica e viene straordinariamente qualificato un territorio ed un prodotto che reciprocamente si valorizzano e che oggi sono legati anche dalla qualità dell’ambiente già buono ma che i sindaci vogliono sempre più in costante progressivo miglioramento».

Ecco i 15 Comuni che hanno siglato l’accordo: Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio Veneto.

La rivoluzione introdotta dal Regolamento a questo punto potrebbe anche far piacere ai grillini del Quartier del Piave che per oggi hanno indetto una manifestazione a Farra. «Sindaco: più salute e meno veleni»: questo è l’appello che verrà lanciato proprio contro l’uso dei pesticidi. L’appuntamento è alle 16 davanti al municipio. «Per spronare le amministrazioni – spiega il Movimento 5 stelle – a tutelare la salute pubblica».

 

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