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COMUNICATO STAMPA

IL COMITATO OPZIONE ZERO REPLICA ALLE DICHIARAZIONI DELL’ASSESSORE REGIONALE RENATO CHISSO

La debolezza delle argomentazioni di chi sostiene la Roma Commerciale (Orte-Mestre) è ben evidenziata nelle parole dell’assessore regionale Chisso, apparse sui giornali, che si limitano a spot propagandistici su fattibilità e necessità della nuova autostrada.

Emblematico, in proposito, l’annullamento ieri sera del convegno sulla Orte-Mestre in programma per il 2 febbraio a Ravenna. Anche lì, la fragilità della politica si è manifestata nell’incapacità degli amministratori di sostenere un confronto di merito sull’opera, preferendo tirarsi indietro su due piedi, di fronte al coordinamento nazionale contro la Orte-Mestre, Rete Stop OR-ME, cui anche Opzione Zero aderisce.

Da luglio 2012 e per 4 mesi, Ciaccia e Passera hanno proclamato l’imminente approvazione della Romea Commerciale. Ma il tentativo di arrembaggio si è fermato a un pre-CIPE, trovando l’ostacolo del Ministero dell’Economia, ben prima delle dimissioni del governo. Perché? “Problema tecnico”, dicono i ‘tecnici’, ma di che natura? Proprio economica, infatti la questione era, ed è tutt’ora, l’impossibilità di trovare un accordo tra Ministero delle Infrastrutture e quello dell’Economia per finanziare l’opera. Il piano economico-finanziario è un fantasma che non si mostra poiché proverebbe l’insostenibilità della Romea.

La Orte-Mestre è un progetto vecchio del 2001, travolto come tutte le grandi opere europee dalla crisi economica e dimostratamente inutile, se non per avvantaggiare le lobby del cemento che fanno profitti sulle opere in project finance. L’ulteriore truffa che sarà applicata alla Orte-Mestre si chiama project bond. Si tratta di obbligazioni garantite e coperte dalla Cassa Depositi e Prestiti con i soldi del risparmio postale.

Evidentemente, per  l’assessore Chisso l’opera è finanziariamente solida perché pagata dai cittadini risparmiatori, con gli stessi stratagemmi che abbiamo visto per il Passante di Mestre e che stanno portando ai noti aumenti dei pedaggi per coprire i buchi di bilancio. Il fatto incontrovertibile è che queste opere non stanno in piedi da sole e il 44% sono ferme al palo (dati ANCE) per problemi economici.

Questa classe politica deve smettere di mascherare dietro ai termini vuoti di ‘sviluppo’ e ‘crescita’ scelte devastanti, non solo sotto i profili ambientale e territoriale ma anche sotto quello economico, che scaricano sulle tasche dei cittadini i debiti contratti dalle lobby affaristiche.

 

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