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PADOVA

«La Regione sta mettendo in atto uno smantellamento dei sistemi di controllo in tema di rifiuti. In questo modo il Veneto rischia di trasformarsi in una grande discarica».

Non usa mezzi termini il deputato padovano di Sinistra Ecologia e Libertà Alessandro Zan che ha deciso di dare battaglia all’assessore regionale all’Ambiente Maurizio Conte sui controlli agli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Lo fa con un atto formale: un’interrogazione a risposta scritta indirizzata al ministro dell’Ambiente Andrea Orlando in cui mette nero su bianco i dubbi e i timori di tutta la componente padovana del partito. Il nocciolo della questione sono i controlli sugli impianti da parte di organismi terzi, cioè controllori qualificati ed indipendenti che si relazionano direttamente con Regione e Arpav.

«Con la delibera di giunta 863/2012 i controlli delle società terze nei confronti delle discariche vengono di fatto annullati» denuncia Zan, «e l’Arpav da sola non ha strumenti per poterlo fare. La delibera è stata adottata pur se in presenza di una mozione del consiglio, votata da entrambi gli schieramenti eccetto la Lega, che chiede di non adottarla».

Nella sua interrogazione il deputato, già assessore all’Ambiente nel Comune di Padova, fa riferimento al

«permanere di uno stato di crisi economica dell’Arpav» e al fatto che «ad oggi non sono stati confermati i contratti di 200 collaboratori e si va verso la riduzione da sette a uno dei laboratori di ricerca, rendendo impossibile lo svolgimento di un accurato e sereno lavoro».

Insomma, ribadisce Zan,

«le discariche e gli impianti di depurazione, anche quelli che scaricano in laguna, sono senza controllo. Fino ad ora gli impianti sono stati gestiti bene ma in caso di male intenzionati ci sarebbe un aumento del rischio per il nostro ambiente. Vorrei sapere dal ministro se intende intervenire visto che i cittadini continuano a pagare le tariffe».

Da parte sua l’assessore regionale Maurizio Conte difende la delibera votata lo scorso anno:

«Noi non abbiamo tolto di per sé il controllo ma l’obbligo da parte del gestore di usufruire di un tecnico privato come elemento di controllo» spiega, «prima il gestore pagava la prestazione del tecnico esterno, ora la pagherà all’Arpav, tutto qua».

L’assessore regionale non ha dubbi sulla capacità dell’ente di gestire la mole di lavoro.

«Stiamo definendo con Arpav una sezione tecnica specifica che sarà autosufficiente dal punto di vista della gestione. Inoltre presenteremo la prossima settimana un piano per la riorganizzazione dell’agenzia che interessa la parte amministrativa e i laboratori, che verranno concentrati. Non vengono sicuramente meno il ruolo e l’azione che Arpav porta avanti».

Valentina Voi

 

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