Gazzettino – Venezia. Porto off shore, dai deputati Pd arriva un altola’ alla Serracchiani.
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
14
giu
2013
IL TERMINAL IN ALTO MARE – Dopo il siluro della presidente del Friuli i parlamentari veneziani dello stesso partito replicano: «E’ indispensabile»
L’affondo di Trieste con la “governatrice” Debora Serracchiani che ha bocciato il progetto di porto off shore targato Venezia in Alto Adriatico ha causato più di una reazione, ma soprattutto qualche imbarazzo di troppo. Ed è il caso del Partito Democratico. Ed è proprio dopo il “siluro” sull’off shore di un’autorevole esponente Pd come la Serracchiani, che la pattuglia di parlamentari Pd eletti in Veneto (Andrea Martella, Michele Mognato, Delia Murer, Davide Zoggia) ha cercato ieri di metterci una pezza. Certo, non proprio un compitino facile di fronte al “colpo basso” della presidente del Friuli Venezia Giulia.
«Il porto off shore – dicono i parlamentari pd – è un’opera in stato avanzato di progettazione, che ha già una sua prima copertura finanziaria e che è essenziale in vista dell’entrata in funzione del Mose. Senza questa piattaforma la portualità veneziana è destinata a chiudere, visto che la dimensione crescente delle navi non può essere rincorsa con continui ampliamenti della conca di navigazione alla bocca di Malamocco. In ogni caso l’intervento è necessario per rendere compatibile l’attività del porto con la salvaguardia della sua laguna. Siamo certi che la presidente Serracchiani non vorrà ignorare queste esigenze, che non sono un segnale di rottura in quel necessario lavoro di sinergia tra gli scali dell’alto Adriatico. Quindi nessun tentativo di fagocitare altri porti, anzi siamo di fronte ad un valore aggiunto».
E mentre il consigliere Pd, Lucio Tiozzo se la prende per l’assenza nel dibattito del governatore Zaia (“Almeno Serracchiani fa il suo lavoro” ha tagliato corto l’esponente Pd), lo stesso presidente del Veneto è sceso in campo: «Non vedo niente di positivo per nessuno in un insieme di porti adriatici dove ciascuno pensi di crescere mettendosi in concorrenza con gli altri. Faccio una proposta: mettiamo assieme ciascuno i nostri dossier e incontriamoci. Confrontiamoci, vediamo e verifichiamo le partite in gioco, quali cose possiamo fare assieme; quello che ci può unire e quello che magari (potrebbe anche essere) ci divide. Verifichiamo se e come le divisioni sono superabili». (p.n.d.)