Gazzettino – Dolo. Commercio, aria di crisi.
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23
ago
2013
DOLO – La zona più in difficoltà è quella dell’Isola Bassa: «Colpa degli affitti»
Il numero di esercizi pubblici è invariato dal 2008, ma il turnover è alto
Locali pubblici chiusi in piazza Cantiere e davanti allo Squero, così come in via Cairoli dove alcune saracinesche si sono abbassate definitivamente nelle ultime settimane. L’impressione è che la crisi abbia colpito duramente il commercio anche a Dolo. Analizzando il problema con Francesca Matterazzo, della Confcommercio della Riviera del Brenta, si ricava una visione un po’ meno preoccupante.
«La chiusura di alcuni esercizi è soprattutto un problema legato alla non continuità generazionale con i figli che spesso non proseguono l’attività dei genitori. Per quanto riguarda Dolo l’area più in sofferenza è quella del’Isola Bassa dove, a quanto mi è stato riferito, ci sono richieste di affitto molto onerose».
I dati forniti dall’amministrazione comunale indicano una certa stabilità. Il 31 dicembre 2008 le attività commerciali presenti erano 271 e con qualche oscillazione sono rimaste 271 al 30 giugno 2013. Allargando l’analisi a tutte le attività d’impresa si rileva che al 31 dicembre 2010 erano 1530, un anno dopo sono diventate 1546 ed a fine 2012 erano 1535.
«Si deve tenere conto della presenza a Dolo dei servizi pubblici come Tribunale, Ospedale, Inps, che favoriscono le attività d’impresa – Osservano i tecnici comunali – Nel territorio non ci sono i “grandi distributori”, mentre è molto diffuso il “turnover”, cioè il passaggio di proprietà della gestione senza interruzione dell’attività».
Fenomeno che è comunque la spia di una situazione difficile.
Ed allargando l’analisi alla Riviera? «Ci sono negozi che chiudono – commenta Matterazzo – ma in alcuni casi si tratta delle cosiddette “attività lampo”, cioè quelle che vengono aperte per un massimo di un anno. Vi sono, però, anche attività in crescita com’è il caso di un panificio di Oriago che si sta ampliando ed ha aperto una rivendita». Prospettive? «Pur riconoscendo che si tratta di una situazione non facile rimango ottimista anche perché noto l’impegno dei commercianti per trovare nuove soluzioni».