Gazzettino – Quadrante di Tessera a rischio allagamenti
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
24
ago
2013
Nel corso dell’incontro svoltosi al Candiani di Mestre in merito alla proposta di realizzare un Contratto di fiume per il Marzenego, le associazioni promotrici (StoriAmestre, la Salsola, verso il Comitato di liberazione nazionale dei corsi d’acqua e il Comitato degli allagati di Favaro) hanno posto una serie di quesiti sulla questione riguardante la sicurezza idraulica del territorio. Primo fra tutti, conoscere il motivo per cui nella redazione del Piano delle Acque, strumento che tutte le province del Veneto dovrebbero fare proprio, non venga utilizzata la modellazione matematica bidimensionale, ma solo la modellazione monodimensionale.
La differenza sta nel fatto che i modelli monodimensionali permettono di capire solo dove possono verificarsi esondazioni di un corso d’acqua, mentre i modelli bidimensionali permettono di vedere anche dove finisce l’onda di piena una volta avvenuta la tracimazione.
«La scelta di utilizzare una strumentazione inefficace per lo studio del pericolo idraulico – dicono comitati e associazioni – è incomprensibile in un bacino, come quello scolante nella Laguna di Venezia, allagatosi sistematicamente dal 2000 al 2013, dove non viene perimetrata alcuna area a pericolo idraulico e si è urbanizzato dappertutto senza vincolo alcuno».
Sembrerà paradossale, ma un abbozzo del Piano dell’assetto idrogeologico del bacino scolante realizzato parecchio tempo fa con un modello monodimensionale e depositato presso la Difesa del Suolo della Regione Veneto, individua un’unica area a pericolo idraulico conclamato: l’estesa area di Tessera dove si prevede di realizzare il Quadrante che comprende lo stadio, centri commerciali e forse anche la seconda pista aeroportuale.
«Tutto questo – sostengono le associazioni ambientaliste – dimostra che spesso le amministrazioni commissionano studi senza alcuna consapevolezza, magari affidando incarichi a soggetti tecnologicamente poco dotati».
I comitati sono critici anche nei confronti dell’Autorità di bacino che avrebbe già dovuto fornire la perimetrazione delle aree a pericolo idraulico del bacino scolante nella Laguna di Venezia per consentire la redazione del Piano Gestione Rischio Alluvioni che la Comunità Europea pretende entro il 2015.
Mauro De Lazzari