Bellunopress.it – I parlamentari veneti del Movimento 5 Stelle compatti contro la variante al Ptrc.
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26
ago
2013
I parlamentari veneti del Movimento 5 Stelle compatti contro la variante al Ptrc: è illegittima, un piano devastante che renderebbe edificabile tutto il Veneto nel raggio di 2 Km da ogni casello
Il Movimento 5 Stelle del Veneto propone un PTRC (Piano territoriale regionale di coordinamento) sostenibile attento al diritto alla casa e alla salute, nel rispetto dell’ambiente e del lavoro.
Il 31 agosto scadono i termini per la presentazione delle osservazioni alla variante 1 del Piano Territoriale regionale di Coordinamento (PTRC). “Calendarizzare la presentazione delle osservazioni ad agosto è un modo scorretto per evitare il confronto, dopo anni di voluto silenzio”.
Lo denunciano i parlamentari del Movimento 5 Stelle del Veneto
“Contestiamo punto per punto il PTRC proposto dalla Regione Veneto e la sua cosiddetta ‘variante paesaggistica’ – affermano i parlamentari veneti del Movimento 5 Stelle – condividiamo e supportiamo le critiche mosse da AltroVe, la rete dei comitati e associazioni per un Altro Veneto”.
“La variante è illegittima – affermano – poiché lo stesso piano, adottato nel 2009, non è mai stato approvato. Peraltro non presenta alcun contenuto paesaggistico, ma anzi stralcia di netto tutte le valenze paesaggistiche del PTRC vigente. Inoltre, distrugge la ruralità e le stesse città pede-alpine. E produce consumo di suolo e deturpazione con nuove autostrade (TIBRE, Nogara Mare, Mediana veneta veronese, Valdastico sud, tangenziali venete, trafori, Pedemontana, Romea). Renderebbe edificabile tutto il Veneto nel raggio di due chilometri da ogni casello o in qualsiasi zona decida la Regione, che potrà prevedere nuovi progetti speculativi come Veneto City e Motor City.
Un progetto miope e servile agli interessi delle lobbie dei trasporti, del mattone, della grande distribuzione, indifferente alla crisi, che pregiudica alle generazioni attuali e future uno sviluppo sostenibile. Si rifiuta di dimensionare i PAT, notoriamente esageratamente espansivi. Invece che prevenire, monitora a valle i disastri prevedibili. Predispone una VAS che non rileva alcun problema.
Distrugge per sempre la campagna come bene paesaggistico, culturale e ambientale ma anche strategico dal punto di vista economico.
Favorisce infatti la delocalizzazione, impoverisce le città di servizi, genera inquinamento, pendolarismo, nascita di slums, e porta degrado, specialmente laddove la ruralità viene maggiormente distrutta ovvero lungo il tracciato della Nogara Mare.”
“Non è uno strumento adatto ad affrontare e superare la crisi: è lo strumento del nostro declino. Innovazione è valorizzare il patrimonio paesaggistico, architettonico e storico, producendo occupazione vera e stabile, benessere e qualità della vita.”
“Il PTRC che M5S persegue si fonda sui seguenti principi:
1. consumo del suolo 0 patto città campagna: limite fisico agli insediamenti, difesa della ruralità, della natura, delle economie legate al territorio, comuni con compiti di manutenzione del territorio e ricostruzione delle comunità locali;
2. diritto alla casa: diritto alla casa secondo le esigenze che cambiano nella vita. Servono case in affitto non in proprietà; è consentito il recupero degli edifici dismessi ad uso pubblico;
3. ambiente: ricognizione e tutela riutilizzo dei beni storici, ambientali e artistici esistenti; riconoscimento dei caratteri stilistici morfologici fisici dei paesaggi e delle architetture;
4. lavoro: promozione di progetti integrati secondo le finalità sostenibili dell’Unione Europea e legati al territorio, rafforzamento dell’agroalimentare, dell’agricoltura; del turismo
5. ricerca impresa innovazione: creazione di hub per nuove imprese negli spazi pubblici; risparmio energetico e dell’acqua; progetti di trasformazione dei rifiuti in risorsa;
6. diritto alla salute: stop ad insediamenti inquinanti, alle discariche e agli inceneritori;
7. mobilità sostenibile: rafforzamento dell’intermodalità e dei trasporti pubblici
8. progetto comunità: ripristino di standard obbligatori per le attrezzature comuni;
9. democrazia ed equità: regole per il dimensionamento dei piani comunali e provinciali su questi principi”.