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GRANDI NAVI & ECONOMIA

Acque del Bacino cedute al Comune. Ora Roma accelera. In Parlamento è partito l’esame del disegno di legge per assegnare a Venezia alcune aree chiave della laguna: Ca’ Farsetti avrebbe così un potere reale sul controllo delle navi.

COMPETENZE – Una serie di beni trasferiti dallo Stato

IL PORTO – Costa: «A decidere deve essere l’autorità marittima»

LA CGIL «Non va compromesso lo scalo commerciale»

Partito l’esame del disegno di legge che assegna Bacino e canale della Giudecca a Ca’ Farsetti

 

SONDAGGIO – Grandi navi, grandi proteste: sei d’accordo con i manifestanti?

Sì 66.6%
No 31.6%
Non so 1.8%

 

L’urgenza nell’affrontare il tema delle grandi navi ha spinto il Parlamento ad aprire finalmente il dossier Legge Speciale. Ieri è iniziato in Senato l’esame di due disegni di legge – presentati da Antonio De Poli (Udc) e Felice Casson (Pd) – per la riforma della disciplina sulla salvaguardia della laguna. L’auspicio, come ha detto al termine della riunione la senatrice Pd Laura è che si possa arrivare ad un’approvazione entro la fine dell’anno. L’intenzione è arrivare ad un testo unificato in breve tempo e quello che ha più chances è quello di Casson, che ha già passato il primo vaglio.
In questo ddl si parla esplicitamente di passaggio in proprietà al Comune di bacino di San Marco e canale della Giudecca, come chiesto da tempo dal sindaco Giorgio Orsoni. È chiaro che, se questo passaggio diventerà legge, sarà Ca’ Farsetti a decidere chi potrà passare e chi no, superando di fatto anche lo stesso decreto Clini – Passera.
Intanto, però, l’appuntamento più vicino è quello di martedì prossimo a palazzo Chigi, convocato dal premier Enrico Letta sulle alternative immediate al passaggio delle grandi navi davanti a San Marco.
Il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa, intende mettere i puntini sulle i su chi sarà davvero titolato a prendere una decisione..
«Dopo aver riconosciuto a tutti il diritto di esprimere le proprie opinioni – afferma, stigmatizzando i danneggiamenti nell’area crocieristi dell’aeroporto – va accolta con favore la sollecitazione del Presidente del Consiglio. Bisogna passare all’esercizio del “diritto-dovere” di formulare i pareri previsti dalla legge e del “dovere” di prendere le decisioni delle quali si portano le responsabilità. È giusto ascoltare tutti, ma bisogna che a decidere sia chi ne ha la facoltà per legge: l’Autorità marittima (Capitaneria di Porto) con proprio provvedimento. A questo provvedimento – aggiunge – l’Autorità Portuale concorrerà lealmente con i pareri dovuti per fornire tutti gli elementi necessari ad una valutazione complessiva, corretta e, ci auguriamo, definitiva».
Costa ribadisce una volta di più anche la sua chiusura all’ipotesi Marghera caldeggiata dal Comune.
«Ogni altro temporeggiamento o soluzione temporanea avrà la sola conseguenza di accantonare di nuovo il problema e di non far raggiungere l’obiettivo primario voluto da tutti, in primis dall’Autorità Portuale: togliere le navi da San Marco».
La decisione è influenzata da molti interessi, primo da tutti la tutela delle attività e dei posti di lavoro legati alla portualità delle crociere. Per questo, il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, condividendo il fatto che una decisione immediata sia necessaria, auspica che la soluzione sia “rispettosa delle esigenze delle categorie economiche, che non penalizzi il turismo e che sia in grado di tutelare la città di Venezia da possibili rischi ambientali”.
La Cgil si schiera contro il Comune, perché teme che un eventuale spostamento delle crociere a Marghera blocchi lo sviluppo del porto commerciale.
«La soluzione – attacca Roberto Montagner, segretario generale della Camera del lavoro di Venezia – non può mettere in discussione l’attività portuale ed industriale, che movimenta 5mila 500 navi l’anno con 6 terminalisti commerciali e 10 industriali con 5mila 500 lavoratori. Sarebbe suicida – conclude, condividendo la linea Costa – operare scelte che comprimano l’operatività dello scalo proprio nel momento in cui è possibile ingrandire la zona franca e sono state riportate a Venezia navi transoceaniche che da anni ci avevano abbandonato».

 

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