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Gazzettino – Venezia. Crociere, Orsoni apre alla Marittima.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

1

ott

2013

GRANDI NAVI. IL DIBATTITO

VENEZIA Piano “B” del sindaco in caso non passi la soluzione Marghera. Costa: «Croceristi tassati per scavare il Contorta»

Grandi navi, la virata di Orsoni

Rilancio nell’audizione alla Camera: «In Marittima attraverso il canale dei petroli e il Vittorio Emanuele»

IL CANALE – Il sindaco Giorgio Orsoni spiega in Commissione Trasporti della Camera il problema delle grandi navi, evidenzia la necessità di un intervento rapido e invoca due strade invece di quella solita e unica di Marghera: «Serve una soluzione a breve termine, se non è possibile trasferire le grandi navi a porto Marghera, è possibile scavare il canale Vittorio Emanuele per arrivare da lì alla Marittima.

UNA TASSA – Il presidente del Porto Paolo Costa ha respinto l’ipotesi Marghera, ha rilanciato lo scavo del Contorta come unica opzione possibile. «Potrebbe essere finanziato istituendo una tassa per passeggero, se il Parlamento superasse l’attuale legge portuale che non considera i passeggeri come oggetto dei traffici portuali».

LE PROPOSTE – E il Comitato Cruise Venice “scarica” il Porto   «Il progetto migliore è quello che passa dietro la Giudecca»

CRISI DI GOVERNO – Salta l’incontro previsto con Letta

A ROMA – Ieri pomeriggio in Parlamento l’audizione in commissione

PAOLO COSTA  «Lo scavo del canale Contorta? Finanziato tassando i crocieristi»

GLI OPERATORI Abbandonata l’ipotesi Contorta dell’Autorità portuale

Crociere, Orsoni apre alla Marittima

Il sindaco: «Alternativa possibile se si passa per il canale di Malamocco e il Vittorio Emanuele»

In Commissione Trasporti della Camera si rinnova lo scontro tra Comune e Porto sulle possibili soluzioni per superare il passaggio delle grandi navi in bacino di San Marco. È saltato, invece, il vertice di palazzo Chigi con Letta sulle grandi navi a causa della crisi innescata dal Pdl.
Il sindaco Giorgio Orsoni punta sulla soluzione provvisoria di Porto Marghera per ospitare le navi più grandi. E, nel caso in cui le ragioni contrarie del Porto e dell’Autorità marittima dovessero prevalere, si dice pronto a sostenere l’adeguamento del canale Vittorio Emanuele per far arrivare le navi da Marghera alla Marittima.

«Potrebbe essere scavato con un lavoro che non porterebbe via troppo tempo – dice Orsoni – ho sempre sostenuto che bisogna verificare prima di tutto la possibilità di allargare e adattare ciò che abbiamo già a disposizione. Quel canale è lì, interrato parzialmente, e con un investimento modesto rispetto agli altri potrebbe portare le navi in Marittima evitando i passaggi in Bacino».

Per Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale, la Marittima è l’unico sito che risponda alle esigenze della crocieristica e lo scavo del canale Contorta l’unica soluzione che abbia avuto un progetto degno di questo nome.

«Il finanziamento – ha detto Costa – potrebbe arrivare da una tassa portuale su ciascun passeggero se venisse corretta la legge che attualmente non lo consente. Questo consentirebbe di fare un intervento di recupero morfologico della laguna centrale che oggi è in stato di degrado ricostruendo velme e barene con i sedimenti dello scavo. Tuttavia è necessario incardinare il progetto in un procedimento formale e in quella sede valutare tutte le possibili alternative. Se ho la certezza del risultato posso gestire in qualche modo anche la transizione, ma non viceversa».

«Quando chiesi un euro a passeggero – è la replica del sindaco – mi risposero che il porto sarebbe andato fuori mercato. Mettiamoci d’accordo».

Quanto alle proposte alternative del canale dietro la Giudecca (Scelta Civica) e del pontone galleggiante agganciato all’isola del Mose (5Stelle), Orsoni non ha dubbi.
«Il passaggio dietro la Giudecca in astratto è molto intelligente – commenta – ma siamo in laguna e non in mezzo ai campi. Tra l’altro si andrebbe a scavare una zona in cui non sono mai esistiti canali e quindi senza una circolazione dell’acqua in quella direzione. Quanto al porto esterno, mi pare che si voglia giocare con la geografia della laguna».

 

E Cavallino boccia l’alternativa di De Piccoli

(g.b.) «Incompatibile con il nostro territorio il progetto De Piccoli». È la sintesi del documento che il sindaco Claudio Orazio ha presentato ai consiglieri comunali e che verrà inviato al premier Enrico Letta. La discussione ovviamente riguarda il progetto presentato dall’ex senatore De Piccoli che prevede appunto di portare le navi da crociera alla bocca di porto di Lido, a ridosso con Punta Sabbioni. Un progetto già illustrato dallo stesso De Piccoli e sul quale Cavallino-Treporti si appresta a sottoscrivere il suo “no” ufficiale.

«A giudizio dell’amministrazione comunale la proposta presenta numerose criticità per quanto riguarda la compatibilità urbanistica, la compatibilità ambientale – si legge nel documento – ma anche dal punto di vista delle relazioni territoriali (impatto sulla viabilità), dell’impatto sulla navigazione lagunare e sul moto ondoso».

A sostenere l’incompatibilità ci sono poi le conseguenze derivanti dal restringimento della bocca di porto, l’allungamento del molo foraneo e la necessità di scavare un bacino di evoluzione. «Al di là delle criticità di tipo tecnico – è stato ribadito nel testo – non emergono dall’esame della proposta eventuali benefici per la comunità e il territorio locale. Al contrario, la proposta si pone in antitesi con il modello di sviluppo costruito nel nostro territorio nel corso degli anni». Ovvero un modello che si sostiene sulla coesistenza tra ambiente e attività economiche.

«Aspetti che sarebbero compromessi – conclude il documento predisposto dall’amministrazione – per questo esprimiamo un giudizio negativo sull’ipotesi del porto crociere presentato dall’onorevole De Piccoli». Da ricordare che nei giorni scorsi il comitato “No Grandi navi a Punta Sabbioni»”ha sollecitato una presa di posizione ufficiale sulla questione da parte del Consiglio comunale. Il sindaco Claudio Orazio ha già assicurato che la questione sarà discussa anche nel “parlamentino” locale.

 

Il Comitato sceglie il progetto della Giudecca di Zanetti

Cruise Venice ora “scarica” il Porto

BERNARDO   «È più fattibile e meno costoso»

Anche Venice cruise, il comitato pro grandi navi che raccoglie tanti lavoratori del settore, si schiera per la soluzione proposta dal deputato di Scelta civica, Enrico Zanetti, di una sorta di “tangenziale lagunare”, che corra dietro alla Giudecca per arrivare alla Marittima. Già Venice terminal passeggeri aveva dato il suo sostegno al progetto, collaborando con una sua società agli studi preparatori. Ora il comitato ha addirittura acquistato delle pagine pubblicitarie del Gazzettino per pubblicizzare quella che viene definita “la soluzione alternativa: il canale retro Giudecca”, con tanto di mappa che mostra il nuovo passaggio delle navi – dalla bocca di porto del Lido, dietro alla Giudecca fino ad arrivare alla Marittima – e slogan finale: “Se si vuole: in poco tempo si può realizzare”.

Un addio definitivo alla proposta dell’Autorità portuale, via Malamocco, con lo scavo del canale Contorta Sant’Angelo, che pure era stata sostenuto da Venice cruise? «Qui non si tratta di fare polemiche, noi non appoggiamo questo e quel progetto – ribatte il portavoce del comitato, Massimo Bernardo – Il nostro obiettivo resta quello di salvaguardare i posti di lavoro di un settore che non può essere lasciato nell’incertezza. E per questo, visto che bisogna arrivare a una soluzione in fretta, riteniamo che la proposta di Zanetti sia la più fattibile, meno costosa e meno impattante rispetto ad eventuali problemi idrici».

Per il deputato di Scelta civica, una ragione di soddisfazione: «Questa vicenda è la dimostrazione di quanto si sia incancrenito il dibattito a Venezia, anche per l’eccessiva continuità amministrativa – commenta Zanetti – Con due proposte già forti, io ho lanciato questa idea che era già stata avanzata negli anni ’30. E che piace a moltissimi in città. Purtroppo l’immobilismo porta anche alla perdita di idee».

«Ognuno ha il diritto di avere la sua opinione – ribatte, a distanza, il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa – poi c’è chi deve dare i pareri e chi deve prendere le decisioni. La via alternativa la devono scegliere le autorità marittima, non è un problema dell’Autorità portuale». Ciò premesso, Costa ribadisce le ragioni per cui il Porto sostiene la soluzione Contorta Sant’Angelo: «Oltre a risolvere il problema delle grandi navi, salverebbe anche la laguna centrale dall’erosione. I classici due piccioni con una fava…».

(r.br.)

 

GRANDI NAVI / CANALETTO AIUTACI TU

Ho letto, sabato scorso, l’articolo che parlava dei paladini delle Grandi Navi che attraversano il bacino San Marco. Si sa, come in tutte le cose di questo mondo, ci sono quelli che dicono “sì” e quelli che dicono “no”. Chi ha ragione? Ci vorrebbe un esperto, un grande esperto. Uno, la parola del quale nessuno avesse il coraggio di contraddire. Ma io so chi chiamare a dirimere la controversia e lo conosco bene, come lo conoscete bene tutti voi, come tutti i Veneziani sanno chi è. È un grandissimo competente e artista sommo. Non può dire di no a cotanto incarico a salvaguardia della sua meravigliosa città. Verrà. E rimarrà spaventato, che dico, inorridito nell’assistere alla carica di quei dinosauri che minano l’amatissimo delicato “merletto” da lui tante volte ritratto. Antonio Canal, detto Canaletto, non può non ascoltare i suoi concittadini e, magari dalla Punta della Dogana, non potrà non emettere con voce possente il giudizio accorato che tutto il mondo immagina.

Piergiorgio Bagagiolo – Padova

 

VENEZIA – Audizione a Roma per Zaia, Orsoni, Costa e armatori. Tutti d’accordo: fuori dal bacino, non dalla luguna

Grandi navi: sì a vie alternative, no allo stop

Il Porto: «Accessi, non siti alternativi alla Marittima». E il sindaco apre a un’ipotesi diversa rispetto a Marghera

Su una cosa sono tutti d’accordo: bisogna decidere presto. Il tema delle grandi navi a Venezia, dopo un avvio con piglio decisionale del decreto Clini-Passera, si è pian piano arenato delle secche della politica all’italiana: rinviare la trattazione in modo che il problema si risolva da solo oppure sperando che il popolo se ne dimentichi. Dopo un anno e mezzo la città di Venezia, il porto, gli armatori e gli operatori si trovano ancora una volta di fronte all’incertezza.
Ieri, di fronte alla Commissione Trasporti della Camera c’è stata l’audizione del sindaco Giorgio Orsoni, del presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa, del presidente veneto Luca Zaia e dei rappresentanti della Confederazione degli armatori. Ciò che pare consolidato è che la posizione del Comitato No grandi navi, che vorrebbe tutti i giganti del mare fuori dalla laguna, non è condivisa da nessuno.
«Non esiste – ha detto Zaia – che le navi vadano fuori dalla laguna». E Costa ha replicato: «Possiamo parlare di accessi alternativi alla Marittima, ma non di siti alternativi».
«Il governo – ha detto Orsoni – qualunque esso sia, dovrà prendere posizione al più presto. Il gigantismo navale è fuori scala per questa città e noi non possiamo che invocare un’applicazione rapida di questo decreto. No a progetti che richiederebbero 4-5 anni, ma soluzioni immediate. Credo che sarebbe difficile lasciar fuori tutte le navi sopra le 40mila tonnellate. Si potrebbe dire 80mila, 100 mila. L’importante sarebbe dare un segnale».
Orsoni ha rilanciato l’ipotesi di attrezzare una o più banchine a porto Marghera in una parte inutilizzata. «Se neanche Marghera fosse possibile – ha continuato – c’è un canale Vittorio Emanuele parzialmente interrato attraverso il quale le navi potrebbero arrivare in Marittima, con un lavoro che porterebbe via poco tempo».
Anche Costa chiede celerità: «Il nostro progetto, l’unico esistente che è lo scavo del canale Sant’Angelo Contorta, è sul tavolo del Governo dall’8 marzo 2012. Che si incardini un progetto, non importa quale, poi discuteremo delle alternative. Se non si parte, mai si arriverà. Non sono contrario a soluzioni intermedie, ma per gestirle devo sapere dove si andrà a finire».
Il Movimento Cinquestelle ha poi presentato il suo progetto per una banchina galleggiante agganciata all’isola artificiale del Mose “realizzabile entro la prossima primavera”. Sia Costa che Orsoni lo hanno subito scartato: «Siamo nel campo delle opinioni. Qui servono progetti».
Un quadro molto cupo è quello infine descritto dal rappresentante di Confitarma: «Attualmente l’88 per cento del traffico passeggeri è effettuato con navi con più di 40mila tonnellate. Se dovessimo lasciarle fuori rimarrebbero 109mila passeggeri l’anno».
Una situazione che non potrebbe consentire la sopravvivenza della crocieristica a Venezia.

 

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