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Zaia: dossier segreto che accusa Trenitalia. Contratto contestato.

Documentate pesanti inadempienze nella manutenzione

VENEZIA – Ritardi, soppressioni, guasti, carrozze roventi d’estate e gelide d’inverno, turni del personale non rispettati, carenza di macchinisti, manutenzione scadente dei convogli: c’è un dossier Trenitalia fitto di note dolenti sul tavolo di Luca Zaia e sembra preludere ad un passo clamoroso. A fronte delle gravi e ripetute inadempienze del servizio ferroviario, fonti di pesanti disagi per decine migliaia di pendolari, il governatore del Veneto medita una drastica revisione del contratto, convinto che l’attuale situazione sia inaccettabile. A farlo infuriare, in particolare, è stata una circostanza: twittando con alcuni utenti per tastare il polso della situazione, Zaia ha appreso che alle lettere di protesta dei pendolari Trenitalia replica puntualmente addossando le colpe alla Regione. In realtà quest’ultima – se si escludono le multe che si traducono in uno sconto sugli abbonamenti – ha ben pochi strumenti di pressione nei confronti di Trenitalia e Rfi. Nel contratto di servizio, l’amministrazione veneta pianifica e programma ma i suoi obiettivi sono condizionati dalla qualità tecnica delle prestazioni offerte. E qui casca malamente l’asino: in questa fase d’avvio dell’orario cadenzato – che avrebbe richiesto uno sforzo straordinario in termini di movimentazione dei materiali e di turni del personale – Trenitalia si è fatta trovare clamorosamente impreparata. Basti pensare che i vagoni e locomotori destinati ad entrare in servizio stanno ancora affluendo nelle stazioni e nei depositi. In particolare la manutenzione non ha rispettato i tempi di consegna e le carrozze, in molti casi, sono uscite dalle officine con la necessità di ulteriori revisioni. A soffrirne, in particolare, la linea Udine-Treviso e il nodo di Portogruaro sulla Venezia-Trieste, con soppressioni e composizioni ridotte (quattro vagoni nell’ora di punta invece di sei o sette) che hanno esasperato lavoratori e studenti. Il danno e la beffa: la Regione, attingendo a fondi propri, ha acquistato 22 elettrotreni ma il giorno dell’avvio il gelo ha bloccato anche i nuovissimi convogli Stadler: d’inverno in Francia e in Germania il 90% della flotta ferroviaria sosta in «ricoveri protetti», Trenitalia e Rfi però si sono ben guardati dal realizzare qualcosa del genere.

A pesare come un macigno è mancata la separazione tra rete e gestore (in Italia Rfi continua ad affidare le tratte alla “cugina” Trenitalia, tanto che il concorrente Ntv ha chiesto l’intervento dell’antitrust) che rappresenta una vera e propria barriera naturale all’ingresso di nuovi competitor interessati alla conquista di eventuali «lotti» del trasporto regionale. Vie d’uscita? Luca Zaia, assistito nell’occasione da Carlo Parmeggiani (il capufficio stampa di Palazzo Balbi ha diretto per anni le relazioni esterne di Trenitalia e vanta una competenza specifica) ha convocato i tecnici per riesaminare da cima a fondo la questione. Obiettivo: assumere le leve decisionali del sistema ferroviario («Non accetteremo più di essere i parafulmini degli errori altrui») e garantire finalmente un servizio all’altezza. Esempi in tal senso, anche vicinissimi, non mancano. In Lombardia, dove la Regione svolgeva un ruolo rilevante attraverso le Ferrovie Nord si è giunti alla fusione con Trenitalia ed è nata Trenord. In Emilia-Romagna si sono apparentate Trenitalia e Fer (Ferrovie Emilia Romagna). Anche il Veneto sembra orientato su questa strada e il ruolo di grimaldello sarà affidato a Sistemi Territoriali, la società controllata dalla Regione.

Filippo Tosatto

 

l’assessore ALLA MOBILITÀ RENATO chisso

«La fase critica è superata. Nel 2012 ritardi peggiori»

VENEZIA – Non si fermano le polemiche sul nuovo orario cadenzato dei treni regionali in Veneto. La Regione, per bocca del suo assessore alle Politiche della mobilità Renato Chisso, rivendica, fra le mille incertezze del nuovo servizio iniziato fra disagi e polemiche il 16 dicembre scorso, una maggiore puntualità complessiva dei treni tra 2012 e 2013. «Un primo dato certo stupirà di sicuro a fronte delle pagine d’inchiostro piene di recriminazioni» spiega Chisso «se guardiamo ai ritardi, con l’esclusione del 16 dicembre, questi sono stati inferiori a quelli riscontrati nelle medesime giornate dall’applicazione dell’aggiornamento orario del 2012. Solo che quest’anno è cambiato tutto, lo scorso anno si trattava di aggiustamenti relativamente marginali». Secondo i dati che la Direzione regionale passeggeri di Trenitalia ha trasmesso all’assessore, la puntualità entro i 5 minuti è stata dell’82,8%, nello stesso periodo del 2012 il tasso medio di puntualità era del 77,7%. Andando a guardare i dati relativi invece ai ritardi fino ai 10 minuti i treni veneti in questa settimana di dicembre si sono comportati ancora meglio: 92,2% di treni “in orario” quest’anno contro l’82,6% dell’anno scorso. E l’assessorato ringrazia e chiede che si continui a segnalare i disservizi per un migliore monitoraggio della situazione i disagi per i pendolari non si limitano a questo punto: sovraffollamento, mancate coincidenze e le difficoltà di adattamento degli orari lavorativi con quelli dei treni sono un problema che ancora colpisce a fondo e che per ora sembra non essersi risolto con il nuovo cadenzamento. Anche a questo però l’assessore risponde punto per punto. Circa le carenze strutturali del servizio, come ad esempio quelle sulle tratte Udine-Venezia via Treviso «si è in parte provveduto subito laddove questo è stato possibile, in parte si provvederà a mano a mano che saranno completate le forniture di nuovi e più capienti convogli, cosa che dovrebbe avvenire nel giro di tre-quattro mesi». Anche per quanto riguarda le segnalazioni di difficoltà di spostamento, di orari e di strutturazione del servizio la Regione rassicura sulla sua completa attenzione. «Eravamo pienamente consapevoli» continua Chisso «che il nuovo orario cadenzato avrebbe creato scompiglio, perché pressoché tutti gli utenti hanno dovuto cambiare abitudini. Ci aspettavamo proteste, ne attendiamo, ma soprattutto attendiamo suggerimenti e proposte per aggiustare ancora il tiro e ottimizzare il sistema». Chisso ribadisce “dalla prima linea del fuoco” la scelta di migliorare «dando un servizio del tutto innovativo ai pendolari del Veneto, rispetto al quale dobbiamo scindere le criticità che possono esserci e che stiamo già eliminando dalle inefficienze che dipendono da come Trenitalia lo sta realizzando. Questo – conclude l’assessore – è il sistema con cui ci troviamo attualmente ad operare. Sono convinto più che mai, e Trenitalia lo sa bene, che un fallimento del cadenzato non possa finire che con la rescissione del contratto di servizio».

Riccardo Sandre

 

Cgil: «Bene l’ascolto, ma ora le soluzioni»

VENEZIA «Siamo contenti che la fase critica si consideri superata ma ci aspettiamo un salto di qualità del servizio e una maggiore disponibilità di treni negli orari di punta per cominciare ad intravedere un futuro dignitoso del trasporto pubblico locale, anche ferroviario».

Queste le parole a caldo del segretario generale dalla Flit Cgil Ilario Simonaggio che la vicenda del cadenzamento la sta seguendo dall’inizio, anche attraverso una continua proposta di soluzioni e segnalazioni che non sempre sembra siano state recepite.

«Ora però» continua «è necessario passare dalla fase d’ascolto delle criticità a quella delle soluzioni, per presentare un servizio più attento ai bisogni con il nuovo anno».

E se il sindacato individua la richiesta di continuare a segnalare le criticità come la parte più convincente del comunicato regionale, le priorità da risolvere rimangono tante.

«Dagli orari e coincidenze sbagliate, alla insufficiente offerta negli orari di punta mattutini, sera, al sabato e festivi; dalla qualità a bordo a quella a terra ( informazioni, bus sostitutivi) passando per soppressioni, rotture di carico, coincidenze, integrazione gomma-ferro e biglietto unico. Adesso l’importante è che Rfi, Trenitalia e Regione si attivino per garantire un effettivo miglioramento del servizio dal nuovo anno».

Nel frattempo i pendolari affilano le loro armi e lanciano una nuova manifestazione a Venezia per il 14 gennaio prossimo a cui aderirà, tra gli altri, anche la Filt Cgil.

(r.s.)

 

Treni, i sindaci oggi da Chisso nuova protesta il 14 gennaio

Alle 12 a Veneto Strade l’assessore regionale riceverà gli amministratori della Venezia-Trieste

Simonaggio Filt Cgil: «Ci aspettiamo da subito i correttivi minimi che ci segnalano gli utenti» 

QUARTO D’ALTINO – I sindaci della linea Venezia-Portogruaro convocati dall’assessore Chisso sull’orario cadenzato. Così come avevano richiesto il giorno della protesta a palazzo Balbi, questa mattina, vigilia di Natale, alle 12, Silvia Conte, assieme ad una delegazione di primi cittadini del Veneto Orientale, assessori, amministratori della Riviera e del Miranese, sarà a Mestre, nella sede di Veneto Strade, dall’assessore regionale ai Trasporti, Renato Chisso.

«Vedremo cosa ci verrà detto questa mattina», spiega Silvia Conte, «i pendolari sono preoccupati, al massimo si riusciranno a tamponare le criticità maggiori, ma il tema aperto è quello di migliorare il servizio, le coincidenze, puntare sull’ intermodalità, la bigliettazione unica. Non si può risolvere oggi per domani.Vogliamo chiedere un cambio di rotta vero sul trasporto pubblico, speriamo che già domani (oggi ndr) si individuino soluzioni alle problematiche più urgenti: contiamo ci siano le risorse per qualche treno il sabato e la domenica e che si dia una risposta al problema della prima corsa del mattino: rimetterla all’orario di prima non comporta un aumento di costi, notturno era e notturno è». Conte poi, con il Codacons, sta vagliando se avviare una class action, se intentare un ricorso o un esposto alla Procura sui ritardi dei treni.

«Più che per fare proposte che abbiamo già avanzato, così come abbiamo segnalato i disagi», spiega il presidente della Conferenza dei sindaci e primo cittadino di San Donà, Andrea Cereser, «noi andiamo lì per ascoltare ciò che la Regione ci deve dire, ossia le soluzioni».

I sindaci, dunque, non cedono: si aspettano che Chisso spieghi le migliorie che metterà in campo per eliminare i disagi.

Sulla questione calda, interviene anche il segretario della Filt Cgil, Ilario Simonaggio: «Ci aspettiamo da subito almeno i correttivi minimi che ci segnalano gli utenti della linea. Bisogna adoperare la pausa delle festività per ripresentare il 7 gennaio il servizio sotto una condizione diversa, per tutto ciò che sarà necessario e possibile fare, in un tempo breve. Infine riteniamo che sia giunto il tempo di fare una analisi completa su tutte le mancanze ed inefficienze del servizio e della rete del trasporto pubblico locale. Se non suonasse amaro diremo che dopo l’insuccesso di questa settimana, difficile replicare in peggio, per cui si può davvero solo migliorare. Ma per farlo bisogna rivedere l’impianto ripristinando treni e orari in servizio sino al 14 dicembre scorso».

Venerdì si è svolto un volantinaggio tra i pendolari di Quarto d’Altino in stazione, i pendolari di Meolo stanno organizzando il car sharing. Ma soprattutto è in preparazione una nuova manifestazione a Venezia con marcia a Palazzo Balbi, contro l’orario cadenzato, alla quale la Cgil ha già dato la sua adesione, che si svolgerà il 14 gennaio.

Marta Artico

 

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