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RINCARI AUTOSTRADALI »DOPO IL VERTICE

Aiscat apre a riduzioni dei pedaggi del 20% ai veicoli leggeri: autostrasportatori insoddisfatti. Zaia a colloquio con il ministro

VENEZIA – Segnali concreti di apertura alla richiesta di sconti per i pendolari delle autostrade rivolta dal ministro Maurizio Lupi alle concessionarie della rete aderenti all’Aiscat. In assenza di dichiarazioni ufficiali, fonti societarie lasciano intendere che l’orientamento è quello di accogliere la proposta del titolare dei Trasporti: pedaggi abbassati del 20% per i pendolari, così da attenuare l’impatto dei rincari che tante proteste hanno sollevato. Ma il sì sarà accompagnato da una «rigida» definizione degli utenti pendolari – Lupi l’ha circoscritta a coloro che compiono almeno 40 viaggi al mese entro la distanza di 50 km – che includerà soltanto auto e moto. Al momento non si prevedono agevolazioni per il traffico pesante: l’Aiscat teme che ciò (sommato alla flessione della domanda da parte dei veicoli leggeri) comporterebbe un marcato calo di introiti ai caselli esponendola così al rischio di danno erariale nei confronti dello Stato che eroga la concessione. La risposta definitiva al ministro, in ogni caso, non sarà immediata («Sono in corso verifiche tecniche e simulazioni contabili») né l’entrata in vigore degli sconti a febbraio, caldeggiata dall’esecutivo, pare scontata. Per gli autostrasportatori – oggettivamente penalizzati dagli aumenti – è stato avviato un tavolo ad hoc, coordinato dal sottosegretario Rocco Girlanda; l’Unione europea riconosce ai camionisti riduzioni massime del 13% e le associazioni di categoria scalpitano e segnalano che il primo incontro ministeriale «non ha registrato alcun passo avanti». Sul versante politico e amministrativo, va segnalato l’incontro romano tra Lupi e Luca Zaia. Il governatore del Veneto, che nei giorni scorsi ha speso parole di apprezzamento per l’esponente del Governo, ha garantito pieno sostegno alla politica di sconti, auspicando un allungamento dei tempi di concessione che permetterebbe alle società di spalmare su un arco più campio (e quindi meno oneroso) i debiti contratti per gli investimenti: esemplare, in tal senso, il caso della Cav (50% Regione, 50% Anas) la cui concessione sul tratto Padova-Venezia è limitata 23 anni a fronte della pesante esposizione finanziaria legata alla costruzione del Passante. Anche l’altro leader del leghismo veneto, Flavio Tosi, nella veste di presidente dell’Autostrada Brescia-Padova, incontrerà a breve Lupi per discutere il sistema trariffario.

E proprio al Carroccio è diretto l’attacco di Stefano Valdegamberi: «I pedaggi potrebbero facilmente scendere del 15-20% facendo luce e pulizia nella gestione delle concessionarie, tutte in mano leghista», accusa il consigliere di Futuro popolare; che scandisce i nomi e le percentuali: «A capo della Brescia-Verona-Padova (ritocchi del +1,4%) c’è Tosi; presidente della A4, che alla Brescia-Padova sovrintende, è dal 1998 Attilio Scheck, anche lui della Lega. Autovie Venete hanno rincarato del 7% e hanno come vicepresidenti i leghisti Matteo Piasente e Ivano Faoro. Anche la Cav (da 0,80 a 2,80 euro nel tratto Mirano-Mestre) è a guida leghista, con Tiziano Bembo.

Punge anche Antonino Pipitone (Idv): «Roma ha tolto le castagne dal fuoco alla Regione Veneto ora il pallino torna a Zaia, speriamo faccia finalmente la sua parte».

Filippo Tosatto

 

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