Nuova Venezia – Marghera. Il regista di Vega 2 e’ Marchi “Vogliamo un polo fieristico”
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22
gen
2014
La Finint del presidente del Marco Polo controlla il fondo Sgr, associato a Condotte Immobiliare
Il trampolino di lancio è l’Expo 2015 che prevede Venezia come sede del progetto Acquae
MARGHERA – Nei 35 ettari di aree industriali dismesse in via delle Industrie, a Porto Marghera, solo i 10 ettari del Vega 1 sono stati edificati e da più di dieci anni, problemi finanziari a parte, ospitano oltre cento aziende ed enti, con tanto di laboratori di ricerca e incubatore di start up nel campo delle nuove tecnologie informatiche, dette Ict.
I 25 ettari (suddivisi nei lotti del Vega 2, Vega 3 e Vega 4) a tutt’oggi, dopo essere stati bonificati e portati a piano campagna, preservando gli scheletri degli ex magazzini azotati di Agrimont, sono rimasti vuoti. Ma presto potrebbero ridiventare il centro di un nuovo sviluppo della “Porta sud” di Venezia, grazie all’entrata in scena del fondo di investimento Sgr controllato dalla Finint (azienda con sede a Conegliano che occupa in totale 500 dipendenti) di Enrico Marchi, presidente della Save, la società che gestisce l’aeroporto Marco Polo. Finint a cui si è associata Condotte Immobiliare.
Tutto è cominciato nel 2007, quando Condotte Immobiliare ha comprato (al salatissimo prezzo di 25 milioni di euro, battendo i concorrenti del gruppo Guaraldo/Marinese) 5 ettari dell’area Vega 2, racchiusa tra il canale Brentella, via Righi e via Pacinotti, con l’intenzione di realizzare un nuovo centro direzionale e commerciale alle porte di Venezia. Ma l’anno dopo è scoppiata la grande crisi finanziaria globale, nata sulla scia della crisi del mercato immobiliare negli Usa e il progetto di Condotte Immobiliare di investire e costruire sul Vega 2 è rimasto nel cassetto. Ora però quel cassetto si è riaperto con un’operazione a quattro mani di Condotte Immobiliare e la Finanziaria Internazionale Investments Sgr spa, fondata nel 1980 da Enrico Marchi. Praticamente il fondo Sgr diventa proprietario dell’area del Vega 2 ceduta da Condotte che a sua volta diventa socia dello stesso fondo che investirà per realizzare, con leggere modifiche per dargli un’impronta anche come possibile polo fieristico veneziano, il progetto presentato 5 anni fa da Condotte Immobiliare e già autorizzato: costruire due edifici (Ursa e Maior), il primo di 4 piani con un’altezza di 15 metri, il secondo di 5 piani, alto 19,5 metri, intercomunicanti, con vista sulla laguna e affaccio su via Pacinotti e via Ferraris. Oltre ai due edifici il progetto di Condotte prevedeva 12.000 metri quadri di parcheggi coperti più 16.000 di parcheggio alberato e una piazza a lato di via Pacinotti, oltre ad un’arena a verde di circa 26.000 metri quadri e, ai bordi del Canale Brentella, percorsi pedonali e ciclabili. Il trampolino di lancio del Vega 2 potrebbe essere l’Expo 2015 di Milano che prevede, come sede del progetto Aquae 2015 di Expo Venice, la società presieduta da Cesare De Michelis, un chiaro obbiettivo per Venezia: realizzare un polo fieristico ed espositivo «policentrico» Venezia che va dalla Stazione Marittima al Parco di San Giuliano (con il Salone nautico), fino alla Giudecca, all’Arsenale, al Lido, al Quadrante di Tessera e al Vega di Porto Marghera . A confermare l’intera operazione è lo stesso Enrico Marchi, che spiega: «Condotte ha deciso di investire in Sgr che può contare su 5 miliardi di euro di fondi e che, in questo caso, gestirà la realizzazione del progetto Vega 2 in tutti i suoi aspetti, dal supporto finanziario all’operazione di compravendita alla realizzazione del progetto immobiliare. Ricordo che la finanziaria Sgr ha già investito a Venezia per realizzare gli archivi comunali». «Con questa operazione», aggiunge Marchi, «garantiamo finalmente lo sviluppo di una delle tre aree del Vega che, dopo le bonifiche, erano rimaste al palo. Questo dimostra che, malgrado i difetti che ha, crediamo in questo territorio e vogliamo investire in un’operazione che intende creare una nuova location tra Venezia e Mestre, per esposizioni e fiere mirate. Si tratta, insomma, di un’operazione che mira a dare a Venezia lo sviluppo di un settore terziario che abbia un senso e futuro per la città». Marchi, infine, si dice anche convinto del progetto Expo Venice perché «con investimenti seri e competenti come quelli che si stanno per realizzare si può contribuire alla crescita di questo territorio che è una location ideale per creare nuovi spazi espositivi in una città come Venezia che avrà così un polo di sviluppo a Nordest con il Quadrante di Tessera e a Sud con Porto Marghera».
Gianni Favarato