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Nuova Venezia – I danni del maltempo.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

12

feb

2014

Santa Maria di Sala a rischio

Mirano salva grazie ai lavori del Genio

MIRANO – Archiviata la fase di maltempo, parte anche nei comuni del Miranese la conta dei danni, ma anche la riflessione su quanto accaduto e quanto poteva accadere. Tutto sommato i canali hanno tenuto: i tecnici del consorzio Acque Risorgive sono riusciti a evitare il peggio, tuttavia i problemi restano. Mirano. Il sospiro di sollievo è doppio. Nei giorni della piena il livello del Muson è salito fino al livello della pescheria al ponte delle Barche. Pochi centimetri e sarebbe tracimato. Non sfugge ai miranesi la situazione del fiume fino a pochi mesi fa: a dicembre lo specchio d’acqua dei Molini era invaso da 5 mila metri cubi di terreno che il Genio civile aveva in programma di rimuovere a fine 2014. Il Comune ha insistito per farlo subito e alla fine sono stati trovati i fondi per anticipare di un anno i lavori. A Natale l’isolotto è stato rimosso. Naturale dedurre che se fossero stati seguiti i tempi previsti, il fiume sarebbe certamente esondato, allagando l’intero centro, come accadde nei primi anni Ottanta. I danni sarebbero stati incalcolabili. Santa Maria di Sala. Caltana, ma anche Campocroce sono tornati a mollo. È successo per un periodo limitato di tempo e questo ha ridotto anche i danni, ma l’avvertimento è lanciato: nonostante la pulizia dei fossi e i piani delle acque, nonostante tutto, i paesi restano a rischio. Nel Salese in particolare si domandano che fine abbia fatto il bacino di laminazione previsto in zona industriale. Il progetto è stato approvato in Regione lo scorso anno e prevede la sistemazione idraulico-ambientale del Lusore a monte della botte a sifone del Taglio: dovrebbe essere fatta un’area umida di circa 4,8 ettari, in prossimità della confluenza con lo scolo Fiumicello, composta da cinque bacini collegati tra loro. Danni. Il Comune di Mirano ha già invitato i cittadini a presentare l’elenco dei danni subiti entro venerdì. I moduli sono disponibili nel sito e in municipio. Lo stesso farà Santa Maria di Sala. Intanto prosegue il censimento delle devastazioni non private, a cominciare dalle strade: alcuni tratti si sono letteralmente sbriciolati dopo una settimana ininterrotta di acqua e le asfaltature non potranno essere fatte prima di primavera. Una vera e propria emergenza, che ha già provocato cadute e danni a mezzi in transito.

Filippo De Gaspari

 

Maltempo, allerta per fiumi e canali

Venti millimetri di pioggia in due ore: crolla il tetto di un vecchio edificio a Caorle

PORTOGRUARO – Torna la paura del maltempo nel Veneto orientale: l’allerta sembra essere rientrato per alcuni corsi d’acqua, ma decisive saranno le prime ore del mattino. Lunedì sera si è temuto il peggio quando, tra le 20 e le 22, sono caduti in due ore 20 millimetri di pioggia. A Concordia Sagittaria si sono allagate due strade del Paludetto, tra cui via Muteron. A Teglio Veneto si è innalzata, fino a raggiungere un livello preoccupante, la roggia Lugugnana. A San Stino sono tornati a farsi minacciosi i canali consortili della frazione di Sette Sorelle. A San Michele al Tagliamento si sono registrati, invece, i problemi più gravi. Si è alzato il livello del canale Fanotti, nei dintorni dell’ex zuccherificio Eridania, creando di nuovo apprensione tra i residenti. A Quarto Bacino si sono formati altri fontanazzi nei pressi dell’argine sul canale Lugugnana. Il Cavrato, il canale scolmatore del Tagliamento, ha raggiunto livelli che preoccupano. Complessivamente nella giornata di ieri e a sera di lunedì sono caduti altri 70 millimetri di piogge, quindi ben oltre le previsioni dello stesso Consorzio di bonifica Veneto orientale che ha riattivato il 100% degli impianti in propria dotazione. Una situazione che ha ricordato da vicino l’emergenza della scorsa settimana. Complice una punta di marea che alle 21 ha toccato i 122 centimetri, i livelli idrometrici nella rete di deflusso hanno ricominciato a salire, rendendo necessario un attento monitoraggio della situazione in tutto il comprensorio che si è protratto per tutta la notte e sta tuttora proseguendo. Gli 80 impianti idrovori consortili si sono automaticamente attivati e lavoreranno anche oggi al 100% della capacità per smaltire questa nuova ondata di precipitazioni. Il personale operaio e tecnico sta lavorando da ieri sera per presidiare il funzionamento degli impianti danneggiati, gli argini e i canali. Qualche allagamento riscontrato nei comuni di Concordia Sagittaria, Teglio, Cinto, San Stino e San Michele al Tagliamento. Altri di minore entità nel resto del comprensorio. Fortunatamente le previsioni meteo danno la situazione in leggero miglioramento. Nel frattempo proseguono le verifiche dei danni arrecati alle opere pubbliche di bonifica dalla piena di 10 giorni fa e che già superano i 4 milioni di euro. A San Gaetano, frazione di Caorle, le forti piogge hanno fatto crollare i tetti di vecchie abitazioni abbandonate ma situate proprio nei pressi di un borgo residenziale in cui abitano decine di famiglie. «Abbiamo sentito un grande boato» raccontano alcuni abitanti di Stradone Franchetti, «e ci siamo precipitati fuori a vedere che cosa fosse successo». Nessun danno a strutture di valore e soprattutto a persone. Le vecchie abitazioni non hanno retto al peso delle tonnellate d’acqua che, unite al forte vento, sono precipitate negli ultimi giorni.

(r.p.- g.can.)

 

Cinto. Il commissario Manno fa pulire i fossi

E via Risere questa volta non va sott’acqua

CINTO. Protezione civile da una parte; commissario Natalino Manno dall’altra. Questa la giusta amalgama che ha salvato Cinto dalle acque; un esempio di buona prassi amministrativa richiamato in una recente riunione per l’allerta meteo. Il commisario Natalino Manno, forte del supporto del Consorzio di bonifica e del Genio civile, ha ordinato ai proprietari dei terreni a rischio di provvedere alla ricalibratura dei collettori di raccolta delle acque. La quasi totalità degli interventi è stata realizzata in pochi giorni appena prima delle grandi piogge. Costretti alla ricalibratura dei loro fossi anche due grandi proprietari che hanno ricevuto un preciso diktat: «O lo fate entro breve con una data certa – ha intimato Manno – o interverrà il Comune con spese e relative sanzioni a carico vostro». Questi lavori andranno a completare il reticolo periferico degli scoli, mettendo così in sicurezza via Banduzzo e via Reghena come è avvenuto per le lottizzazioni Persiana, Verona e Torino. Risultato: situazione sotto controllo, compresa via Risere, salvo in due casi: la casa di nonna Elvira in via dei Prati e un’altra in via Reghena. «Non mi sono state segnalate particolare sofferenze per abitazioni o strutture varie» conclude Manno «Qui bastava pulire i fossi».

(g.p.d.g.)

 

MALTEMPO » DOSSIER REGIONE A Palazzo chigi

Zaia porta a Letta il conto dei danni: sinora 500 milioni

«Interi territori in ginocchio, il nostro bilancio è una goccia»

Una lettera ai parlamentari veneti perché facciano squadra

VENEZIA – Mezzo miliardo di danni già censiti (ma il bilancio è destinato ad aggravarsi), oltre 130 territori comunali coinvolti dall’ondata di maltempo. Il Veneto ferito da inondazioni e frane presenta il conto al Governo, destinatario del dossier trasmesso da Luca Zaia al premier Enrico Letta e al capo della Protezione civile Franco Gabrielli. È un report provvisorio («Già sappiamo che questa emergenza avrà una coda terribile di riflessi») che ricapitola quanto accaduto da Natale a oggi. In area montana le «abbondanti nevicate oltre i 1200 metri con accumuli fino a 4 metri e piogge intense», tra black out elettrici e devastazioni; in pianura gli «allagamenti per più giorni nelle campagne e nei centri abitati», con lesioni alle abitazioni, all’agricoltura e alle opere pubbliche; nei corsi d’acqua e nei litorali dell’alta costa, investiti «da violente mareggiate e minacciate da un’ingente mole di detriti». Montagna bellunese, Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani, gli epicentri di una crisi tradotta in cifre. Micidiali i danni alle rete di infastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e ancor più quelli alla rete idraulica principale e secondaria (213 mln concentrati nel Veneziano e nel Padovano); quindi le famiglie e le attività produttive colpite da nevicate ed esondazioni (73); i dissesti idrogeologici (37); la rimozione di neve, lo smaltimento di rifiuti, gli interventi igienico-sanitari (15); le sofferenze dell’agricoltura (10); le operazioni soccorso prestate dai vari corpi e dal personale civile (5). Tutto ciò senza tener conto dei contraccolpi alla stagione turistica invernale e dei disagi subìti dalla popolazione (35 mila utenze) privata per giorni dell’energia elettrica. Morale della favola? «Ho l’onere e l’onore di difendere le istanze dei veneti e lo farò fino in fondo», proclama il governatore «abbiamo stanziato un altro milioni per le spese urgenti della Protezione civile e faremo ricorso ad ogni risorsa di bilancio disponibile ma è una goccia nel mare in tempesta. Il Governo ha il dovere di stanziare i fondi necessari a rimetterci in piedi, ogni anno le nostre imprese versano a Roma 21 miliardi, abbiamo il diritto di essere ascoltati». Letta, però, ha che le risorse disponibili nel Fondo di solidarietà nazionale sono assai scarse: «È tutto da dimostrare, noi attendiamo risposte adeguate e in tempi rapidissimi». Non basta. Zaia ha accompagnato il dossier da una lettera a tutti i parlamentari veneti, invitati a “fare squadra” per strappare un risultato positivo: «La drammaticità degli eventi mi porta a chiedere tutta la vostra collaborazione. La Regione con le sue sole forze è, di fatto, impotente. Mi rivolgo, pertanto, alla vostra sensibilità – e conto sull’azione che ciascuno di voi potrà promuovere nell’esercizio del proprio mandato». Alle critiche da sinistra circa l’eccesso di attendismo, Zaia replica sottolineando che il Piano straordinario successivo all’alluvione del 2010 ha erogato 24 milioni nel 2013 e ne stanzierà ulteriori 100 milioni da qui al 2015. Poi la frecciata: «L’opposizione, quattro anni fa, mi sollecitò ad andare a Roma a battere cassa con un Governo del mio stesso colore politico: ora ha cambiato idea, basta che si mettano d’accordo… Un’asse con il ministro Zanonato? Per tutelare la gente veneta, sono pronto a fare sponda con tutti». E mentre Cassa di Risparmio del Veneto stanzia 10 milioni di prestiti agevolati a famiglie e imprese danneggiate dalle precipitazioni, il gruppo leghista in Consiglio, chiede far ricorso immediatamente al Fondo di solidarietà europeo e provvedere alla defiscalizzazione per due anni delle zone colpite: «Misure indispensabili», affermano Federico Caner e Cristiano Corazzari «contiamo sul sostegno dell’intera assemblea».

Filippo Tosatto

 

Detriti sulle spiagge: da Conte due milioni e una deroga ai sindaci sullo smaltimento

VENEZIA – Il materiale giacente sulle spiagge marittime (nella foto, detriti sul litorale di Jesolo), lacustri e sulle rive dei corsi d’acqua a seguito dell’ondata di maltempo, dev’essere considerato come rifiuto urbano – non speciale – e come tale va gestito ai fini del successivo smaltimento o recupero. Lo ha precisato la giunta regionale con un provvedimento i deroga, proposto dall’assessore all’ambiente Maurizio Conte, con cui in relazione al carattere di eccezionalità ed urgenza determinatosi a causa degli intensi e ripetuti fenomeni meteorologici che hanno interessato il territorio veneto vengono fornite alle amministrazioni comunali rivierasche prime indicazioni sulle azioni più idonee per la gestione dei materiali depositati sulle spiagge, sulle sponde dei laghi e sulle rive dei corsi d’acqua. I sindaci direttamente interessati potranno quindi adottare apposite ordinanze, a tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Le indicazioni approvate dalla Regione – che ha anticipato 2 milioni per le opere di smaltimento – richiedono che sia effettuata una preventiva e accurata selezione per separare le frazioni recuperabili o riutilizzabili dei rifiuti in questione, da conferire presso apposite realtà in grado di gestire legittimamente il materiale. Qualora invece il rifiuto non presenti caratteristiche tali da consentirne il recupero o il riutilizzo sarà necessario assicurare il conferimento presso impianti di smaltimento autorizzati. «Era il minimo che dovevamo e potevamo fare in una situazione come questa, dove al danno materiale già gravissimo causato da maltempo se ne sarebbe aggiunto uno, costoso e di lunga durata, da strabismo burocratico che purtroppo è tipico di un Paese che sa solo vietare», è il commento al provvedimento dell’assessore alla mobilità Renato Chisso, che ricorda come i Comuni balneari colpiti dal maltempo siano «letteralmente in trincea». Soddisfatto anche il Pd: «Il provvedimento accoglie ciò che avevamo sollecitato», dichiara il capogruppo Lucio Tiozzo «superato questo nodo, resta però molto da fare per la messa in sicurezza. È necessario un piano per la realizzazione di opere in grado di difendere in modo costante i nostri arenili. La Giunta si concentri su questa priorità».

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