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Nuova Venezia – Piano Casa, un vertice a Treviso

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

11

mar

2014

nuovi limiti alle volumetrie

Oggi in Consiglio la delibera approvata anche dagli altri Comuni

Il nuovo Piano casa sarà gestito dai Comuni. Che imporranno limiti «sostenibili», caso per caso, all’aumento di volumetrie e nuove edificazioni. È quanto concordato ieri a Treviso dai tre comuni della Città metropolitana e dagli altri capoluoghi veneti sul fronte della nuova legge per gli incentivi all’attività edilizia. L’assessore all’Urbanistica del Comune Andrea Ferrazzi ha illustrato a nome del sindaco Giorgio Orsoni la politica seguita dall’amministrazione veneziana al sindaco di Treviso Giovanni Manildo e agli assessori delle altre città.

«Abbiamo deciso di approvare una delibera», dice Ferrazzi, «che fissa dei limiti e dei vincoli. Se non lo avessimo fatto, la nostra città avrebbe avuto l’80 per cento degli edifici a rischio, con la possibilità di trasformarli da residenza ad attività ricettiva, affittacamere e alberghi».

La legge approvata dalla giunta regionale Zaia su proposta del vicepresidente e assessore all’Urbanistica Marino Zorzato esautorava di fatto gli enti locali dalla programmazione urbanistica sul loro territorio. Concedendo «premi» in volumetrie a chi effettuava intervento innovativi sul suo patrimonio edilizio. Un rischio enorme, in particolare a Venezia, a cui adesso il Comune ha posto riparo. Oggi il Consiglio comunale dovrebbe approvare la delibera, già licenziata dalla giunta (e già approvata da Padova e Treviso, Belluno e Vicenza seguiranno a breve), che introduce un nuovo elenco annuale delle attività ammesse. E in pratica un limite agli interventi e agli aumenti di volumetria. Un paletto per contrastare «l’illegittimità » della legge regionale, che a differenza delle due precedenti sullo stesso argomento (del 2009 del 2011) non prevedeva la delega ai comuni. Così le amministrazioni locali hanno fatto fronte comune e hanno deciso di portare avanti provvedimenti simili da far approvare dai rispettivi Consigli comunali.

La nuova delibera si configura adesso come una proposta di legge regionale che ha come primo firmatario il sindaco. Che dunque dovrà costituire impegno concreto, per il legislatore regionale, a modificare le normative approvate alla fine di novembre del 2013 con la legge reigonale 32.

(a.v.)

 

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