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Slitta la pubblicazione del provvedimento del Tar che dovrà decidere sulle limitazioni dei transiti in Bacino San Marco

È slittata a stamattina l’ordinanza del Tar che dovrà decidere sul divieto di passaggio delle navi in bacino San Marco. Ieri il Tribunale amministrativo ha pubblicato sentenze e ordinanze. Ma quella sulle navi non c’era. Tensione, ma anche cauto ottimismo tra gli operatori del porto. I tempi lunghi dell’udienza di giovedì e la durata della camera di consiglio danno alla Vtp, la società Venezia terminal passeggeri che ha presentato il ricorso, concrete speranze che l’istanza sia accolta. La questione riguarda il passaggio delle grandi navi in canale della Giudecca nel 2015. La Capitaneria di Porto ha firmato un’ordinanza che in applicazione di quanto stabilito dal governo pone limiti ai passaggi. Dal prossimo anno non dovranno più transitare in laguna navi di stazza «superiore alle 96 mila tonnellate». Limite che Vtp e le imprese del porto ritengono «assurdo e penalizzante» in assenza di alternative. Invocando il grave danno economico che ne deriverebbe, le imprese si sono rivolte al Tar. Che ha discusso la questione giovedì riunendosi per oltre un’ora, con tempi insolitamente lunghi. Sono depositati anche ricorsi di segno opposto – quello firmato dal Comune che ritiene il limite troppo basso – ma adesso la decisione sulla sospensiva riguarderà i limiti del 2015. Se, come è possibile, i giudici amministrativi accoglieranno la richiesta di sospendere l’ordinanza, la situazione tornerà al punto di partenza. Cioè quando la via d’acqua sarà riaperta alla fine dei lavori di posa dei cassoni del Mose al Lido – a metà aprile – le navi potranno tornare a passare, senza alcun limite. Con un sospiro di sollievo da parte degli operatori del porto e prevedibile ripresa delle polemiche da parte dei comitati di cittadini. Se invece il Tar dovesse dar torto ai ricorrenti, l’ordinanza entrerebbe in vigore. «Sarebbe un disastro», hanno detto gli operatori, industriali e sindacati insieme, «perché il lavoro verrebbe a mancare».

Tesi che i sostenitori delle alternative non condividono. «Realizzando le alternative il lavoro crescerebbe, perché potremmo ospitare molte più navi », replica il senatore Felice Casson, primo firmatario della mozione approvata dal Senato che chiede di realizzare in tempi brevi alternative. Ma il fronte del porto si oppone, compatto. E minaccia manifestazioni per far pressione sul governo. Primo passo sarà quello della sentenza, la cui pubblicazione è attesa per stamattina.

Alberto Vitucci

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Trevisanato: «In aprile il nuovo terminal per le navi da crociera

Otto terminal per otto grandi navi. Sarà inaugurata ai primi di aprile la nuova Stazione Marittima, realizzata in banchina Tagliamento negli edifici 109 e 110. Nuova infrastruttura che secondo Sandro Trevisanato, presidente della Vtp, renderà il porto di Venezia «primo in Europa». «Le crociere crescono in tutto il mondo, in Italia invece caleranno del 10 per cento», dice, «colpa della burocrazia e dei troppi controlli delle Autorità portuali. Ma anche del caso Venezia, che mette a rischio il traffico delle grandi navi in tutto l’Adriatico. Dobbiamo discutere di alternative, ma intanto non possiamo penalizzare un settore che tutta Europa ci invidia e dà lavoro». Alla fine dei lavori il nuovo Terminal 109-110 – tra la stazione 107-108 e i traghetti, potrà accogliere altre due navi, otto in totale nel bacino

 

lo firmano duferco e consulting

Presentato ieri in Capitaneria il progetto Lido di De Piccoli    

Duferco Italia holding e Consulting srl. Sono le due imprese che hanno depositato ieri in Capitaneria di porto il nuovo progetto per la realizzazione del terminal crociere in bocca di Lido. Si chiama «Venice cruise 2.0» e sviluppa, si legge in una nota delle due aziende, «lo studio di fattibilità predisposto nel giugno del 2012 da Cesare De Piccoli e presentato alle Autorità competenti». Si tratta di un vero e proprio progetto preliminare, che sarà sviluppato dalla società di ingegneria Duferco Engineering spa di Genova. «Un progetto», fanno sapere le aziende, «che si è avvalso della collaborazione di numerosi tecnici specializzati ed è quindi pronto per essere esaminato. Sarà presentato nei prossimi giorni. Si tratta dell’ultima proposta presentata alla Capitaneria di porto, che il 20 marzo dovrà inviare tutti gli elaborati disponibili al ministero delle Infrastrutture. La proposta di De Piccoli, già viceministro alle Infrastrutture, parlamentare europeo e vicesindaco di Venezia, nasce alla metà degli anni Duemila come ipotesi alternativa alle dighe del Mose. Prevedeva di alzare i fondali in bocca di Lido – rendendo quindi inutili le dighe – realizzando per le navi che non sarebbero più entrate in laguna un terminal davanti all’isola artificiale del bacàn. I passeggeri sarebbero arrivati a Punta Sabbioni con motonavi o in auto per imbarcarsi sulle Grandi navi.

(a.v.)

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le alternative

Otto progetti pronti per Roma

Il canale Contorta e Marghera

Otto progetti pronti a partire per Roma. Tante sono le alternative che adesso il ministero delle Infrastrutture dovrà esaminare per poi sottoporle alla Valutazione di impatto ambientale e Valutazione strategica. C’è il progetto “Venice cruise 2.0” di Cesare De Piccoli. E poi,sempreper la Marittima in bocca di Lido, davanti all’isola del Mose, il progetto di Luciano Claut, architetto veneziano, assessore all’Urbanistica di Mira e il progetto per la «tangenziale » dietro la Giudecca, finanziato da Vtp. E l’idea di spostare la Marittima a Marghera, progetto per il canale Brentelle e il Canale Industriale elaborato dallo studio di architettura di Roberto D’Agostino. Infine il canale Contorta Sant’Angelo, nuova via d’acqua per unire il canale dei Petroli all’attuale Marittima progettato dall’Autorità portuale. «Unica soluzione alternativa» secondo il Porto, che ha anche chiesto al governo di inserire il suo progetto – secondo gli ambientalisti illegittimo perché proibito dalle leggi in vigore – nella Legge Obiettivo. Il Comune non ha presentato suoi progetti, ma con il sindaco Giorgio Orsoni sostiene l’idea di Marghera.

(a.v.)

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