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Celentano contro il Tar: miserabili

Su “Il Fatto” attacca duramente la sentenza, le “navi degli inchini” e la politica

«Nemici dell’arte e della cultura, carnefici della bellezza. Miserabili ». Adriano Celentano usa parole pesanti per commentare la sentenza del Tar che ha annullato i limiti ai passaggi delle grandi navi in canale della Giudecca.

E in un articolo pubblicato sul «Fatto» attacca il Tar, la politica e i sostenitori delle crociere in laguna. «Povera Venezia! Ha nemici su tutti i fronti», scrive il cantante, che già sulla questione era intervenuto più volte sui giornali e in tv e a sostegno del Comitato No Grandi Navi, «purtroppo dobbiamo riconoscerlo: le navi degli inchini sono davvero potenti. Non solo per le loro mostruose dimensioni in grado di scatenare tragedie come quelle dell’isola del Giglio. Ma soprattutto per la lunga e interminabile cortina di ferro alzata dal terribile silenzio della censura».

«Insomma, un filo spinato lungo chilometri ma invisibile, e proprio per questo ancora più pericoloso, poiché il suo reticolato è direttamente e saldamente piantato non nella terra, ma nell’animo di chi vuole uccidere l’arte della cultura. Unica e ultima spiaggia per capire chi siamo e da dove veniamo. Senza di lei non ci sarebbe più neanche il mare. E forse per questo Dio ha voluto che tre quarti della Terra fosse coperta dall’acqua.

«Uno spreco abnorme», avranno pensato i carnefici della bellezza. Tutta quell’acqua poteva essere tranquillamente edificabile. Pensate quanti grattacieli si potrebbero costruire sulla laguna di Venezia se non ci fosse l’acqua. E non è detto che non ci stiano pensando».

«Per ora dobbiamo accontentarci di quelli che galleggiano, alti 60 metri pari a un palazzo di 20 piani, in attesa che il governo darà l’ok per il prosciugamento delle acque. Ma la cosa che più di tutti mi ha colpito, leggendo alcuni giornali, è che i veri nemici di Venezia pare che siano proprio i veneziani. Ma com’è possibile? Non posso credere quindi, che per amore di “qualche skeo in più” vi si annebbi la vista e soprattutto la mente, a tal punto da non rendervi conto di quali bellezze siete circondati ».

«Ma il nemico più feroce è il Tar del Veneto. Che in modo ottuso e spregiudicato ha dato torto ai tanti oppositori dello scempio Veneziano. Le gigantesche imbarcazioni non solo, secondo il Tar, devono continuare a sfilare davanti al Palazzo Ducale ma«più le navi sono pesanti, e meglio è per Venezia e la grande sciagura stabilita da coloro che stanno tentando di assassinarla».

 

Orsoni: «Per fare presto non resta che Marghera»

Il sindaco insiste per l’alternativa in canale Brentella.

Casson e Puppato (Pd) interrogano il governo: «La decisione del Tar preoccupa, subito nuovi limiti»

«L’unica soluzione alternativa realizzabile in tempi brevi è quella di Marghera. Ne sono convinto e domani lo spiegherò al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi». Il sindaco Giorgio Orsoni tira dritto. Respinge le accuse del Porto e del presidente Paolo Costa («Noi rispettiamo gli accordi, è lui che fa in modo che non si possano rispettare») e spinge perché il governo metta in campo l’alternativa da sempre sponsorizzata da Ca’ Farsetti.

«Una parte di Marghera si può attrezzare subito a terminal per le navi più grandi», dice il sindaco, «se si vuole si può fare tutto in tempi molto brevi, senza arrecare danno alla crocieristica ».

Il sindaco ieri a Roma ha incontrato dirigenti e responsabili del ministero per l’Ambiente e dei Beni culturali. Due dicasteri che a differenza delle Infrastrutture non hanno sposato l’ipotesi del nuovo canale, e si sono espressi per la riduzione dei passaggi delle navi e delle loro dimensioni.

«La questione va risolta al più presto», insiste Orsoni, «nel rispetto del lavoro e della città».

Il Tar ha sospeso l’ordinanza firmata dalla Capitaneria di porto, insieme all’Autorità portuale e Magistrato alle Acque, che in applicazione delle indicazioni del governo poneva limiti di passaggi per il 2014 (meno 12,5 per cento) e fissava per il 2015 il divieto di passaggio in Bacino alle navi al di sopra delle 96 mila tonnellate. Secondo i giudici amministrativi non sono stati però dimostrati i rischi che sarebbero alla base del provvedimento. E nemmeno illustrate le soluzioni alternative. Insomma, le limitazioni sono state assunte «in assenza dello specifico presupposto richiesto per la relativa adozione».

Secondo il Tar i provvedimenti sono viziati, «come del resto le direttive del ministero delle Infrastrutture da genericità e indeterminatezza ». Adesso si aspetta la sentenza di merito per il 12 giugno. Ma il giudizio del Tar, secondo gli esperti, è già in parte una risposta nel merito.

E ieri i senatori del Pd Felice Casson e Laura Puppato hanno presentato una nuova interrogazione urgente ai ministri delle Infrastrutture e dell’Ambiente.

«La decisione del Tar Veneto», scrivono, «lascia interdetti e molto preoccupati per le conseguenze che da essa possono derivare, e per i rischi a cui espone una città unica al mondo come Venezia». I due parlamentari ricordano come il Senato abbia approvato all’unanimità, il 6 febbraio scorso, un ordine del giorno in cui invita il governo a esaminare le alternative con un processo «trasparente e partecipato, in base alla compatibilità ambientale, la reversibilità, l’impatto economico, la sostenibilità nel lungo periodo». Casson e Puppato chiedono al governo di «intervenire con la massima sollecitudine per fissare i limiti per l’accesso delle navi in laguna, tutelando una città unica al mondo e garantendo l’occupazione».

Alberto Vitucci

 

Sono sette i progetti inviati a Roma

La Capitaneria li ha trasmessi ieri mattina. Riguardano il Lido (4), Marghera e i due nuovi canali al ministero delle Infrastrutture. Il “pacco” è stato spedito ieri mattina dall’ammiraglio Tiberio Piattelli, comandante della Capitaneria di porto, e adesso dovrà essere il governo ad avviare il confronto sulle ipotesi alternative. Sette, alla fine, i progetti veri e propri depositati. Quattro riguardano il nuovo terminal alla bocca di porto di Lido. Come il progetto «Venice Cruise 2.0» di Cesare De Piccoli, firmato da Duferco Engineering e Consulting. Idea presentata già una decina di anni fa dall’ex viceministro ed ex vicesindaco, ai tempi delle alternative al Mose. Nuova stazione marittima galleggiante in bocca di porto di Lido, tra Punta Sabbioni e l’isola artificiale del Mose. Stesso luogo identificato da altri tre progetti depositati. Come quello di Luciano Claut, architetto veneziano e assessore a Mira per il Movimento Cinque Stelle. Qui le navi andrebbero attraccate in un struttura longitudinale davanti all’isola artificiale del Mose. Quattro grandi navi potrebbero attraccare nella prima fase, sei nella seconda. Tempi relativamente brevi (un paio d’anni per le prime strutture). Nel progetto definitivo presentato anche gli approfondimenti sui vantaggi economici, con uno studio del professore di Ca’ Foscari, l’economista Giuseppe Tattara. E sul nuovo disegno urbanistico con lo studio del docente Iuav Carlo Giacomini. «Merci e passeggeri», dice Claut, «potrebbero arrivare al Lido con battelli più piccoli, non sarebbe un problema». Sempre in bocca di Lido è la stazione Marittima progettata dall’architetto Giovanni Fabbri, come quella di Stefano Boato e Maria Rosa Vittadini. Il vantaggio di queste proposte, dicono i proponenti, «sarebbe quello che le navi potrebbero arrivare a Venezia stando fuori dalla laguna, dove i fondali potrebbero essere ridotti. E nell’attuale Marittima si potrebbero creare nuovi posti di lavoro specializzati in congressi, yachting e navi di lusso di medie dimensioni». Alle quattro alternative del Lido si aggiunge l’ipotesi Marghera. Caldeggiata dal Comune e da un gruppo di industriali, presentata formalmente dallo studio di architettura di Roberto D’Agostino. Ormeggi per le navi in canale Brentella, altri due nel canale Industriale Ovest. per far girare le navi è previsto lo scavo di una bretella davanti ai depositi dell’Agip. Anche in questo progetto si propone un uso alternativo dell’attuale Stazione Marittima, con la realizzazione di strutture per i congressi e case oltre alla parte degli approdi per yacht. Infine, le due alternative più note. Sostenute dall’Autorità portuale e da Vtp. Il nuovo canale Contorta Sant’Angelo, profondo dieci metri e largo più di duecento, lungo sette chilometri, che dovrebbe collegare il canale dei Petroli alla Marittima. E infine il nuovo canale «tangenziale» dietro la Giudecca, idea dell’attuale sottosegretario Enrico Zanetti finanziata daVtp.

(a.v.)

 

davanti alla certosa

Fanghi sospetti in laguna, una segnalazione al Comune

Fanghi sospetti in laguna. L’enorme chiatta «Vittorio veneto » scarica da giorni con una grande gru fanghi provenienti dal canale di Tessera, dove sono in corso i lavori di approfondimento del canale a cura del Magistrato alle Acque. Una denuncia è stata inviata in Comune da alcuni aderenti all’associazione Ambiente Venezia, con tanto di foto allegate. Una segnalazione urgente è stata inviata all’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin da parte del consigliere del gruppo Misto Renzo Scarpa.

«Davanti all’isola della Certosa, tra il canale Ondello e il canale dei Marani», scrive Scarpa, «si stanno movimentando sedimenti a quanto pare in assenza di particolari cautele. I fanghi infatti finiscono in acqua, e questo preoccupa vista la loro provenienza, tratandosi di uno dei canali più trafficati della città».

All’assessore all’Ambiente Scarpa ha chiesto anche di verificare che tipo di lavori si stiano compiendo a fianco dell’isola di Sant’Andrea, dove è spuntato un grande cassero con palancole in ferro per contenere altri fanghi scavati. «Sono luoghi di alto valore ambientale », scrive Scarpa, «è necessario un intervento di controllo ».

(a.v.)

 

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