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Spinea. Lo statuto approda in Consiglio, le minoranze non partecipano al voto

SPINEA – Nuovo stop all’Unione dei comuni: la corazzata comunale dei sei municipi del Miranese s’incaglia a Spinea, dove in Consiglio approdavano martedì sera statuto e atto costitutivo. Dopo circa un’ora e mezza di dibattito, se ne esce con un nulla di fatto. Ampiamente previsto, perché per l’approvazione era richiesta la maggioranza qualificata dei due terzi, ma anche nella stessa maggioranza i dubbi non mancano, con Alfonso Delfino, Italia dei valori, che ha finito per votare contro. Il passaggio consiliare di Spinea era condizionato dalla campagna elettorale, praticamente già in atto.

«Evidente l’inopportunità del momento», spiega Claudio Tessari, che come tutte le minoranze decide di non partecipare al voto, «non capisco questa fretta, avviamo una riflessione e un confronto con i cittadini, che non sanno ancora nulla e i dipendenti, che ne sono all’oscuro. Non abbiamo capito come farà un territorio di 150 chilometri quadrati e 120 mila abitanti ad avere solo una quarantina di effettivi di polizia locale».

Per Luca D’Atri, Pd: «Approvarlo ora è un atto di responsabilità, nessuna interferenza col voto amministrativo, anche perché l’Unione è un atto trasversale ».

Il sindaco Silvano Checchin chiarisce: «Quando la giunta fa una riorganizzazione dei servizi, non lo chiede prima ai cittadini. Noi stiamo facendo questo: la questione è tecnica, procediamo a piccoli passi, condividendo solo tre funzioni e non vincoliamo nessuno, con la futura giunta che potrà ambiare rotta».

La delibera, tra perplessi, contrari e assenti e dopo il rinvio di Santa Maria di Sala e la bagarre di Mirano, non passa neppure a Spinea.

Il 7 aprile ci prova Noale, l’8 ancora Mirano e Salzano.

La strada però è in salita e l’obiettivo di ottenere il via libera all’Unione in tutti i comuni prima del voto del 25 maggio, diventa un miraggio.

(f.d.g.)

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