Gazzettino – Marghera. Tutti in auto per salire sulla Nave.
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
16
apr
2014
MARGHERA – Domani l’inaugurazione del centro commerciale lungo la Romea
I concorrenti, nel passato, hanno portato in dote ai rispettivi Comuni un sottopasso e un sovrappasso ferroviario e uno svincolo autostradale. Il gruppo olandese Corio, promotore attraverso la Blo srl della “Nave de Vero” che domani apre al pubblico, ha messo sul piatto una rotatoria sulla Romea da 4,5 milioni di euro, un sottopasso ciclopedonale per via Colombara e, ultima arrivata, una rotatoria per regolare l’accesso sul lato Nord di via Bottenigo. Una sorta di “compensazione” per l’aumento del traffico diretto al nuovo centro commerciale dove, beninteso, sarà di fatto impossibile arrivare con i mezzi pubblici. Sulla pagina facebook della “Nave de Vero” – che oggi apre ma solo per la stampa – si legge che non ci sarà una navetta per i clienti provenienti da Venezia, mentre per i mezzi pubblici ci si si dovrà servire del tram e delle linee di bus esistenti (6/ e 13), il cui capolinea peraltro dista almeno 400 metri.
Tutti in auto, dunque, lungo la nuova rotatoria che si prepara ad affrontare l’assalto dei clienti: fra vendite sottocosto (è il caso della catena Mediaworld) e curiosi richiamati dal design d’avanguardia del complesso che vanta standard elevati di bioedilizia, non ci sarà da sentirsi soli. «Spero – confida il presidente della Municipalità, Flavio Dal Corso – che la gente si servano della Romea, senza passare per il centro di Marghera. In ogni caso finora i promotori del centro hanno rispettato gli impegni presi con il Comune e la Municipalità», che subordinavano appunto l’agibilità alla realizzazione della maxi-rotatoria. Il resto dovrà essere testato “sul campo”, come avvenuto con i principali concorrenti della Grande distribuzione. Con i quali lo scontro, fra promozioni, eventi e ribassi, è già aperto.
(a.fra.)
«Costretti ad aprire anche a Pasquetta»
O tutti o nessuno. Qualcuno avrebbe voluto chiudere per due giorni, domenica e lunedì, ma la concorrenza tra i centri commerciali della provincia ormai è spietata e il risultato è che a Pasquetta saranno tutti aperti.
«C’era la volontà di tenere chiuso domenica e lunedì – spiega il direttore del Carrefour di Marcon, Valerio Gortan – ma quando si è saputo che a Pasquetta apriranno Auchan, Nave de Vero, Panorama e Iperlando anche il Valecenter si è dovuto adeguare». Domenica ad aprire saranno solo alcuni punti vendita Billa a Venezia ma a Pasquetta e il 25 aprile ci sarà l’imbarazzo della scelta. Una decisione quasi obbligata per la Nave de Vero di Marghera, che sarà inaugurata domani e che punta a strappare un po’ di clienti agli altri colossi dello shopping. Saracinesche alzate a Pasquetta e il 25 aprile anche per Auchan, Panorama e centro Le Barche, oltre che per l’Outlet di Noventa. A Marcon però la decisione ha fatto arrabbiare i lavoratori che hanno organizzato per stasera un incontro in parrocchia a Dese assieme a don Enrico Torta e alle responsabili del movimento “Domenica No grazie”. Nel giorno di Pasquetta, ad esempio, nel solo Carrefour serviranno circa 100 persone e il malcontento è diffuso.
«Ci dispiace per i lavoratori che non sono d’accordo con questa decisione – commenta Gortan – Ci teniamo a precisare però che, per quanto riguarda il Carrefour, nessuno è costretto a venire al lavoro e per coprire i posti mancanti ci rivolgeremo agli interinali». Proprio nei giorni scorsi sulla questione era intervenuto anche il Patriarca Francesco Moraglia criticando la decisione della catena Billa di tenere le saracinesche alzate a Pasqua per i turisti del centro storico. Secondo un sondaggio di Confesercenti Venezia solo un veneziano su dieci farà acquisti a Pasqua e in pochi, meno del 10%, dedicheranno allo shopping la Pasquetta. «Quando finirà la corsa alle assurde aperture domenicali e festive?» – si chiede Maurizio Franceschi, direttore Confesercenti Venezia – Aprire sempre non serve ai cittadini né al rilancio dei consumi ma solo ai centri commerciali che crescono a dismisura. Di fronte a una crisi economica così lunga e profonda, la torta complessiva dei consumi non è aumentata, quella che si è ingrandita è la “fetta” della grande distribuzione, che danneggia i negozi di vicinato e le piccole imprese del commercio».
Melody Fusaro