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Legge obiettivo, con corsia accelerata, per approvare e realizzare il progetto alternativo al passaggio delle grandi navi in Bacino di San Marco. Lo ha deciso il ministro all’Ambiente Galletti d’intesa con Lupi. Contrario Orsoni: «Atto illegittimo».

LA DECISIONE DEL MINISTERO »LE ALTERNATIVE AL PASSAGGIO IN BACINO

«Legge obiettivo per le grandi navi»

La decisione del ministro all’Ambiente Galletti, d’intesa con Lupi (Infrastrutture). Oggi a Roma vertice tra ministri

Atto illegittimo solo il Comitatone può decidere dopo aver compiuto la Valutazione d’impatto ambientale

Strada ancora lunga

Corsia accelerata per l’approvazione e la realizzazione del progetto alternativo al passaggio delle grandi navi in Bacino di San Marco, con il ritorno all’uso della Legge Obiettivo, deciso dal nuovo ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti d’intesa con quello alle Infrastrutture Maurizio Lupi, da sempre sostenitore di questa procedura, contestata invece a Venezia, a cominciare dal sindaco Giorgio Orsoni. Per oggi è previsto un vertice ministeriale tra Galletti, Lupi e il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che dovranno discutere dei sette progetti alternativi inviati dalla Capitaneria di Porto, in vista della Valutazione d’impatto ambientale, annunciata in tempi brevi. Ma già ieri si è svolta al Ministero dell’Ambiente una riunione preparatoria in cui è stato deciso appunto il ritorno alla Legge Obiettivo per la realizzazione rapida del progetto, sostenuto anche dalla Regione e non a caso il primo a congratularsi con Galletti per la decisione è stato l’assessore regionale all’Ambiente Renato Chisso.

«La scelta di inserire in Legge Obiettivo la soluzione alternativa al passaggio delle navi in bacino San Marco per raggiungere la Marittima – commenta Chisso – è una buona notizia. In questo modo si risparmiano 41 mesi ed è tutto tempo guadagnato per non far morire un settore che in questi mesi è stato messo ingiustamente sotto accusa. Una notizia che ridà speranza alle migliaia di persone che temevano di perdere il posto di lavoro».

La decisione ministeriale sembra fatta apposta per mettere in pole-position in particolare due progetto sugli altri: quello dello scavo del canale Contorta-Sant’Angelo, sostenuto dall’Autorità portuale e quello invece della nuova “tangenziale” acquea alle spalle del canale della Giudecca, caldeggiata dalla Venezia Terminal Passeggeri.

«Il buonsenso dovrebbe aiutare a capire – ha dichiarato ieri Galletti – che le Grandi navi non possono entrare nel centro storico di città fragili come Venezia, ad esempio, dove qualche settimana fa è successo un incidente con un nave da crociera. Non serve essere esperti di idraulica o architettura, per capirlo, ma voglio dire che di concerto con il ministero delle Infrastrutture, stiamo valutando e studiando tutte le soluzioni alternative. Dobbiamo essere molto attenti a tutelare l’ambiente, ovviamente, ma anche ricordarci che la vita delle città e delle persone è fatta di attività commerciali, di imprese che per lavorare hanno bisogno del turismo. Quindi ci adopereremo perchè le Grandi navi non passino in città fragili, ma avendo l’accortezza di individuare una soluzione alternativa che non penalizzi il flusso turistico nella zona interessata».

Molto duro sull’annuncio dell’adozione della Legge Obiettivo per il progetto alternativo per le grandi navi, il sindaco Orsoni, ieri a Roma: «Ho detto anche al ministro Lupi che ho incontrato oggi (ieri ndr) nella Conferenza Stato-Regioni che se adotteranno la Legge Obiettivo per accelerare il progetto commetteranno un atto illegittimo. Una decisione del genere può essere presa solo all’interno del Comitatone, dopo che sia stata compiuta una seria e approfondita Valutazione d’impatto ambientale su tutti i progetti alternativi presentati. C’è un voto del Senato che vincola il Governo a questo percorso e se si pensa, invece, di forzare la mano, si rischiano brutte sorprese, Ma la strada è ancora lunga».

Enrico Tantucci

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«I lavori del Mose non hanno fatto danni»

Parla Fabris: abbiamo agito secondo le disposizioni del governo, tutti ne erano a conoscenza

«Il Mose è un’opera prioritaria dello Stato eseguita nei modi e tempi previsti, a conoscenza di tutte le autorità interessate, a cominciare dall’Autorità Portuale. Se lo Stato ci dirà che dovremo risarcire in qualche modo Autorità portuale e Venezia Terminal passeggeri per le limitazioni legate ai lavori che erano ben note a tutti e comunicate per tempo, lo faremo, ma noi non abbiamo proprio nulla da rimproverarci. Del resto, all’Autorità portuale ha già risposto, ribadendo queste considerazioni, il Magistrato alle Acque». È secca e anche un po’ risentita -pur senza voler entrare in polemica diretta – la reazione del presidente del Consorzio Venezia Nuova, Mauro Fabris, alla richiesta che è stata avanzata per lettera dal Porto e da Vtp di essere risarciti per i mancati introiti derivanti dalla sospensione per alcuni mesi dell’attività crocieristica per la chiusura invernale e fino a aprile della bocca di porto del Lido per la realizzazione di parte del sistema Mose. Ma la richiesta di risarcimento riguarda anche tutti i disagi per gli operatori, legati ai lavori che riguarderanno ora la bocca di porto di Malamocco. Essendo tutti i soggetti collegati o facenti riferimento in qualche modo al Ministero delle Infrastrutture, sarà il ministro Maurizio Lupi a sbrogliare la matassa. il presidente di Vtp Sandro Trevisanato riferisce che si sta vagliando la possibilità di poter recuperare il denaro attraverso il Consorzio o con l’ottenimento di uno “sconto” sulla concessione. «Francamente non so di cosa si stia parlando», insiste il presidente del Consorzio Venezia Nuova, «e non vorrei che questo tipo di discorsi servisse per mettere le mani avanti rispetto a progetti futuri (forse il terminal offshore, ndr), ma la cosa non ci riguarda. La conca di navigazione per le navi in attesa alla bocca di porto quando avverrà la chiusura del Mose è stata voluta e sollecitata dall’Amministrazione comunale allora guidata dall’attuale presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa. Sarebbe perciò singolare che chi per primo ha voluto quella infrastruttura, si lamentasse in futuro di eventuali tempi di attesa per l’ingresso delle navi in laguna durante le chiusure, chiedendo magari compensazioni economiche allo Stato. In ogni caso, non è un problema del Consorzio Venezia Nuova, che sta realizzando il Mose nei tempi previsti e senza ritardi, con il ministro Lupi che del resto non fa che ripeterci di volere l’opera conclusa per il 2016».

(e.t.)

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