Nuova Venezia – Chioggia. Aperta la nuova conca i Tir viaggiano in acqua.
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
19
apr
2014
Inaugurazione a Brondolo
CHIOGGIA. Una sola chiatta per trasportare il carico di 150 Tir da Mantova a Venezia. Può sembrare banale, se la chiatta in questione è lunga da 95 a 110 metri, è larga 11 metri e mezzo e ha una capacità di carico fino a 3000 tonnellate.
È meno banale se si pensa che chiatte di questo tipo, la cosiddetta quinta classe europea, devono percorrere centinaia di chilometri di fiumi e canali navigabili, con larghezze e batimetrie diverse, attraversati da ponti, viadotti e altre opere. Non è un caso, quindi, se l’inaugurazione della nuova conca di Brondolo, un’opera dal costo di 18 milioni di euro, è arrivata ieri mattina, ottant’anni dopo (come ha ricordato l’assessore regionale alle infrastrutture, Renato Chisso) l’ideazione della idrovia navigabile Fissero Tartaro Canalbianco e dei suoi collegamenti col Po e il porto fluviale di Mantova, al centro della Pianura Padana. Ottant’anni durante i quali, anche a voler prescindere da guerra e altre calamità, sono “cresciute” sia le chiatte fluviali che gli ostacoli che esse dovevano superare ed è stato necessario ampliare continuamente le conche di navigazione. Quelle di Cavanella, infatti, sono state ampliate dalla quarta alla quinta classe europea due anni fa e, ora, è toccato a quella di Brondolo. Le due opere sono costate complessivamente 30 milioni di euro. Ancor prima, nel 2002, era stato adeguato alla quinta classe il tratto di idrovia a est di Cavanella d’Adige.
Un percorso lungo, anche in senso temporale, quindi, che non è ancora finito. «Manca ancora l’innalzamento del ponte ferroviario a Rosolina» ha ricordato Michele Gambato, presidente di Sistemi Territoriali, rassicurando, però, sul fatto che l’accordo con Rfi, proprietaria del ponte, è quasi raggiunto e che tra pochi mesi sarà pronto il progetto definitivo (quattro milioni il costo preventivato) che potrebbe essere realizzato entro la primavera del 2015, con la completa navigabilità dell’idrovia entro la fine di quell’anno e la realizzazione concreta, in questo modo, di una via di trasporto alternativa a quella su gomma e complementare al cabotaggio marittimo e alla ferrovia. E tuttavia una ulteriore opera prevista, lo sbarramento al cuneo salino sul Brenta, rischia, secondo Marino Masiero, di Slow Lagoon, di rendere, tra pochi anni, inadeguata anche la nuova conca, rispetto al transito delle 1000 imbarcazioni da diporto presenti nel bacino di Brondolo perché i dislivelli idrometrici e i tempi di concata conseguenti, non permetteranno di smaltire i circa 40mila passaggi all’anno di queste imbarcazioni.
Diego Degan