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MARGHERA – Chisso sull’area Syndial: «Per evitare speculazioni concederemo solo i diritti di superficie»

I 110 ettari del petrolchimico non verranno venduti ai privati. «Per evitare speculazioni concederemo solo i diritti di superficie per 99 anni, dopodiché torneranno a Regione e Comune. È un tempo più che sufficiente, per un investitore, perché possa rientrare dalle spese, possa guadagnarci e far sorgere nuove attività produttive». L’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso lo proporrà al Comune perché venga inserito nell’atto costitutivo della società tra le due istituzioni, la newco che dovrà gestire i terreni.
I 110 ettari in questione non sono più di Syndial, società dell’Eni, anzi lo sono ancora perché manca la firma sul rogito dal notaio ma, dopo il preliminare siglato l’11 aprile scorso tra Syndial da una parte e Comune e Regione dall’altra, sono a tutti gli effetti diventate un patrimonio pubblico.
«E patrimonio pubblico è un termine di una straordinaria importanza in quest’ambito perché stiamo parlando di terreni che sono sempre stati privati e dedicati alle produzioni industriali, che ora vengono ceduti alle istituzioni veneta e veneziana che hanno il preciso impegno di ricollocarle sul mercato per far rinascere l’industria manifatturiera a Porto Marghera. Visti gli anni di crisi che stiamo attraversando e gli appetiti strani per trasformare questi duemila ettari in campi da golf, alberghi, darsene, il nostro intervento, insomma, sarà a tutti gli effetti di assoluta valenza pubblica perché, assieme a nuova industria, dovrà creare nuova occupazione».
Fissare, però, un tempo predefinito non rischia di frenare gli investimenti?
«Non credo, ad ogni modo adotteremo la massima flessibilità. Nel senso che se verifichiamo che il piano industriale è buono e c’è la garanzia di assunzioni di persone, si può anche discutere sugli anni necessari per rientrare dell’investimento e per guadagnare, magari ne serviranno anche meno».
Altrimenti?
«Altrimenti il rischio è che, dopo qualche anno, comincino a dirti che il mercato non va e che vogliono costruire un hotel».
Gli investitori, ad ogni modo, par di capire che ancora non ci sono, anche se 50 dei 110 ettari sono già bonificati e disponibili praticamente da subito.
«Dopo decenni di incertezze, di risposte mancate o troppo in ritardo, di costi improponibili, di autorizzazioni impossibili, ora si tratta di ricreare il mercato. E per far questo abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia una mano, penso a persone come l’ex ministro Corrado Clini o l’ex ad di Eni Paolo Scaroni che, con la loro esperienza, potrebbero darci ottime consulenze gratuite».
A proposito di tempi, quando costituirete la società per gestire le aree?
«Ci stiamo già lavorando. Per risparmiare soldi e tempi ne stiamo cercando una già costituita, pronta per l’uso. In Regione, col meccanismo della spending review, le abbiamo tutte chiuse. Il Comune pare che ne abbia una, già costituita e pulita».

 

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