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Martedì il primo atto del nuovo organo amministrativo

L’ex sottosegretario agli Interni: «Bisogna darle un’anima»

VENEZIA. Conto alla rovescia per l’insediamento della Città metropolitana. Ma il rischio è quello di partire dalle regole prima ancora che dai contenuti. Di questo pericolo ne è consapevole Adriana Vigneri, ex sottosegretario agli Interni, che per conto del sindaco di Venezia ha predisposto una bozza di statuto per l’organismo introdotto definitivamente con la legge 56 approvata in via definitiva l’8 aprile scorso. Adesso è proprio il docente universitario a lanciare questo messaggio, chiedendo che attorno a questo tema si apre un grande «cantiere delle idee».

Il primo passo per la costituzione della città metropolitana è la convocazione, fissata per martedì 6 maggio, della conferenza metropolitana tra tutti i sindaci della provincia di Venezia. L’ha convocata il sindaco del capoluogo, Giorgio Orsoni, cui tocca dare il via a questa procedura.

«Credo che su questo tema sia necessario avviare una discussione ampia» ammette Adriana Vigneri. «Perché questo strumento non deve essere avvertito come un perimetro di regole e basta, ma sia veramente un luogo dove disegnare il futuro di un territorio vasto». Vigneri auspica che la conferenza metropolitana dia respiro a un grande progetto di partecipazione, «che coinvolga i corpi sociali, le categorie economiche e sindacali, i portatori di interesse nel senso più ampio». Un processo partecipativo chiaro e aperto, dunque, che dia slancio a questo progetto. E la risposta prima da dare è «che cosa vogliamo che sia la città metropolitana». Senza questo passaggio, secondo Adriana Vigneri, la città metropolitana rischia di nascere senza ossigeno e dunque di morire in culla, schiacciata dai veti incrociati delle segreterie politiche.

Secondo l’ex sottosegretario è bene ragionare su quali funzioni esercitare insieme e quali no: «Personalmente penso che la città metropolitana possa esercitare le funzioni di pianificazione territoriale, la gestione dei servizi pubblici locali, la rete infrastrutturale» aggiunge Vigneri. «L’obiettivo dovrebbe essere quello di mettere tutti i soggetti portatori di interesse sullo stesso livello. La sfida è quella di devolvere le competenze che, su scala più vasta, possano essere esercitate con maggiore efficienza ed efficacia. Una città metropolitana deve riuscire ad attrarre attività ad alto valore aggiunto e iniziative di innovazione». Il modello, osserva Vigneri, potrebbe essere quello del polo francese di Saint Etienne e Lione, che ha dato vita a una serie di progetti strategici di profilo metropolitano. Accanto al processo partecipativo, Vigneri ha suggerito al sindaco di Venezia l’apertura di un portale sulla Città metropolitana. Il dominio è già stato registrato e si chiama www.patreve.eu: conterrà la storia dell’area metropolitana veneta, i protagonisti, gli studi economici e sociali che hanno preceduto il progetto, i link con le principali istituzioni. Tra i soggetti coinvolti in questo cantiere ci sono la Fondazione Pellicani di Mestre, presieduta da Massimo Cacciari, la Fondazione Benetton di Treviso e la padovana Fondazione Menato guidata da Paolo Giaretta.

Daniele Ferrazza

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