Gazzettino – Citta’ metropolitana, i sindaci partono divisi
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
7
mag
2014
CA’ CORNER – L’assemblea decide l’iter per lo statuto della Grande Venezia
Sindaci divisi sulla città metropolitana, ma nonostante i distinguo e i pareri contrari, l’iter andrà va avanti. Così, ieri l’assemblea dei sindaci della provincia di Venezia ha dato il via al conto alla rovescia per l’istituzione del nuovo ente locale che andrà a battesimo con il 1. gennaio del 2015. Nel frattempo, subito dopo la tornata elettorale di questo mese, entro luglio verrà convocata la Conferenza sullo statuto dopo il lavoro svolto di una commissione di otto esperti, Poi entro settembre verrà eletto tra i sindaci e i consiglieri il nuovo Consiglio metropolitano che prenderà il posto delle attuali Province.
Sindaci divisi sulla Grande Venezia
L’assemblea dei primi cittadini si scontra sui principi, ma avvia l’iter con la Conferenza sullo Statuto
Lo scontro è stato a colpi di fioretto. Da una parte i contrari, dall’altra i favorevoli e nel mezzo, molti, che attendono di fare un passetto alla volta per capire dove si sta andando. E su tutto ad aleggiare tra i sindaci riuniti ieri a Ca’ Corner l’oggetto misterioso: la città metropolitana. Una storia “antica” e recente come ha riassunto il prefetto, Vincenzo Cuttaia. «Questa è una giornata davvero speciale perchè l’aspettavamo da ben 24 anni. Fin dalla legge 142 del 1990».
Ed è così, che ieri il rappresentante di Governo a Ca’ Corner ha accolto 36 dei 44 sindaci della provincia di Venezia chiamati – per la prima volta – all’assemblea per l’avvio dell’iter di costituzione della nuova Città metropolitana di Venezia. Un percorso, come ha sottolineato il prefetto Cuttaia, fatto di luci e ombre, lungo e anche pasticciato, ma che ora con la legge 56 del 7 aprile scorso, accelera senza dare più scampo agli enti locali veneziani.
E lo ha ribadito ieri il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni chiamato a fare gli onori di casa (altrui) in previsione della soppressione delle Province prevista per il 31 dicembre prossimo, e sensibilmente ridimensionate alla scadenza della legislatura di Francesca Zaccariotto nel giugno prossimo, quando di fatto l’Amministrazione provinciale passerà la mano a poco a poco.
«La Città metropolitana – ha detto Orsoni – non è un vestito da calare con forza sulla realtà che ci circonda, ma è una presa d’atto, un fondamentale cambiamento per gli enti locali che dobbiamo governare». Progetti non proprio facili, con più di qualche contestazione da parte di altri sindaci (Musile di Piave, Fossalta di Piave, Scorzè) che hanno espresso la paura di essere “fagocitati” da Venezia e altri (e sono la maggioranza) che intravedono una formula positiva, utile allo sviluppo e alla gestione comune di alcuni servizi (Quarto d’Altino, Marcon, Mirano, Cavallino-Treporti, Chioggia, Stra, Eraclea, etc). Di mezzo, il ruolo di Francesca Zaccariotto, che pur partendo da posizioni di contestazione in passato, ha dato segni di apertura. «C’è la volontà condivisa con il sindaco Orsoni – ha detto – di proseguire assieme i lavori, attivando ogni forma di collaborazione nell’interesse dei cittadini, che nei prossimi sei mesi continueranno ad aspettarsi dalla Provincia la manutenzione di strade, scuole e servizi. Se la lettura politica della norma approvata dal governo mi spingerebbe a vedere il bicchiere mezzo vuoto, non ultimo anche in forza dell’ultimo decreto approvato il numero 66 del 24 aprile scorso che taglia dal nostro bilancio ulteriori 5 milioni di euro (pari al 17% delle spese correnti del bilancio provinciale), la lettura responsabile del nostro ruolo ci spinge a proseguire in modo collaborativo». Alla fine le decisioni da mettere in pratica dopo l’imminente campagna elettorale: l’istituzione di una commissione di otto esperti provenienti da tutte le aree della provincia per la redazione di uno Statuto da far approvare ad una Conferenza statutaria convocata per i primi di luglio e poi il definitivo avvio del percorso istituzionale con la nascita del Consiglio metropolitano composta da membri eletti tra sindaci e consiglieri.
LA CITTÀ METROPOLITANA
LE REAZIONI – Zaia: «Solo un nuovo carrozzone»
ORSONI «Non è un vestito da calare con forza, ma realtà nuova»
E da alcuni Comuni arriva l’altolà
ZACCARIOTTO «Collaborazione assicurata ma occorrono garanzie»
Il siluro all’incontro arrivato a pochi minuti dalla fine. E ci ha pensato il governatore Luca Zaia: «Quanto mi piacerebbe avere la stessa convinzione di chi saluta con parole a dir poco trionfalistiche la nascita della Città Metropolitana. Mi sembra un inno di giubilo a dir poco avventato quello che intonano anche alcuni apparati dello Stato. D’altro canto, a quelli che oggi debordano in festeggiamenti parrà stonata la mestizia con la quale do tutt’altro che il benvenuto a quello che considero un nuovo carrozzone burocratico che non porterà nulla di utile ai cittadini. Non è certo la svolta auspicabile per la capitale del Veneto. Venezia può diventare una città stato»
Non c’è dubbio: la Città metropolitana non è facile da digerire soprattutto se ci si mettono di mezzo i “campanilismi” e, (sotto traccia) anche gli schieramenti della politica. E ad aprire le danze, al di là di Zaia, ci hanno pensato quei sindaci che, in qualche modo non vedono di buon occhio questo futuro traguardo. Massimo Sensini (Fossalta di Piave): «La città metropolitana è tutt’altro che una metropoli. Non vorrei che lo Statuto di questo ente fosse già stato fatto e che prima o poi ci venisse presentato già bell’e pronto. Che cosa propone Venezia al territorio?» Sulla stessa linea, Gianluca Forcolin (Musile): «Perchè si vuole un altro ente, quando si riconosce che la Provincia ha funzionato bene? Lo Statuto deve garantire pari dignità a tutti». E a rincarare la dose ci ha pensato il sindaco di Scorzè, Giovanbattista Mestriner: «Più volte abbiamo sottolineato come il progetto non serva a nulla. E proprio necessario che il sindaco di Venezia sia a capo della città metropolitana?. Vedo tanta ipocrisia». Ma non sono mancati i favorevoli al progetto. E qui va segnalata l’azione del sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte che su un testo condiviso che chiede la massima partecipazione di enti, associazioni, organizzazioni sindacali e pure dei dipendenti dell’Amministrazione comunale, ha messo d’accordo la maggioranza dei comuni (tra i quali Marcon, Cavallino, Dolo, Martellago, Mirano, Spinea, Portogruaro, Chioggia), che hanno risposto approvando l’avvio dell’iter sulla città metropolitana. «Chiediamo – sottolineano – che il Comune di Venezia, nell’ambito della Città metropolitana si attivi per avviare le procedure per accedere ai fondi strutturali europei Pon 2014/2020».
Città Metropolitana al primo atto
Vertice di 36 sindaci. Orsoni: «Nuova realtà». Zaia: «Un carrozzone burocratico»
VENEZIA – Non è stata un’assemblea facile. Non sono mancate le divisioni, ma l’obbligo della legge costituzionale c’è. É stato questo il clima della prima assemblea dei sindaci dell’area veneziana convocati nella sede della Provincia per avviare l’iter per la costituzione della Città metropolitana con una serie di scadenze che culmineranno con il battesimo di questo nuovo ente locale al posto della Provincia il 1. gennaio del 2015. Ma per arrivare a quella data, ieri i sindaci si sono scontrari sui principi e le proceduire per scegliere comunque di avviare con una serie di adempimenti amministrativi e burocratici come la convocazione di una Conferenza sullo Statuto del nuovo ente da organizzare per i primi di luglio e poi l’elezione del primo Consiglio Metropolitano da istituire entro il prossimo settembre per poi fare il “grande salto”. «Non è un vestito da far calare dall’alto – ha detto il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni a 36 dei 44 “colleghi” della provincia – Dobbiamo tutti insieme far nascere una realtà nuova”. E anche Francesca Zaccariotto, presidente uscente della Provincia ha rilanciato la propria volontà di collaborazione. Un “siluro” è stato lanciato dal governatore Zaia: «Siamo di fronte ad un nuovo carrozzone burocratico che genera solo poltrone e non produrrà nulla di utile per i cittadini. Venezia non ha bisogno di questo, ma di essere riconosciuta come una sorta di “città stato”».
(P.N.D.)