Gazzettino – Venezia. Poveglia, l’associazione fa il rendiconto.
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22
mag
2014
SALA SAN LEONARDO – La proposta di un tedesco: una fabbrica di pinocchi di legno
Sono stati presentati ieri sera, in sala San Leonardo, i conti ufficiali dell’associazione Poveglia per tutti. L’obiettivo era quello di fornire un quadro sulla la situazione economica: 1786 le tessere cartacee, 1797 quelle online e 749 gli associati attraverso pay-pal, per un totale di più di 4mila persone. «Abbiamo delegato molte persone alla raccolta fondi, ma nessuno ha toccato un euro, nessuno ha voluto fare il furbo e di questi tempi è un segnale forte, vuol dire che la gente ci crede», ha dichiarato il tesoriere Andrea Barina. Le entrate ammontano a 478.588 euro. I costi sostenuti dall’associazione per magliette, eventi e spese di copisteria, sono stati circa 7mila, che, sommati ai 20mila di fondo di scopo formano le uscite del bilancio. Nel corso della manifestazione sono emerse considerazioni su come l’associazione si proponga di ottenere i 20 milioni di euro necessari al ripristino dell’isola. Giancarlo Ghigi, presidente dell’associazione, ha domandato come mai spesso si chieda solo all’associazione dove si intendano reperire i soldi e non anche agli altri.
«Siamo più di 4mila e siamo certi che, se dovessimo vincere, troveremmo il modo di coprire i costi, non è da escludere anche che si trovi qualche filantropo che abbia a cuore la causa». Curiosa la proposta via email di un imprenditore tedesco che avrebbe dato la disponibilità per insediare una fabbrica di pinocchi in legno con tre falegnami accollandosi una parte della ristrutturazione. C’è stata anche la richiesta di capire come sia possibile che, a fronte delle spese che avrebbe effettuato il Magistrato alle acque per milioni di euro si ceda un’isola a 513mila euro. «Sarebbe come restaurare un appartamento e rivenderlo sottocosto», il commento. Applauditissimo, infine, l’intervento di un signore padovano che ha riferito come: «Se dovessimo perdere, non vorrò i soldi indietro: facciamo causa, con un buon avvocato potremmo invalidare la procedura».
Tomaso Borzomì