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L’ESPERTO AL LIONS

«Se, ma proprio se, si dovesse scavare in laguna in tempi brevi, allora l’impatto meno devastante sarebbe quello del canale Vittorio Emanuele. La cosa migliore sarebbe però spostare le grandi navi all’esterno della laguna, come avviene anche in molte altre città del mondo per i porti più rilevanti ». Le parole sono quelle dell’ingegnere idraulico Luigi D’Alpaos, invitato martedì sera alla cena all’Hotel Ca’ Sagredo organizzata dai «Lions» veneziani per parlare della laguna tra Mose e Grandi Navi. «Venezia va difesa », ha detto il presidente del Lions Club veneziano, Mario Novarini, introducendo l’ospite, «come città della cultura, capitale del diritto ambientale e per questo ci sembra essenziale esigere un turismo compatibile e non mordi e fuggi». Dopo aver illustrato i mali della laguna, dal moto ondoso al cambio delle correnti, D’Alpaos ha criticato duramente la gestione della laguna, facendo questo quadro della situazione: «Da una parte ci sono gli importatori degli interessi forti, come il Porto e il Consorzio, che tutto hanno fatto tranne che tutelare il benessere della laguna, pensando invece che sia loro e di poterne fare quello che vogliono. Dall’ altra parte ci sono quelli che sostengono che la laguna sia un bene comune indispensabile da proteggere e da salvare. Poi c’è una politica becera che favorisce il gigantismo navale che sembra non porre più limiti alle dimensioni». Insomma, per il professore padovano se non si ascoltano i tecnici e si fa solo come vogliono i politici neppure il Comitatone può fare qualcosa: «Il problema è che il controllore non può essere anche il controllato, vedi Magistrato alle Acque. Non si possono prendere decisioni senza conoscere quello a cui si va incontro, altrimenti anche il Comitatone continuerà ad avere una falla enorme».

(v.m.)

 

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