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Quarto. Protesta dei pendolari ieri in stazione: «Assurdo cancellare la corsa dell’alba per Venezia»

Il sindaco Silvia Conte ha scritto a Luca Zaia «Servono subito risposte concrete»

QUARTO D’ALTINO «L’orario cadenzato ci ha incatenati ». È questo lo slogan di protesta che ha visto ieri Luciano Ferro, Nicola Nucera e Gianni Foffano, incatenarsi simbolicamente ai marciapiedi dei binari della stazione di Quarto. Una lunga catena, ovviamente finta, legata al loro corpo. Motivo? Prima di tutto la cancellazione della corsa delle 5.45, eliminata con l’entrata in vigore dell’orario estivo di fatto già in funzione. Una corsa che serve i tanti lavoratori che ogni giorno si recano a Mestre, a Venezia, nelle isole di Murano: 75 persone che lo prendono quotidianamente, secondo i calcoli dei pendolari. «Mia figlia», racconta una manifestante, Lorianna Spinadin, «quando andava a scuola a Venezia, rimaneva puntualmente bloccata a Mestre due ore, perché in alcune fasce orarie continuano ad esserci dei buchi, ecco perché ci domandiamo a cosa servono i treni e l’orario cadenzato». «Spererei che a lungo andare», racconta Matteo Golfetto, «il servizio diventasse migliore. Vorremmo una classe dirigente che sappia rispondere ai problemi della comunità, non serve a nulla concentrare tutti i treni assieme fermo restando che non si mette mano ai buchi di orario, senza contare il buco delle 11 per la cosiddetta manutenzione dei binari». «Aspettavo il treno, sono morto scheletrito e incatenato», recita l’originale vestito che porta Luciano Ferro, con tanto di teschio e scheletro. «Siamo qui per protestare con un gesto forte come quello dell’incatenamento », spiega Gianni Foffano del Comitato pendolari, «perché siamo prigionieri della Regione e di Trenitalia, prigionieri di un orario scellerato, togliere corse come queste che utilizzano i viaggiatori per andare a lavorare, non ha senso. Anche il treno delle 4.51 che c’è solo dal lunedì al venerdì dovrebbe passare anche il fine settimana, quando la gente che lo utilizza è costretta a prendere l’auto». «Ora abbiamo capito che soldi non potevano essere investiti sui treni perché promessi altrove», dice sarcasticamente Nicola Nucera, «l’orario estivo non ha nulla di quanto richiesto, nemmeno le modifiche a costo zero. Non vogliamo che il treno delle 5.45 venga sostituito da un autobus eterno, ma da una corsa del treno». Il sindaco, Silvia Conte, si rivolge direttamente a Zaia con una lettera e la richiesta di un incontro: «Torniamo a chiedere al presidente della Regione risposte concrete per i pendolari della tratta Venezia-Portogruaro. Già nei mesi scorsi e ancora il 16 maggio avevamo chiesto a Zaia di attivarsi segnalando in anticipo i problemi ancora maggiori che l’orario estivo avrebbe creato. Spiace vedere che le nostre richieste siano cadute nel vuoto. E’ venuto il tempo in cui la Regione guidata da Zaia si occupi di dare risposte concrete ai bisogni delle persone. Senza alibi».

Marta Artico

 

“In carrozza, se ci riesci, atto secondo”

Incontro pubblico giovedì al centro servizi

QUARTO D’ALTINO. «In carrozza, se ci riesci, atto secondo». È questo il titolo dell’incontro pubblico in programma giovedì alle 20.30 al Centro servizi di via Tommaso Abbate. Interverranno Ilario Simonaggio (Filt Cgil), il sindaco, Silvia Conte, nonché Angela Maria Stortini del comitato pendolari del Veneto Orientale e i giovani democratici. Sarà ancora una volta un incontro per riflettere sull’orario cadenzato, gap e migliorie. Ieri alla manifestazione, oltre all’assessore ai trasporti, Radames Favaro, anche il consigliere regionale del Pd, Bruno Pigozzo, che si è fatto carico di contattare il consulente regionale Domenico Menna. «Il problema del ripristino delle corse è economico», spiega, «abbiamo 500 mila euro per le integrazioni delle corse di tutto il Veneto e bisogna stabilire le priorità, oggi il referente è il presidente della Regione Luca Zaia e serve un indirizzo da seguire in questo senso. Capisco che le scuole finiscono, ma alle 5.45 c’è una precisa esigenza legata ai lavoratori che va garantita: se il mantenimento del treno non è sostenibile, potrebbe essere sostituito con un pullman che parta magari prima. In ogni caso Zaia deve dare un orientamento politico a Trenitalia». Presente ieri, come scritto, anche l’assessore altinate alla mobilità, Radames Favaro che, tra le altre cose, ha detto: «Vogliamo certezze e un orario affidabile».

(m.a.)

 

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