Gazzettino – Poveglia, Comitato in festa per la scelta del Demanio.
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15
giu
2014
«L’isola deve diventare un patrimonio di tutti»
TESTIMONIAL – I promotor i puntano a coinvolgere Renato Zero
SOLIDARIETÀ Anche in città l’usanza di lasciare pagato un prodotto. Già coinvolti diversi locali
(t.bor.) Il giorno dopo la notizia che il Demanio ha decretato la non congruità delle offerte per l’isola di Poveglia, l’associazione festeggia quella che per loro è una vittoria. L’ente pubblico non ha ancora deciso se esplicitare le motivazioni che hanno portato alla decisione di non cedere l’isola, ma gli associati continuano a definire la vendita a quel prezzo come quello che sarebbe stato «un danno erariale notevole», fanno sapere dall’associazione, perché la messa in sicurezza delle rive sarebbe costata al Magistrato alle Acque circa 20 milioni di euro. Poveglia per tutti si dichiara quindi vincitrice, in quanto l’obiettivo di mantenere pubblica l’isola è stato perseguito. «E mentre alcune grandi opere tiravano sotto un’intera classe dirigente – affermano dall’associazione – migliaia di cittadini lavoravano perché l’isola tornasse patrimonio di tutti». Ora l’associazione si propone ufficialmente come gestore dell’isola, per rendere fruibile l’isola, appellandosi al principio di sussidiarietà espresso dall’art.118 della Costituzione, secondo il quale «lo Stato favorisce l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività d’interesse generale». Il progetto emerso dall’assemblea del 2 giugno scorso sarà la base da cui partire per costruire una nuova Poveglia. In merito si è espresso il sottosegretario all’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta: «Senza entrare nel merito delle proposte esaminate, ritengo opportuna la decisione del Demanio su Poveglia. Mi auguro che dalla città emerga ora un progetto condiviso». Ma c’è anche chi non vede la situazione rosea, come il leghista Emanuele Prataviera, che dichiara come: «sorga ora un problema per Venezia, se Poveglia dovesse essere acquistata per una cifra “congrua” da un «Foresto» russo piuttosto che arabo, ne perderebbe sicuramente la città».