Gazzettino – Pendolari penalizzati dai treni “estivi”
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
7
lug
2014
Sale la protesta fra i lavoratori di Mirano-Mira sulla tratta Padova-Venezia
«Il nuovo orario dei treni? Una prova di resistenza, impossibile da sopportare». I pendolari della tratta Venezia-Padova stanno raccogliendo decine di firme, la protesta coinvolge soprattutto molti lavoratori che si servono della stazione Mira-Mirano. La gente punta il dito contro l’orario entrato in vigore lo scorso 15 giugno e previsto fino al prossimo 15 dicembre, il problema è soprattutto il rientro serale per chi lavora a Venezia. Ci sono gli impiegati che lavorano in ufficio dal lunedì al venerdì ma anche le commesse che vanno a Venezia nel weekend, tutti infuriati per i tempi d’attesa con cui sono costretti a convivere. «L’orario di chiusura del mio negozio è alle 19.30 ma d’estate si finisce spesso più tardi e poi bisogna contare il tempo per arrivare in stazione – scrive una donna in una lettera inviata ai vertici territoriali delle Ferrovie -. Nei giorni feriali il primo treno disponibile per il ritorno è quello delle 20.05, se lo si perde bisogna aspettare un’ora e mezza. Va peggio nel weekend: i treni sono alle 19.49 e poi alle 21.35, un’ora e trequarti di attesa insostenibile soprattutto per chi ha una famiglia». La rabbia è tanta: «I pendolari pagano l’abbonamento e sono sempre i più penalizzati. Non bastano cancellazioni, ritardi e scioperi, ora ci sono anche questi orari inauditi». Negli ultimi mesi i pendolari della Venezia-Padova sembravano aver accettato di buon grado il nuovo orario cadenzato, mentre le polemiche si erano accese soprattutto sulla Venezia-Bassano che passa per Noale, Salzano, Maerne e Spinea. Proprio a Spinea il neonato comitato di pendolari ha deciso di organizzare un’assemblea pubblica per discutere di tutti i disservizi: l’appuntamento è per la sera del 10 luglio, il luogo sarà comunicato nei prossimi giorni sulla pagina Facebook. «Questi orari ci fanno perdere molte coincidenze – fa sapere il comitato -, e poi è inammissibile che un Comune di quasi 30mila abitanti abbia una stazione saltata da così tante corse, costringendo i pendolari ad andare a Maerne».