Nuova Venezia – Baita, Galan, Chisso e le opere pubbliche costruite con la finanza di progetto
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
14
lug
2014
LE RICOSTRUZIONI DELL’ACCUSA
Un pranzo a tre poi l’idea project
Baita, Galan, Chisso e le opere pubbliche costruite con la finanza di progetto
VENEZIA – Nel decennio compreso tra il 2000 e il 2010, secondo la Procura di Venezia, il duo Galan- Chisso, ha gestito praticamente in prima persona gli appalti delle grandi opere in Veneto. Ed è durante un pranzo nel 2001, tra i due e Piergiorgio Baita, che quest’ultimo apprende della necessità di doversi “inventare” un sistema per poter partecipare alla realizzazione i grandi opere pubbliche. Altrimenti non avrebbe più vinto, come Mantovani, una gara. Del resto già lui aveva iniziato a lamentarsi, con i due politici di Forza Italia, del fatto che la sua società incontrava non poche difficoltà negli appalti. Infatti altre imprese si erano rivolte agli esponenti di centro destra spiegando come Mantovani si stava spartendo già la torta del Mose e non era giusto che partecipasse ad altri lavori. Ed è durante quel pranzo che il manager capisce che sarebbe stato inutile partecipare a gara d’appalto, non ne avrebbe più vinta una. Ecco allora che il presidente della Mantovani mette a punto l’operazione “project financing”. Un sistema che gli consentì, da quel momento, di operare lo stesso, ma lo vide costretto a occuparsi di altro rispetto alla tradizione di costruttore di grandi opere che aveva caratterizzato l’impresa padovana. Tutto questo lo spiega lo stesso Baita, quando lo scorso anno decide di collaborare con il pm Stefano Ancillotto dopo il suo arresto. Ecco che Mantovani entra con un’Associazione temporanea d’imprese nell’affare ospedale di Mestre, la nuova struttura sanitaria di Mestre a cui viene dato il nome di “Ospedale dell’Angelo”, in onore dell’allora patriarca di Venezia Angelo Scola. La finanza di progetto è un’operazione di tecnica di finanziamento a lungo termine in cui il “ristoro” del finanziamento stesso è garantito dai flussi di cassa previsti dall’attività di gestione dell’opera prevista dal progetto. In Italia, la finanza di progetto ha trovato spazio prevalentemente nella realizzazione di opere di pubblica utilità. In questa configurazione di project financing i soggetti promotori propongono alla Pubblica amministrazione la possibilità di finanziare, eseguire e gestire un’opera pubblica, il cui progetto è stato già approvato, o sarà approvato, in cambio degli utili che deriveranno dai flussi di cassa (cash flow) generati per l’appunto da una efficiente gestione dell’ opera stessa. Ma per molti è solo altri un sistema per aggiudicare le opere «agli amici». Per quanto riguarda l’ospedale di Mestre, il 22 novembre 2002 viene costituita la società Veneta Sanitaria Finanza di Progetto, formata dall’Ati che ha vinto il bando di gara per la realizzazione dell’ospedale. La società gestirà per 24 anni l’ospedale. L’Ati è composta da: Astaldi, Mantovani, Mattioli, Gemmo, Cofathec e Studio Altieri. Ritornando a Baita e al pranzo con Galan e Chisso, da quel momento la Mantovani non partecipa a nessun’altra gara per grandi opere. Secondo la Procura, la conferma di come il duo Galan-Chisso avesse imposto le sue regole.
Carlo Mion
Matteoli, dopo il Tribunale dei ministri servirà il voto del Senato
C’è un altro caso che viaggia parallelo a quello di Giancarlo Galan. Si tratta dell’ex ministro Altero Matteoli, la cui posizione è al vaglio del Tribunale dei ministri sezione di Venezia. Se i giudici decideranno che le accuse nei confronti dell’ex ministro sono fondate, il dossier verrà trasferito al Senato che si dovrà pronunciare sull’eventuale autorizzazione a procedere. Matteoli è accusato dall’ex presidente del Consorzio Mazzacurati e da Baita della Mantovani di aver ricevuto sommedi denaro per le campagne elettorali e di aver imposto al Cvn la Socostramo di Erasmo Cinque, ditta a lui vicina, per i lavori di marginamento e bonifica di Porto Marghera. Quando si tratta di un’ipotesi di reato commessa durante le funzioni di ministro, la legge prevede l’autorizzazione della Camera di appartenenza del parlamentare.