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L’assemblea al Petrolchimico conferma la protesta con presidio in Regione. Zappalorto e prefetto: «La società chiarisca»

L’Eni di Claudio Descalzi non ha ancora chiarito se nel piano nazionale dei tagli di impianti chimici e raffineria con i bilanci in rosso, oltre a quelli di Gela in Sicilia, Taranto e Brindisi in Puglia, ci sono anche i suoi impianti ancora attivi a Porto Marghera . Così lunedì prossimo i lavoratori chimici dell’Eni torneranno a scioperare e manifesteranno a Venezia, sotto la sede di Palazzo Balbi, per chiedere al governatore Luca Zaia «di fare la sua parte per garantire che l’Eni mantenga gli impegni sottoscritti anche da lui per garantire investimenti e continuità della bio-raffineria, del cracking dell’etilene e dei nuovi impianti di chimica verde che aveva annunciato di voler fare a Porto Marghera insieme ad una multinazionale americana ». Lo sciopero causerà anche il blocco dei rifornimenti, via pipe- line, dell’etilene scaricato dalle navi a Porto Marghera (il cracking di Porto Marghera è fermo da mesi ed Eni ha detto che non lo riavvierà,come previsto, il mese prossimo) e destinato ai petrolchimici emiliani. Il giorno seguente, martedì 29, una delegazione di lavoratori veneziani andrà a Roma in pullman per partecipare al presidio davanti a Palazzo Chigi, organizzato dai sindacati nazionali di categoria di Cgil, Cisl, Uil. Lo sciopero è stato confermato ieri mattina, alla fine dell’assemblea dei lavoratori tenutasi nel Capannone del Petrolchimico in cui è intervenuto anche il segretario generale nazionale dei chimici della Cisl , Sergio Gigli che ha accusato apertamente l’Eni di «non essere più credibile perché sta tradendo gli impegni presi con i lavoratori, le loro organizzazioni sindacali, le istituzioni locali e i ministeri competenti ». Nella grande sala del Capannonela tensione era alta , a rischio – se l’Eni no n conferma gli impegni che aveva preso per i suoi impianti a Porto Marghera che occupano – secondo i sindacati – 460 dipendenti diretti tra raffineria e cracking più un vasto indotto di imprese e appalti che ne coinvolge altri 1.600 circa. Dopo l’assemblea i rappresentanti sindacali dei lavoratori , insieme ai segretari dei chimici di Cgil, Cisl, Uil veneziane – Riccardo Colletti, Massimo Meneghetti e Cristian Tito – hanno avuto un incontro a Venezia con il vicario del Prefetto e, subito dopo, con il commissario del Comune, Antonio Zappalorto a Ca’ Farsetti. La Prefettura ha assicurato che si stanno facendo «le dovute pressioni» sull’Eni affinché chiarisca la sua posizione. Un’occasione potrebbe essere il prossimo 30 luglio, data in cui è in programma un nuovo vertice tra Eni e segretari nazionali dei chimici. Con Zappalorto, c’è stato poi uno «scambio di informazioni » che si è concluso con l’impegno del commissario prefettizio di convocare l’Eni in Comune per un incontro chiarificatore. I sindacati hanno fatto presente che Eni dovrebbe anche cedere oltre 100 ettari di sue aree industriali dismesse e da bonificare, alla Newco di Comune e Regione.

Gianni Favarato

 

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