Gazzettino – Cinque stelle contro Veritas
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26
lug
2014
IL CASO – I consiglieri di Scorzè, Mirano e S. Maria di Sala presentano interpellanze nei comuni
«Nel piano economico finanziario ci sono costi illegittimi che ricadono sui cittadini»
I consiglieri del Movimento Cinque Stelle di Scorzè, Santa Maria di Sala, Mirano e altri comuni del Miranese e della Riviera del Brenta contro Veritas. Poca chiarezza, poca trasparenza e irregolarità. Queste le accuse al Piano Economico Finanziario 2014 approvato dai vari consigli comunali. «Vogliamo risposte concrete» dice il consigliere Antonio Petenà di Scorzè che ha depositato il 23 luglio un’interpellanza con cui chiede spiegazioni dettagliate per le situazioni anomale riscontrate e se il Comune intenda porre rimedio «alle illegittimità – si legge nel documento – contenute nel Piano Finanziario». Illegittimità che si articolano in vari punti. «Ad esempio non capiamo – afferma Petenà – perché i costi degli imballaggi, che la legge dichiara dover essere a carico esclusivo di produttori e utilizzatori, vengano inseriti nel piano comunale. Qualsiasi addebito di tali costi rende illegittimo il piano e i cittadini finiscono col pagare di più. Non è poi specificato – continua – come sono calcolati i costi per il caricamento e il trasporto, né quali operazioni specifiche coprano. Inoltre i costi per i servizi di disinfestazione, che da noi ammontano a 11.217,12 euro, sono per servizi non legati ai rifiuti e quindi non devono essere inseriti nel piano perché relativi all’igiene pubblica. L’inserimento di tale costi rende illegittimo il piano stesso. Il contributo Aato (Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale), 60 cent per ogni abitante, è totalmente illegittimo. La gente paga per un ente che di fatto non esiste in quanto l’Aato è stato abolito».
A Mirano, oltre ad imballaggi e contributi Aato, rilevano i consiglieri pentastellati, Antonio Milan e Martina Pasqualetto «i costi per il personale comunale attribuibili al servizio rifiuti vengono indicati senza alcuna spiegazione e cumulativamente ad euro 76.000. Un notevole scostamento rispetto all’anno scorso, i cui costi ammontavano a euro 16.818,16. Inoltre tra gli altri costi ci sono 7.000 euro per la campagna informativa e di pubblicizzazione. Vorremmo sapere cosa viene o sarà fatto a Mirano dato che in altri comuni non è presente questa voce. Occorre poi distinguere i costi dello smaltimento da quelli del trattamento, così come le quantità reali di quanto viene effettivamente trattato e quanto viene destinato ad una discarica. Il secco non riciclabile non lo si può trattare. Se su di esso viene fatto un trattamento – spiegano – vuol dire che c’è materiale riciclabile che genera un reddito. Queste entrate vanno quindi sottratte dai costi di gestione di quei rifiuti, come stabilisce la legge». «A queste domande – dicono i consiglieri – in sede di consiglio sono state date risposte generiche. Illegittimo anche il costo previsto di 25.000 euro per la gestione post-chiusura della discarica Ca’ Perale, chiusa ancora nel ’96». Queste e molte altre le anomalie riscontrate e ora anche Santa Maria di Sala si prepara. La consigliera Rossella Carolo dichiara: «Stiamo preparando anche noi un’interrogazione, è certo che ci sono irregolarità».
Serenella Bettin