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il CDA di OGGI

Mantovani-Autovie, braccio di ferro sulla ricapitalizzazione. All’ordine del giorno anche il bilancio 2013

VENEZIA – I rumor alla vigilia del consiglio di amministrazione di Serenissima (l’ex Venezia-Padova), previsto per oggi alle 12, danno certo un rinvio (il terzo dai primi di giugno), per favorire un accordo. Sul piatto incombe l’approvazione del bilancio 2013, ma prima è necessario ricomporre la frattura tra le due anime della Spa. Da una parte la Mantovani che, dopo l’aumento pur non interamente sottoscritto, controlla oltre il 35% della società (il 26,7% direttamente e l’8,5% attraverso Serenissima Holding). Dall’altra Autovie venete, impegnata nella realizzazione della terza corsia dell’A4 (alle prese tra l’altro con la revisione del terzo lotto) che, non avendo sottoscritto alcunché, si trova con una quota livellata dal 22,3% al 16,9% e una perdita di 4 milioni. Ma se Mantovani vuole salire di presenza nel Cda e giocare da player (completando l’acquisto del 4,9% in capo alla Milano Serravalle dell’A4 Holding per circa 40 milioni e solidificando il patrimonio in vista dei nuovi bandi, tra cui la Nogara-mare e il Traforo delle Torricelle), Autovie ha fatto sapere di mandare oggi in cda il legale Fabio Padovini per vincere il braccio di ferro. Una denuncia circostanziata, stando a fonti stampa, è già pervenuta al collegio sindacale, mentre pare che il Tribunale di Venezia abbia accolto la richiesta di nominare un collegio arbitrale. Il secondo per Serenissima dopo quello aperto (e perso) con la Camera di commercio di Padova, cui oggi la società deve 10,6 milioni. Al centro della contesa la ricapitalizzazione e il prezzo di 510 euro a titolo, scritto nel contratto preliminare di acquisto delle quote della Brescia-Padova. All’ordine del giorno ci sono anche i conti del 2013, un aumento di capitale sottoscritto a metà e il nodo cda. Autovie pur essendo scesa chiede un doppio rappresentante (oggi siede in Cda Ernesto Pezzetta) ai danni della Mantovani, rappresentata dall’ad Gianfranco Zoletto e da Giampaolo Chiarotto. Il nuovo statuto prevede nove consiglieri anziché undici. Oggi sono in sei. Ma l’assetto potrebbe cambiare. La Camera di commercio di Venezia ha rimesso in vendita il suo 13,4%.

(e.v.)

 

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