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PORTO MARGHERA – Ma i sindacati non sono soddisfatti e annunciano altre azioni di protesta

Accordo siglato a Roma. Confermati gli investimenti sulla raffineria, la società chiede tempo per il Cracking

L’ACCORDO – Siglato a Roma l’accordo sulla chimica, con Eni che ha ottento la riapertura a settembre di un tavolo per definire un nuovo protocollo di relazioni sindacali e per la competitività. L’azienda, inoltre, ribadisce che, a causa del peggioramento dello scenario della raffinazione in Italia e in Europa, ha approntato un nuovo piano industriale.

LE REAZIONI – I sindacati veneziani non sono soddisfatti e, anzi, annunciano che intensificheranno le azioni di protesta, perché in quel verbale non c’è scritto che il Cracking riaprirà e tantomeno quando. Soddisfatti invece i politici, da Andrea Martella, vicepresidente del gruppo parlamentare Pd, a Antonio De Poli, senatore dell’Udc.

PORTO MARGHERA – Dopo il fallimento di mercoledì, ieri il ministro ha riconvocato tutti d’urgenza

Primo accordo per la chimica

Eni e sindacati si incontreranno ancora per il Cracking, l’azienda annuncia un nuovo piano

Luca Zaia: «Teniamo ancora alta la guardia»

I lavoratori insoddisfatti: «Continuiamo la lotta»

IL GRUPPO DEL CANE A SEI ZAMPE

Garanzie solo sulla Raffineria

Nel verbale d’incontro siglato ieri Eni conferma gli investimenti per completare la trasformazione della Raffineria in bio raffineria entro il 2015.

È un verbale d’incontro, non di accordo, quello firmato ieri mattina, in ogni caso un passo avanti sulla vertenza della chimica italiana rispetto al muro contro muro di mercoledì sera. I sindacati veneziani, però, rimangono sulle barricate e, anzi, annunciano che intensificheranno le azioni di protesta, perché in quel verbale non c’è scritto che il Cracking riaprirà e tantomeno quando.
Sono state due giornate convulse quelle appena trascorse, con il ministro Federica Guidi in prima linea. È stata lei, infatti, a condurre l’incontro di mercoledì e anche quello di ieri a mezzogiorno convocato d’urgenza dopo che l’altra sera i sindacati avevano abbandonato le trattative.
Le reazioni, dunque, sono diverse, con i sindacati veneziani sulle barricate e, invece, i politici soddisfatti (da Andrea Martella, vicepresidente del gruppo parlamentare Pd, a Antonio De Poli, senatore dell’Udc), anche se la maggior parte di loro comunque sostiene che occorre continuare a incalzare l’Eni perché rispetti davvero gli impegni presi con gli accordi che ha firmato per la Raffineria, per il Cracking e il nuovo impianto bio in collaborazione con l’americana Elevance Renewable Sciences.
Nel verbale, Eni ha ottenuto che a settembre si apra un tavolo per definire un nuovo protocollo di relazioni sindacali e per la competitività che sostituirà quello attuale che ha permesso in questi ultimi anni di gestire varie crisi in giro per l’Italia. L’Azienda, inoltre, ribadisce che, a causa del peggioramento dello scenario della raffinazione in Italia e in Europa, ha approntato un nuovo piano industriale ma, come ha dichiarato ieri pomeriggio lo stesso amministratore delegato Claudio Descalzi, conferma l’importanza degli accordi siglati nel 2013 e nel 2014 per i siti industriali di Gela in Sicilia e di Porto Marghera. Questo non significa che li rispetterà, e riguardo alle fabbriche veneziane ha ribadito solo che completerà gli investimenti sulla Raffineria. Per il resto le parti hanno convenuto che Eni/Versalis e sindacati «si attiveranno congiuntamente per valutare le problematiche legate all’Aia della centrale termoelettrica di Marghera (Autorizzazione integrata ambientale), che oggi impediscono il riavvio previsto del Cracking, per individuare le soluzioni tecnicamente e economicamente compatibili, che consentano di superare tale criticità». E il 30 settembre si ritroveranno a Roma per un nuovo tavolo nazionale di confronto.
Una certezza sulla riapertura del Cracking, dunque, in quel documento non c’è. Perciò le Rsu aziendali hanno annunciato che le agitazioni continueranno e potranno arrivare anche al blocco totale delle pipeline che da Marghera riforniscono di etilene e altri prodotti i petrolchimici di Mantova, Ravenna e Ferrara. Lunedì, in proposito, si riuniranno le segreterie territoriali dei chimici per decidere ulteriori iniziative.
Martedì poi si terrà un altro incontro, convocato ieri dall’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, che è stata parte attiva negli incontri romani e sottolinea come sia stato proprio grazie alla Regione se il verbale siglato ieri considera «come situazione prioritaria nelle scelte del Gruppo anche il rilancio di Porto Marghera». E il governatore del Veneto Luca Zaia è andato oltre avvertendo che «noi in ogni caso teniamo alta la guardia, e vigileremo perché i contenuti dell’accordo sulla Chimica a Porto Marghera siano rispettati, senza incertezze né esitazioni. Non è pensabile che tutto venga rimesso in discussione per un cambio ai vertici dell’Eni o a quelli del Governo, che si è fatto carico di nominare i primi. Stiamo parlando di un piano strategico non solo per Venezia e per il Veneto, per l’Italia».

 

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