Gazzettino – “La Valdastico Nord? Soltanto un’opera a interesse elettorale”
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6
ago
2014
VALDASTICO NORD – M5S contro la A31 «Solamente una opera elettorale»
Il governo dà il via libera alla Valdastico Nord ed è subito polemica. Con il Movimento 5 Stelle che mette in dubbio l’utilità dell’opera ed attacca frontalmente l’ex parlamentare leghista Manuela Lanzarin, rea di aver espresso soddisfazione per l’inserimento della strada nello “Sblocca Italia”.
VICENZA – Il governo dà il via libera alla Valdastico Nord ed è subito polemica. Con il Movimento 5 Stelle che mette in dubbio l’utilità dell’opera ed attacca frontalmente l’ex parlamentare leghista Manuela Lanzarin, rea di aver espresso soddisfazione per l’inserimento della strada nello “Sblocca Italia”. E la prima contestazione che arriva dai pentastellati, nello specifico da quelli di Rosà e di Sandrigo e dal senatore Enrico Cappelletti, riguarda proprio questo decreto. Perché ne mettono in dubbio la reale attuazione: «Se lo “Sblocca Italia” sarà uguale al tanto pubblicizzato “Sblocca debiti della Pubblica Amministrazione! annunciato dal governo Letta e poi riannunciato dal governo Renzi, non si capisce da dove derivi la soddisfazione di Lanzarin». Contro la quele il Movimento 5 Stelle punta il dito: «Ci perdonerà l’onorevole Lanzarin, ma le ricordiamo che dopo 10 anni da sindaco di Rosà e altri cinque da onorevole, non è riuscita neppure a iniziare la bretella Ovest che da Bassano del Grappa doveva portare a Cittadella». Poi il ragionamento si sposta sull’opposizione di Trento, che da decenni dice ostinatamente “no” alla Valdastico Nord facendo muro contro un’opera che invece viene considerata prioritaria dal Veneto e da Roma. Ma per i grillini il niet di Trento è motivato. Da ragioni ambientali. «I testardi trentini», spiegano che il sito individuato per l’inizio della galleria è stato dichiarato dai geologi «zona di frana» a grave rischio di dissesto idro-geologico. La Regione Trentino, poi, preferisce addirittura incentivare il trasporto su rotaia e non congestionare l’area di Trento, che sarebbe già sufficientemente servita ampliando eventualmente la Valsugana». Per i penstastellati, quindi, i trentini fanno «un discorso serio di politica territoriale». Al contrario dei veneti. E questo, secondo loro, si spiega «con il caso “Mose”: opere pubbliche che servono solo a spartirsi tangenti tra politici. O con i casi ospedale di Mestre e Santorso megacostruzioni che ingrassano sempre i soliti e qui sì che son soddisfazioni: per i politici ed i pochi imprenditori corrotti e corruttori che si spartiscono la torta». E ancora: «Sono impresse nella mente di parecchi veneti le recenti alluvioni che hanno causato ingenti danni e purtroppo anche vittime. Possibile si continui a pensare sempre nella vecchia maniera? Costruiamo, cementifichiamo, asfaltiamo poi, caso mai, chiederemo lo stato di calamità naturale».
Insomma, per i Cinque Stelle la Valdastico è «un’esigenza più elettorale che reale. E qui parte un altro attacco. Stavolta ad Attilio Schenck: «La vuole solo il commissario della Provincia di Vicenza, confermato alla guida di A4 Holding società che ha interesse economico a continuare ad incassare le provvigioni derivanti dalle concessioni autostradali». E chiudono: «Che soddisfazione sarà per noi quando ci libereremo da questi personaggi, dilettanti allo sbaraglio, che di opere pubbliche conoscono solo l’effetto elettoralistico che ne deriva».
Roberta Labruna