Gazzettino – Marghera. Chimici, sciopero a giorni alternati
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6
ago
2014
PORTO MARGHERA – In attesa di una risposta dell’Eni sulla riapertura dell’impianto di Cracking
I SINDACATI – A rischio anche gli altri stabilimenti del Nord Italia
Si acuisce la protesta dei chimici a Porto Marghera. Nonostante il segretario Uiltec di Mantova l’abbia definita «una lotta irresponsabile», i lavoratori veneziani oggi scenderanno nuovamente in sciopero e, d’ora in poi, ne faranno un giorno sì e uno no fino a che non otterranno risposte certe dall’Eni sulla riapertura del Cracking. Oltre allo sciopero, già dalla settimana scorsa, il centinaio di lavoratori del Cracking che era in cassa integrazione, sono rientrati al lavoro perché i sindacati si sono rifiutati di firmare con Eni la richiesta della proroga.
Mantova, come i petrolchimici di Ravenna e Ferrara, è in fibrillazione perché la protesta di Porto Marghera rallenta o blocca il flusso di propilene e altri prodotti di base che, dalla laguna, vengono inviati agli altri impianti padani attraverso delle tubature. Il fatto è che, mentre per il segretario Uil mantovano, il verbale di incontro del 31 luglio scorso è un grande passo avanti, per i sindacalisti e i lavoratori veneziani contiene «risposte positive per Gela e per la Raffineria di Venezia, mentre per l’impianto Cracking di Porto Marghera manca ogni tipo di garanzia e di continuità produttiva». E siccome in quell’impianto e dintorni ci sono 250 persone occupate, Cgil, Cisl e Uil dei chimici lagunari non hanno alcuna intenzione di perderle, convinti che quest’area industriale abbia già dato anche troppo in termini di perdita di posti di lavoro.
D’altro canto, sostengono le segreterie veneziane e le Rsu aziendali, la protesta serve anche a far capire che senza Porto Marghera, saranno guai pure per gli altri petrolchimici della pianura padana, e perciò chiedono un coordinamento nazionale sulla chimica «che faccia chiarezza sui piani dell’Eni per quanto riguarda l’industria chimica, ed analizzi i danni che il non riavvio del Cracking potrebbe causare anche ai siti di Mantova, Ravenna e Ferrara».
Per questo, inoltre, i sindacalisti veneziani ritengono che aver fissato entro il 30 settembre il nuovo confronto con l’Eni a Roma al ministero dello Sviluppo economico, sia sbagliato perché il tavolo per Porto Marghera dev’essere convocato molto più velocemente. E a tal proposito le segreterie dei chimici chiedono alle istituzioni locali e al prefetto di essere convocate al più presto per far pressione tutti assieme e ottenere che Eni rispetti gli accordi firmati pochi mesi fa. L’incontro con la Regione, a dire il vero, si sarebbe dovuto tenere già ieri dato che la scorsa settimana l’assessore al Lavoro Elena Donazzan aveva convocato i sindacalisti ma sono stati proprio loro a chiedere un rinvio dato il protrarsi delle riunioni a Marghera.