Nuova Venezia – Marghera. Vertenza Eni sciopero a oltranza.
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6
ago
2014
PORTO MARGHERA »LA CHIMICA CHE NON RIPARTE
«Nessuna tregua, sciopero a oltranza»
I sindacati contestano il verbale firmato al ministero: «Bloccheremo la pipe-line finché Versalis non riavvierà il cracking»
«Stavolta non dobbiamo farci ingannare, sarà sciopero a oltranza », hanno urlato ieri i lavoratori di Porto Marghera – sopravvissuti alle chiusure di interi cicli produttivi degli ultimi vent’anni – durante l’assemblea del coordinamento dei delegati sindacali delle Rsu di tutto il Petrolchimico. Al termine della riunione i delegati hanno deciso di continuare lo sciopero della movimentazione (via nave e pipe-line) di etilene e propilene «finché i vertici di Eni e della controllata Versalis non riavvieranno, come era previsto, l’impianto del cracking di Porto Marghera». Lo sciopero è cominciato la scorsa settimana, dopo la firma di un verbale al ministero dello Sviluppo, in cui Eni conferma gli investimenti e il futuro della bioraffineria di Porto Marghera (già riconvertita riducendo della metà i poco più di 300 dipendenti che aveva), ma non indica una data per il riavvio dell’impianto del cracking (fermo da mesi e per il quale era previsto il riavvio il 18 agosto prossimo) che produce etilene, propilene e altri sottoprodotti chimici, inviati come materie prime, via nave o con la pipe-line collegata ai petrolchimici Mantova, Ravenna e Ferrara. Lo sciopero per ora è «a giorni alterni» con blocchi della “pipe line” e del carico delle navi cisterna, maieri nella riunione tenutasi nel Capannone del Petrolchimico, è stato detto che se l’Eni non chiarirà al più presto il destino di Versalis a Porto Marghera «i blocchi saranno inaspriti »,anche a costo di costringere i petrolchimici emiliani – collegati via pipe-line sotterranea – a fermare l’attività per mancanza di materia prima. A Ferrara, un impianto produttivo di Versalis è già stato fermato e presto potrebbe succedere la stessa cosa a Mantova (dove la Basel trasforma il propilene in plastica) e a Ravenna. In un comunicato stampa diffuso dopo la riunione in Capanne, le segreterie territoriali dei chimici di Cgil, Cisl, Uil e le Rsu, si dicono «fortemente preoccupati per quanto emerso dall’incontro svoltosi al ministero dello Sviluppo il 31 luglio, nel corso del quale non sono state date risposte sul futuro del sito Porto Marghera e per l’attuazione dell’accordo siglato il 10 febbraio scorso» che prevede nuovi investimenti per la chimica verde. «Il verbale di accordo e il successivo comunicato delle segreterie nazionali con la prevista discussione a settembre e la sospensione di tutte le iniziative di mobilitazione», aggiungono i lavoratori e i sindacati veneziani, «non sono in linea con quanto discusso e richiesto a livello sindacale locale. Nel verbale del Mise ci sono sicuramente risposte positive per Gela e per la raffineria di Venezia mentre per l’impianto cracking di Porto Marghera manca ogni tipo di garanzia e di continuità produttiva ». «Ribadiamo con forza», continua il comunicato sindacale, «la necessità di convocare urgentemente un tavolo con i vertici dell’Eni e di Versalis per discutere del futuro del Petrolchimico di Porto Marghera e il riavvio del cracking». Con queste parole i lavoratori veneziani non hanno intenzione di rispettare la tregua sancita nel verbale sottoscritto a Roma la scorsa settimana e rilanciano: «Serve una profonda discussione a livello nazionale per cui è necessario, in tempi brevi, convocare un coordinamento dei delegati che faccia chiarezza sui piani di Eni per l’industria chimica ed analizzi i danni che il non riavvio del cracking potrebbe causare anche ai siti di Mantova, Ravenna e Ferrara».
Gianni Favarato