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Soddisfatti i pendolari: «Si gira pagina, basta con i ritardi»

I macchinisti: il recupero di produttività migliora il servizio

PADOVA – La metro del Veneto? Promossa con riserva. Treni di alta qualità, eleganti, puliti come a Monaco di Baviera e in Svizzera ma semideserti con i passeggeri costretti a vagare tra i binari alla ricerca del binario «2 Metr», una sigla in perfetto stile Ue che piace tanto ai turisti con smartphone ma assai criptica per i pendolari. Il salto di qualità è davvero notevole, peccato che il debutto del Sfmr sia passato sotto silenzio, senza spot in tv e sui giornali. Eppure bastavano le briciole di quel favoloso piano di comunicazione da 1,4 milioni di euro che la Regione ha destinato al turismo per spiegare che da lunedì 8 settembre sulla linea Padova-Mestre-Venezia viaggerà un treno ogni 10 minuti, con le 22 corse aggiuntive della Sfmr, la «metro» veneta voluta da Bernini e Cremonese e Lia Sartori negli anni Novanta e realizzata a stralci da Galan e Chisso. Il governatore Zaia ieri ha scritto a Vincenzo Soprano, ad di Trenitalia, per richiamare Rfi al rispetto degli obblighi contrattuali, che prevedono anche un’adeguata informazione alla clientela quando si migliora e cambia l’offerta. In attesa di capire chi gestirà la «satisfaction customer» non resta che dare la parola ai pendolari, che hanno «promosso» a pieni voti il Sfmr. Alle 11 del mattino, la stazione di Padova è invasa da turisti, che fanno la fila davanti alle biglietterie. I treni della metro? Alfonso Rizzo, macchinista, prima di mettersi ai comandi dello Stadler nuovo fiammante con lo stemma della Regione Veneto, racconta la sua verità: «Sì, è vero faremo qualche corsa in più con lo stesso orario di lavoro, c’è un recupero di efficienza positivo. I treni? Ottima qualità». Al suo fianco il capotreno 28692964 che in perfetto piemontese spiega: Veneto e Toscana sono all’avanguardia nella gestione del servizio. Si parte. A bordo una decina di persone con Enrico Cecchinato, studente di Ingegneria meccanica che racconta la sua giornata: «Sto tornando a casa, stamattina sono salito alle 7,47 a Dolo ed era pieno di gente. Faccio il pendolare da 5 anni, spero che i treni del Sfmr siano la soluzione a tutti i disagi. Si gira pagina».Arrivo in perfetto orario a Mestre al binario 9. Due cinesi strepitano perché debbono andare a Venezia e corrono al binario 11: hanno due minuti per salire sul treno. Alle 12,35 si riparte. Quindici i passeggeri. Gabriele Manoli, ricercatore di Ingegneria ambientale all’università di Padova è in procinto volare negli Usa con una borsa di studio. «L’area metropolitana tra Venezia, Padova e Treviso ha assolutamente bisogno di una metro efficiente, sul modello delle grandi città europee. Sono stato a Copenaghen e i treni sono eccezionali, come le piste ciclabili. E in Danimarca di giovani ingegneri disoccupati non ce ne sono, le statistiche riguardano solo chi cambia lavoro. Speriamo di farcela». E Viviana, di Spinea, studentessa di Psicologia magistrale a Padova, ribatte: «Stupendi questi treni, sarebbero perfetti se avessero anche le prese elettriche per caricare i cellulari e i computer. Difficile trovare lo spazio per un trolley, ma si gira pagina. Carrozze pulite e comode: speriamo non si fermino quando nevica».

Albino Salmaso

 

prima corsa senza viaggiatori «Ma deve arrivare fino a Venezia»

PADOVA. Stazione di Padova, ore 6,49. Il capo-deposito Massimo Lippi, il macchinista Nico Stefan e il capotreno sono pronti a partire sul primo treno della metro veneta, lo Stadler azzurro a 4 carrozze con lo stemma della Regione Veneto stampato sulla locomotiva. I passeggeri? Non ci sono, il binario è vuoto. Forse è perché le scuole e le università non hanno ancora aperto i battenti, ma i passeggeri hanno utilizzato gli altri binari della stazione. Il test decisivo ci sarà lunedì 15 settembre e le 22 corse del Sfmr verranno prese d’assalto dai pendolari. C’è da sperare che in questa settimana venga messa in atto una campagna di informazione agli utenti: ieri sul tabellone centrale, i treni del Sfmr sono stati segnalati con la sigla «2 METR» ma non è stato facile individuare il binario che inizia sulla pensilina 1, dopo gli uffici di Italo e il bar. La questione è sul tavolo di Trenitalia, ma la Regione può certamente dare una mano. La signora Teresa Borsellino e il marito Donato Casetta non hanno dubbi: «Il treno è fantastico, pulito, e spacca il minuto. Lo abbiamo preso alle 9,356 a Mestre perché un ferroviere ce l’ha segnalato e siamo arrivati a Padova in 25 minuti. Viviamo in Belgio, anche lì si sente la crisi e hanno iniziato a tagliare le stazioni delle piccole città. Dopo la visita alla basilica del Santo, ora torniamo a Favaro Veneto, ma non è stato facile trovare il binario alla stazione di Padova, c’è confusione sul binario 2, mancano i c artelli di informazione agli utenti». Sono le 11,49 e il treno parte diretto a Mestre: pochi i passeggeri. A Ponte di Brenta sale Maria Giulia Turino, 23 anni, laureata e fresca di master in Economia Turistica all’università di Padova. Non ha il biglietto perché la stazione è chiusa e il capotreno stacca il ticket con molto garbo. Con il progetto Sfmr è stata costruita la nuova stazione di Busa-Vigonza ma è chiusa perché mancano i parcheggi, dovrebbe aprire l’8 dicembre, spiega un ferroviere. «Ma come, questo treno meraviglioso ferma a Mestre? Non è possibile, deve arrivare fino a Venezia», dice Maria Giulia, «nel mio stage stiamo verificando come potenziare l’offerta turistica legata al marchio Slow Venice che coinvolge la Riviera del Brenta, la laguna e anche Chioggia. Ma Venezia resta la capitale. i treni devono arrivare tutti a Santa Lucia».

(f.p. al.sal.)

 

Zaia scrive a Soprano “Rfi potenzi le corse”.

VENEZIA Fare in modo che la composizione dei convogli sia adeguata al numero delle persone trasportate, per evitare affollamenti e ritardi dovuti all’allungamento dei tempi di incarrozzamento luingo il tragitto, in particolare nelle fermate intermedie; agire con forza sul gestore dell’infrastruttura ferroviaria RFI (Rete Ferroviaria Italiana) affinché venga garantita agli utenti una corretta e puntuale informazione sui principali eventi d’esercizio; avvio di una fase di incontri con gli enti locali per valutare e soddisfare le richieste di integrazione all’orario cadenzato giunte in questi mesi; l’elenco di una prima lista di treni che presentano particolari criticità relativamente all’affollamento. Sono questi i punti principali affrontati in una lettera che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, alla ripresa delle attività lavorative e alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico e dell’anno accademico, ha inviato all’amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano. Nella lettera si sottolinea come, «a seguito di riscontri effettuati dai competenti uffici regionali, nonché dai diversi confronti effettuati con gli enti locali interessati, si è rilevato il persistere di alcuni disservizi che inficiano l’offerta ferroviaria ai quali va data immediata risposta». In poche parole il presidente Zaia chiede a Trenitalia «un maggior rispetto per il programmato orario dei servizi, in primis per quelli nella fasce orarie pendolari».

 

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