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Nuova Venezia – Riviera “Blocchiamo la filiera del falso”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

14

set

2014

Stra. Facin (Cgil) e Prataviera (Lega) chiedono il pronto intervento del Governo

STRA «Serve in sintesi passare dalle parole ai fatti, facendo diventare questo tema, partito dal Veneto, il tema nazionale per la difesa delle nostre qualità produttive, delle nostre eccellenze, della nostra difesa e tutela del buon lavoro, della dignità delle persone, contro chi pensa che solo attraverso una “cinesizzazione” del lavoro si vincono le sfide della globalizzazione, della crisi». Lo dice il segretario regionale della Filctem Cgil Stefano Facin dopo la scoperta di una nuova filiera del falso in Riviera. «Non sono più solo i laboratori cinesi», dice, «oggi sappiamo che ci sono anche avventurieri e disonesti imprenditori italiani, quelli denunciati. Questa “nuova” realtà, per usare un eufemismo, deve farci riflettere profondamente su quale il livello di visione imprenditoriale che questo Paese rischia di avere. Di fronte a centinaia di bravi e onesti imprenditori ce ne sono alcuni che rischiano di rendere inefficaci i tentativi fatti da sindacati e associazioni di categoria sul versante della certificazione dei prodotti». Facin attacca anche il Governo. «Invece di annunciare», contesta, «renda praticabile l’utilizzo di enti statali per la certificazione dei prodotti, di una politica di difesa e tutela del Made in Italy, evitando che con enti privati si possa pensare ad un loro utilizzo, all’italiana maniera». Facin poi oltre a chiedere alla Regione di accelerare in questa direzione chiede pene più pesanti per i disonesti. Sulla questione interviene duramente anche Emanuele Prataviera. «È un sistema malato», attacca il deputato della Lega Nord, «che coinvolge tutti, anche le grandi griffe. Quando vado in Riviera gli imprenditori mi raccontano certe situazioni, ma poi nessuno vuole esporsi. Questa è di fatto mafia e non possiamo far finta di niente. Ci sono opifici clandestini nati per rifornire di calzature contraffatte i venditori abusivi. Come può una produzione di questo livello agire indisturbata nel territorio? C’è sicuramente alle spalle di tutto, un sostegno locale in termini di mezzi e forniture. Appoggio dannoso per tutta l’economia locale». Prataviera rincara la dose. «Il fatto che siano imprenditori autoctoni a danneggiare il sistema economico è da condannare con ancora più forza. Purtroppo in Riviera queste situazioni non sono nuove, esiste una rete di omertà per la quale o gli imprenditori ne vengono fuori o in pochi anni faranno fare alla Riviera la fine di Prato».

(a.ab.)

 

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