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Sostengono che il progetto di scavo del canale Contorta non può essere ammesso alla valutazione di impatto ambientale come infrastruttura strategica (Legge obiettivo) e formulano un atto di intervento urgente perchè il procedimento sia revocato in autotutela dal Ministero dell’ambiente, primo destinatario della missiva. Tre associazioni ambientaliste (Italia Nostra, Ecoistituto Alex Langer, Ambiente Venezia) hanno inviato un corposo documento anche al Ministero dei Beni Ambientali e al Commissario Prefettizio Vittorio Zappalorto per denunciare “l’erronea” ammissione del progetto alla via secondo una corsia preferenziale. E le motivazioni sono circostanziate.
In primo luogo i firmatari sostengono che non si tratta di un “adeguamento” del canale per raggiungere la Marittima, come recita il titolo del progetto, ma di una nuova via d’acqua portuale il cui tracciato è talvolta adiacente, sovrapposto o intersecato con il canale Contorta che però si trova in un’area del tutto estranea alle aree demaniali portuali disciplinate dal piano regolatore portuale vigente. «Da ciò deriva – sostengono le associazioni – l’incompetenza di autorità portuale a proporre, finanziare e realizzare un intervento come quello proposto» e l’impossibilità per il Porto di essere riconosciuto “come autorità aggiudicatrice e proponente alla via dell’opera”.
C’è poi la questione dell’inserimento in legge obiettivo, «che non trova riscontro negli elaborati ufficiali del programma di infrastrutture strategiche». Cioè la Via strategica è stata concessa ma manca il decreto autorizzativo. Perchè è vero che c’è il parere positivo – peraltro non vincolante – del Cipe. Ma per prima cosa il canale Contorta non è “ufficialmente individuabile”, perchè nell’allegato delle opere strategiche esiste un generico stanziamento di 140 milioni di euro per “interventi per la sicurezza dei traffici delle grandi navi nella laguna di Venezia”, dopo che alla conferenza Stato-Regioni l’ex sindaco Giorgio Orsoni, di concerto con l’assessore regionale Roberto Ciambetti, avevano fatto cambiare la definizione non essendo ancora decisa – nell’aprile scorso – la soluzione alternativa a San Marco per le navi. In secondo luogo l’iter normativo non è ancora perfezionato, perchè per essere efficace giuridicamente il piano delle opere strategiche dev’essere inserito nel documento di Economia e Finanza, che deve ancora essere approvato dalle Camere.

(r.v.)

 

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