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Gazzettino – Piu’ trasparenza su grandi navi e grandi opere

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

10

ott

2014

L’OPINIONE

Le parole di Gianluca Comin sul Gazzettino di qualche giorno fa (“Grandi opere. Dialogo e trasparenza per sbloccare il Paese”), sono musica per chi, opponendosi a un crocerismo incompatibile con Venezia e la sua laguna, si scontra da anni con un muro di gomma di disinformazione, silenzi, porte chiuse, lavoro sotterraneo di lobby potenti. Gli organi d’informazione li chiamano sbrigativamente No Navi, e capisco la sintesi giornalistica, ma il Comitato che a Venezia coordina i cittadini che si sono mobilitati si chiama in realtà No Grandi Navi – Laguna Bene Comune, e già dal suo nome si dovrebbe capire che esso non si batte contro il crocerismo e la portualità tout-court, ma contro un modello improntato a un gigantismo che fa a pugni con le dimensioni della città e la delicatezza della laguna.
In altre parole, i cosiddetti No Navi sono portatori di soluzioni per salvare crociere e lavoro alternative a quella finora perseguita dalle Autorità, che reitera le logiche ottocentesche che hanno trasformato la laguna in un braccio di mare, ma non hanno mai potuto presentarle e discuterle con chi ha il potere di decidere. Viceversa, il Governo è sempre andato avanti a testa bassa sull’unico progetto che sta a cuore all’Autorità Portuale: lo scavo di un nuovo canale industriale in laguna sul tracciato del piccolo Contorta Sant’Angelo per togliere visivamente le navi da San Marco lasciando inalterati e irrisolti tutti gli altri problemi: dal rischio di incidenti all’inquinamento all’erosione dei fondali.
In tema di accesso alle informazioni e di partecipazione del pubblico nei processi decisionali in materia ambientale l’Italia non è proprio all’anno zero, avendo sottoscritto la Convenzione europea di Aharus, ratificata con la legge n. 108 del 2001, ma essa è lettera morta: nel 2012 il Comitato ha dovuto diffidare i Ministeri competenti, la Capitaneria di Porto, il Magistrato alle Acque per conoscere quali valutazioni giustificassero le prescrizioni del decreto Clini–Passera che escludeva le navi oltre le 40 mila tonnellate dal Bacino San Marco, senza neppure ottenere la risposta di un usciere. Perché in tutta Italia il limite di sicurezza nelle aree marine sensibili è di 500 tonnellate di stazza lorda e in Bacino San Marco è di 40 mila? E perché non 35 mila o 50 mila? Domande legittime, ma inascoltate.
Per dire quali siano i concetti di trasparenza e di partecipazione ai quali si ispira il Governo, ricordo che a settembre 2013 la Commissione nazionale di Valutazione di impatto ambientale ha bocciato il progetto di scavo del Canale Contorta Sant’Angelo, proposto dal Porto e redatto dal Consorzio Venezia Nuova, ma la delibera è stata tenuta nascosta ed è venuta alla luce solo ad aprile di quest’anno e solo grazie al lavoro “investigativo” del senatore Casson. Ora l’Autorità Portuale sostiene d’aver modificato il progetto, che naturalmente non è noto alla cittadinanza e neppure ai suoi rappresentanti in Parlamento, pure l’8 agosto il Governo ha deciso che si va avanti solo su quello. Ben venga, dunque, la proposta di Comin, e ben vengano le indagini preliminari, le analisi storico culturali, le valutazioni sociali ed economiche, l’attenzione a tutte le criticità dei progetti che egli richiede: queste sono le vere informazioni che devono pubblicamente circolare in un paese civile per decidere senza leggerezza. Il resto sono logiche da imbonitori.

Silvio Testa

 

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