Nuova Venezia – “Con le aperture domenicali persi 20 mila posti di lavoro”
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17
ott
2014
STIME CONFESERCENTI
VENEZIA – È di circa 750 milioni di euro la perdita di fatturato che complessivamente gli esercizi commerciali del Veneto hanno visto sfumare in favore della Grande Distribuzione Organizzata dal 2012 ad oggi. Secondo le stime della Confcommercio del Veneto infatti ogni anno, negli ultimi tre, almeno l’1% del fatturato dei piccoli esercenti si è trasferito nelle casse dei Grandi Centri Commerciali. «La liberalizzazione totale delle aperture domenicali voluta dal governo Monti con il decreto Salva-Italia non ha fatto che peggiorare la situazione – spiega Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti Veneto. – Ci avevano raccontato che questa norma avrebbe fatto crescere del 1,5% il Pil del paese, portando occupazione e crescita dei consumi ma è successo il contrario». Il segno meno nelle casse degli esercenti che si somma ai numeri della crisi. Sono 63 i miliardi di euro bruciati in Italia dalla crisi dei consumi e circa 200mila i posti di lavoro persi. Non va meglio in Regione dove a perdere il lavoro, nel solo biennio 2012-2013, sono stati ben 20mila dipendenti del settore mentre la contrazione degli esercizi supera le 1200 unità. «A proposto del gradimento del pubblico i dati di Confesercenti sembrano smentire quelli a suo tempo proposti da Federdistribuzione, l’associazione di categoria della GDO: se per gli uni il valore del riposo domenicale risulta imprescindibile per il 62% degli intervistati, per Federdistribuzione i favorevoli alle aperture domenicali erano complessivamente poco meno dei due terzi del campione analizzato a gennaio 2013. «Il ruolo e l’utilità delle aperture domenicali dei centri commerciali è tipico delle aree metropolitane delle grandi città – continua Franceschi – mentre il Veneto non presenta affatto una struttura dell’abitato di questo tipo. Al contrario qui sono i piccoli esercizi ad avere un ruolo fondamentale nella tutela e nella salvaguardia dei centri abitati, tutela che, con la progressione continua delle chiusure, viene messa seriamente a rischio».
Riccardo Sandre