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Violento nubifragio, case e strade allagate. Tracimano i fiumi

Portogruarese sott’acqua

Portogruaro chiederà lo stato di calamità

L’Esercito a Concordia

Nubifragio al mattino, caduti 250 millimetri di pioggia in appena due ore

Sott’acqua case, negozi e strade. Tracimano fiumi e canali, caos treni

PORTOGRUARO – Emergenza maltempo, duramente colpite Portogruaro, Concordia, Gruaro, Fossalta, Cinto, Teglio, San Stino e San Michele. Il sindaco di Portogruaro, Antonio Bertoncello, ha chiesto lo stato di calamità e l’allentamento del Patto di stabilità per affrontare l’emergenza, mentre le scuole oggi resteranno aperte. Il territorio è in ginocchio per colpa delle violente piogge e delle tracimazioni di torrenti, rogge e persino fiumi. Ben 250 millimetri di pioggia caduti in due ore, dalle 5 alle 7 di ieri mattina, hanno provocato l’allagamento di moltissime strade. L’acqua ha invaso almeno 250-300 case e negozi, oltre a una fabbrica al confine con il pordenonese. Sospesa a lungo la circolazione ferroviaria, per colpa dell’esondazione del fiume Cormor, in provincia di Udine. Con il passare delle ore il livello dei corsi d’acqua è aumentato notevolmente. Il Lemene è tracimato nel pomeriggio a Cavanella. Esondazioni si sono registrate però anche a Gruaro e Portogruaro, complici sempre il Lemene e anche il Versiola. La situazione ricorda da vicino quella di inizio febbraio, quando Borgo Sant’Agnese venne sommersa dalla furia di un Versiola carico di piogge. Si teme il peggio. Difficile poi quantificare i danni, che potrebbero sfiorare i cinque milioni, sommando beni mobili e immobili, per non parlare di quelli patiti dai coltivatori e dai titolari di aziende allagate. Al lavoro da prima dell’alba ci sono Protezione Civile, Genio, operai comunali, vigili del fuoco. Non sono mancate però le lamentele di chi, e sono la maggior parte, si sono trovati soli a dover fronteggiare l’emergenza. I soli carabinieri hanno ricevuto 985 richieste d’aiuto, ma chiaramente i militari dell’Arma. La polizia locale ha fatto il possibile. I tecnici del consorzio di Bonifica Veneto orientale hanno lavorato incessantemente. L’acqua è entrata nelle case a Portogruaro in zona Frati, su tutte le laterali di viale Treviso e anche in via Livenza, dove ci sono le scuole elementari, interessate solo parzialmente. Il fronte maggiore del nubifragio si è registrato nella zona di viale Trieste, dove tutte le laterali sono finite a mollo. Allagati scantinati e garage, danneggiate almeno una cinquantina di auto rimaste intrappolate. Riflessi dell’emergenza anche nelle frazioni portogruaresi di Summaga e Pradipozzo, oltrechè a Lugugnana. «Sono ancora ore di allerta, tutto il personale del Comune sta facendo il possibile», afferma il sindaco Antonio Bertoncello, «il settore manutentivo, la polizia locale e la protezione vivile, in collaborazione con le altre del territorio, hanno attivato il Centro operativo comunale e in collaborazione anche con i vigili del fuoco stanno monitorando la situazione. Il livello del Lemene si sta alzando lentamente perché sta raccogliendo l’acqua da nord, il mare non sta ricevendo bene, ma dovrebbe essere al suo culmine, tuttavia un eventuale forte temporale, come quello della notte scorsa, potrebbe aggravare la stato attuale delle cose. Invito tutti i cittadini a fare attenzione a prendere tutte le precauzioni possibili». A Gruaro isolato tutto il centro, allagate anche le strade di località Bagnara. La Protezione civile regionale del Veneto ha fatto sapere che almeno 300 uomini sono impegnati sui vari fronti dell’emergenza. A preoccupare sono soprattutto i fiumi. Il Lemene non è il solo a creare problemi. Infatti a San Stino è tracimato ancora il Fosson allagando le campagne. In regime di guardia il Malgher, sempre nel Sanstinese, e il Caomaggiore a Cinto.

Rosario Padovano

 

san donà

Il Piave resta nei limiti di guardia

SAN DONÀ. Pioggia e maltempo continuano, ma la situazione idrometeorologica a San Donà non desta preoccupazioni nonostante la forte pioggia. Tanto che una squadra di cinque uomini della protezione civile è partita in aiuto nel Portogruarese. «Resta disponibile sul territorio un’altra squadra, allertata per qualunque eventualità», spiega il vicesindaco e assessore alla protezione civile, Luigi Trevisiol, «ma al momento la situazione non presenta rischi particolari». Il livello del Piave e dei canali ha risentito in misura poco significativa delle forti precipitazioni che su San Donà hanno raggiunto un livello cumulato dalla mezzanotte di circa 10 millimetri. La piena del fiume, per quanto in limitata crescita dalla serata di ieri, a mezzogiorno non ha ancora raggiunto il livello di 24 ore prima. Non preoccupa nemmeno il livello del fiume a Segusino, importante per definire la massa d’acqua che si scaricherà nelle prossime ore: a mezzogiorno si attesta attorno al metro, ben al di sotto del livello di rischio.

(g.ca.)

 

Non solo le frazioni, questa volta è stato l’intero Comune a essere inondato

I residenti: «Idrovore tardi in funzione». Il sindaco: «Una bomba d’acqua»

L’Esercito a Concordia chiuse ieri due scuole

CONCORDIA – Ieri a Concordia, assieme alla protezione civile e ai vigili del fuoco, c’era anche l’Esercito: il maltempo ha allagato la città. Un evento straordinario che, per la prima volta, ha riguardato l’intero Comune. Solitamente, infatti, a risentire di queste situazioni sono state le frazioni di Lison, Paludetto e Teson ma questa volta, invece, l’acqua ha raggiunto anche il centro, entrando nelle case, nei negozi e nelle scuole. Subito disposta per ieri dal sindaco Claudio Odorico la chiusura delle scuole dell’infanzia di via Julia e primaria di Paludetto in via Battisti: il problema idrico si ripresenta anche quest’anno, a pochi giorni dalla sottoscrizione del nuovo Piano delle Acque redatto proprio per cercare di evitare queste situazioni. Non è il Lemene a straripare, almeno non ancora, ma il problema è tutto negli impianti di pompaggio delle acque piovane e nell’otturazione dei tombini e dei fossati, fatto è che ieri, tutta la comunità ha impugnato secchi, sacchi e scope, alzato paratie e lavorato ininterrottamente assieme ai volontari della Protezione Civile per cercare di limitare i danni quanto più possibile. L’acqua, dopo aver toccato oltre i venti centimetri, ha cominciato a scendere nelle prime ore del pomeriggio anche se la pioggia non ha mai dato tregua: allagato il centro storico, via Oberdan, via Musil, via Aquileia, via Maentrada e molte altre. Preoccupante la situazione della viabilità: «Non passate con le auto nelle vie allagate», è l’appello di molti, «o perlomeno evitate le alte velocità che aumentano i disagi perché provocano spostamenti d’acqua diretti nelle case». E non mancano le polemiche tra la cittadinanza che subito ha puntato il dito sull’attivazione forse tardiva delle pompe, avvenuta verso le 7.30 di ieri. «In verità le idrovore sono state attivate martedì sera anche se non era giunta alcuna allerta meteo preoccupante». spiega il sindaco Odorico, «abbiamo effettuato controlli assieme alla protezione civile sia alle 2 che alle 6 del mattino e la situazione era sotto controllo. È cambiato tutto con la bomba d’acqua che poco dopo ci ha colpito. Subito sono state attivate le pompe ma una cosa del genere non era prevedibile e difficilmente gestibile, infatti è stato coinvolto l’intero Comune non solo le frazioni. Ora terremo monitorato il Lemene che si gonfia di ora in ora ma credo che la situazione sia ormai sotto controllo. Oggi le scuole riapriranno regolarmente».

Gemma Canzoneri

 

l’ente gestore delle idrovore

Il Consorzio si chiama fuori: «Evento eccezionale»

PORTOGRUARO – Oltre 300 millimetri di pioggia in meno di 24 ore, 250 solo in 120 minuti ieri mattina tra le 5 e le 7. Sono impressionanti i dati forniti dal consorzio di Bonifica Veneto Orientale, ente parte in causa il cui compito è anche evitare gli allagamenti. Solo la sera prima i tecnici si trovavano a San Michele, assieme al sindaco Pasqualino Codognotto e agli operai mandati dalla Regione. Gli impianti idrovori sono tutti perfettamente funzionanti. Sono 88 in tutto il Portogruarese. La notte è stata davvero insonne per Sergio Grego, il direttore dell’ente. Nemmeno lui che ne ha viste di tutti i colori si aspettava un nubifragio di questa portata, all’alba. «Dovremo confrontare le statistiche del passato, a memoria non ricordo un evento simile, se non forse quello di Caorle del 1990», ha ricordato Sergio Grego, «i tecnici, gli operai e i sorveglianti del consorzio sono incessantemente all’opera già da 10 giorni. Martedì eravamo tra Alvisopoli e Villanova della Cartera per la prima abbondante precipitazione: erano caduti 50 millimetri che hanno fatto esondare le rogge a nord di San Michele creando problemi a Malafesta e Villanova. Quello che si è visto questa mattina (ieri, ndr) è qualcosa di indescrivibile». Inoltre, per fare fronte alle segnalazioni di emergenza meteo provenienti da Arpav, è continuamente attivo il servizi di monitoraggio 24 ore su 24 di tutto il comprensorio; attraverso la sala telecontrollo ricavata nella sede di viale Venezia a Portogruaro. È stato certificato che nessun impianto idrovoro si è guastato; è stato infatti accertato il loro costante e regolare funzionamento.

(r.p.)

 

Traffico ferroviario sospeso per sette ore e bus navetta

“Frecce” passate su linee alternative con enormi ritardi

La piena del Cormor blocca i treni tra Venezia e Trieste

PORTOGRUARO – La piena del torrente Cormor manda in tilt la circolazione ferroviaria tra Veneto e Friuli sulla linea Venezia-Trieste. Quasi sette ore di stop, ieri mattina, per tutti i treni nella tratta compresa tra Portogruaro e San Giorgio di Nogaro (Udine). Per fronteggiare l’emergenza Trenitalia ha istituito un servizio di autobus sostitutivi tra le due stazioni, mentre i treni a lunga percorrenza sono stati deviati su un itinerario alternativo con ritardi di circa 100 minuti. Molti i disagi per i viaggiatori diretti o provenienti dal Friuli. Problemi minori, invece, per chi si doveva spostare verso Venezia. In mancanza dei soppressi Regionali Veloci Venezia-Trieste, i pendolari diretti in laguna hanno potuto infatti sopperire con i Regionali lenti Portogruaro-Venezia, che hanno viaggiato regolarmente. L’emergenza sulla tratta Venezia-Trieste è scattata intorno alle 4.20 della scorsa notte per la piena del torrente Cormor, il cui corso incrocia la linea ferroviaria a ridosso del territorio dei Comuni di Muzzana del Turgnano e Carlino, nella bassa friulana. La circolazione dei treni è stata subito sospesa tra le stazioni di Portogruaro e San Giorgio di Nogaro. Trenitalia ha istituito tra le due stazioni un servizio di autobus navetta. In alcuni casi i bus hanno proseguito il loro servizio fino a Venezia. I treni a lunga percorrenza, invece, sono stati deviati via Gorizia-Udine-Sacile con un aumento dei tempi di viaggio di circa 100 minuti. È stato il caso, ad esempio, del Frecciargento Trieste-Roma, ma anche del Frecciabianca 9710 Trieste-Torino, atteso nel capoluogo piemontese alle 12.50, ma giunto in realtà solo dopo le 15. Il traffico ferroviario tra Portogruaro e San Giorgio è stato riattivato intorno alle 11. Il primo treno a poter transitare è stato il Regionale Veloce 2212 Trieste-Venezia, arrivato a Portogruaro alle 13.30. Dopo la riapertura, la circolazione dei convogli è proseguita comunque per tutta la giornata con un rallentamento precauzionale all’altezza del ponte sul Cormor. Un episodio analogo era accaduto lo scorso febbraio, quando la linea Venezia-Trieste era stata già interrotta per maltempo, stavolta a causa dell’esondazione del Reghena tra Portogruaro e San Stino. Tornando a ieri, è andata decisamente meglio per chi ha deciso di spostarsi in autobus. Nonostante le molte strade allagate un po’ ovunque, Atvo è riuscita a garantire praticamente tutte le corse di linea che interessano l’area del Portogruarese. L’azienda ha fatto sapere che si è reso necessario sospendere solo alcune corse degli scuolabus nelle zone di Teglio e di Concordia, a causa di alcune strade diventate impraticabili. Atvo ha monitorato la situazione costantemente per tutta la giornata.

Giovanni Monforte

 

La gente è ormai rassegnata ad allagamenti che qui sembrano inevitabili. «Ma il Friuli ha le sue colpe»

«Ora abbiamo paura dei fiumi e dei canali»

PORTOGRUARO – Gente più rassegnata che arrabbiata, soprattutto nella zona del rione di viale Trieste, il più colpito dall’acquazzone che ha interessato il Portoguarese. Tutte le laterali della Triestina sono finite sotto acqua con pesanti disagi soprattutto vicino alla chiesa della Beata Maria Vergine. Non è stato risparmiato nemmeno il palasport di via Lovisa; sotto acqua anche la Coop in via Boito. È alle Palazzine, sull’omonima via, che si legge sul volto la rassegnazione dei cittadini portogruaresi. «Abbiamo paura del canale Ronchi», dicono i residenti, «è già esondato nelle campagne». Il corso d’acqua collega la zona delle Palazzine con quella di Fossalato, dove si sono registrati disagi molto pesanti. Gli allagamenti qui hanno riguardato almeno una cinquantina di famiglie. Analoga sorte sulla parte opposta di viale Trieste, in via Manzoni. All’alba il livello d’acqua ha superato il metro, allagate tutte le abitazioni. I danni sono notevoli. «Ho 90 anni», risponde un signore che nonostante la fatica continua a liberare la casa a “secchiate”, «e non dovrei compiere questi sforzi». Tra i prigionieri dell’acqua c’è anche l’assessore alle attività produttive Paolo Bellotto, che si è trovato la casa invasa dall’acqua. «È sconcertante», ammette, «la situazione anziché migliorare nel corso della giornata, è peggiorata. Questo perché si è verificato un altro fatto: l’acqua di falda infatti continua incessantemente a risalire. Ecco perché il livello non cala sulle laterali di viale Trieste». In realtà la falda si alza nei mesi autunnali proprio per precipitazioni meteoriche. Nella zona dello stadio, vicino al santuario e alla sede dei Frati l’emergenza legata al nubifragio si è conclusa già al mattino. Molte persone si sono trovate gli scantinati allagati. Nel corso del pomeriggio però si è affacciato un altro spettro che fece capolino già a febbraio: l’innalzamento del Reghena, che può provocare fontanazzi. Dopo la pioggia i fiumi. Portogruaro non sa come uscire da questa terribile morsa. A Gruaro invece si tuona contro il Friuli; e in particolare un guado artificiale costruito senza arginature a Stalis, in territorio di Sesto al Reghena. «Non ha argini e quando piove in modo violento la frazione di Bagnara finisce sotto acqua», polemizzano i residenti, «il Friuli fa cose pericolose per noi».

(r.p.)

 

L’acqua è arrivata ieri fino all’altezza dei chioschi, portandosi via anche la sabbia

Allagamenti a Sottomarina con via Padre Emilio Venturini diventata un fiume

Una violenta mareggiata spazza via Isola Verde

SOTTOMARINA – Il mare spazza via Isola Verde. Il maltempo continuato dei giorni scorsi e la pioggia battente di ieri hanno compromesso centinaia di metri d’arenile, nella parte sud di Sottomarina e in particolare a Isola Verde dove l’acqua è arrivata all’altezza dei chioschi. Quintali di sabbia portati via assieme a montagne di euro spesi ogni anno, inutilmente, per procedere con il ripascimento a inizio stagione. Ma la forte pioggia ha colpito come sempre anche Sottomarina con molte strade allagte come via Padre Emilio Venturini che ad ogni acquazzone diventa un lago. Un disastro annunciato, quello a Isola Verde, che provoca nuovamente le ire delle categorie turistiche che si chiedono dove siano finiti gli annunciati lavori per realizzare la diga sommersa che salverà, o quantomeno dovrebbe, Sottomarina dalle mareggiate. «La situazione è terribilmente desolante», commenta il presidente dell’Ascot, Giorgio Bellemo, «fatiche e sforzi buttati letteralmente a mare. Ci sono tratti di spiaggia che sono totalmente spariti e nessuno pare che se ne accorga. Non si può più procedere con interventi emergenziali che servono a tamponare una situazione destinata poi a ripetersi alla prima mareggiata. Servono interventi strutturali che peraltro ci sono stati promessi, ma che non sono mai partiti». La rabbia delle categorie riguarda l’annunciato intervento per realizzare nel tratto sud di Sottomarina la diga sommersa che fermerà la forza del mare salvando il tratto di spiaggia più soggetto al fenomeno erosivo. I lavori, a opera del Magistrato alle Acque, dovevano realizzarsi lo scorso anno, poi per problemi tecnici sono stati rimandati a settembre 2014, chiusa la stagione turistica. Settembre e ottobre sono passati ma sul litorale non sono arrivati né operai né ruspe e i concessionari delle spiagge sono stanchi di vivere con l’incubo che ad ogni precipitazione scompaiano fette di spiaggia. «Al di là dei lavori non più procrastinabili», aggiunge Bellemo, «credo ci debba essere un’assunzione di responsabilità da parte della Regione per farsi carico, nei modi che riterrà più opportuni, delle spese di asporto dei rifiuti della battigia della costa veneta che non possono più ricadere sulle singole comunità costiere. Pretendiamo anche un po’ più di attenzione da parte dell’amministrazione comunale che dovrebbe tutelare i concessionari che nonostante questa marea di problemi continuano a investire sulla spiaggia per garantire servizi di eccellenza che fanno bene a tutta la località».

Elisabetta B. Anzoletti

 

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