Gazzettino – Mestre. Le proteste in citta’.
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15
nov
2014
In 400 per le strade del centro città per contestare governo, precariato, grandi opere e degrado
I TEMI – Slogan contro i Jobs act, Zappalorto e Orte-Mestre
MESTRE – Hanno sfilato studenti, prof comunali e centri sociali
L’INIZIATIVA – Nel pomeriggio il bis con la biciclettata
IN VIA PIAVE «Non si batte il degrado mettendo l’esercito»
In una città in cui, tra crisi e commissariamento del Comune, a manifestanti con cartelli e striscioni ci si sta abituando, a stupirsi di uno sciopero restano solo i turisti. Non sono pochi, infatti, quelli che tra souvenir e cartoline, porteranno a casa anche una lunga serie di foto scattate al corteo che ieri mattina ha sfilato per le strade di Mestre. Certamente, per chi di loro conosceva l’italiano, la varietà degli slogan sarà risultata quantomeno singolare. Diversamente dai soliti scioperi, infatti, tra i 400 manifestanti che hanno sfilato dal Municipio alla stazione, si passava con disinvoltura da un tema all’altro: dal governo nazionale a quello locale, dal Jobs Act alla superstrada Orte-Mestre, dal precariato degli insegnanti al degrado di via Piave. Il tutto intervallato da quattro salti sulle canzoni dei The Chemical Brothers. Ad aprire il corteo, il gruppo più numeroso: quello degli studenti del “Coordinamento” con i ragazzi dei centri sociali. E loro non hanno bisogno di cartelli. Su e giù dal furgoncino che anticipava il biscione, quello in cui caricano stereo, casse e microfono, passavano i manifestanti per gridare alla città ciò che non funziona. Con gli slogan “Renzi, nella scuola che prepari ci condanni a precari” e “gli studenti costretti a fare stage gratuiti” ma anche con le parole urlate da Marta, studentessa del liceo classico Marco Polo: “Siamo in via Piave perché è simbolo di un degrado che non si risolve con l’esercito ma con la cultura e gli spazi per i giovani. Io non mi sento protetta se vedo i militari sotto casa. E se c’è un ragazzo che beve una birra non è pericoloso, anzi, beviamocela tutti insieme”. Subito dopo il gruppo di insegnanti con le bandiere del Cobas: “Sono mille i problemi della scuola – spiega Stefano Michieletto – dal precariato che Renzi promette di risolvere all’edilizia scolastica. Proprio ieri, per esempio, la pioggia a Venezia ha distrutto un impianto elettrico e fatto chiudere un asilo”. Poi ancora gli ambientalisti di Opzione Zero, con uno striscione che parla chiaro: “Grandi Opere = Mafia”. E spiegano: “Si sottraggono soldi ai servizi per altre opere inutili come la Orte-Mestre”. Poi Federico Camporese e la squadra di Sel Venezia e infine un nutrito gruppo di comunali autorganizzati e di dipendenti comunali che protestano contro i tagli: “I debiti li paghi chi ha rubato. Lavoratori e cittadini hanno già dato”. Una di loro spiega: “Partiamo dalla vertenza locale ma il commissario non è sbarcato dalla luna, è mandato dal governo. Lo stesso che fa tagli a insegnanti, che mette in ginocchio la scuola e finanzia le grandi opere. Per questo oggi siamo tutti insieme: la battaglia è contro un sistema sbagliato”. Nel pomeriggio hanno fatto il bis, con la biciclettata di protesta a cui hanno aderito anche molti altri lavoratori comunali.