Gazzettino – Addio aree edificabili: tornano agricoli due lotti
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
19
nov
2014
I lotti edificabili diventano agricoli. Il piano degli interventi approvato l’altra sera in consiglio comunale a Nervesa offre un evidente spaccato della situazione di difficoltà economica in cui versano tante famiglie. Per intere lottizzazioni i privati hanno chiesto e ottenuto, dopo il voto dell’altra sera, la trasformazione da edificabili ad agricole. Più di una delle 47 osservazioni esaminate ha riguardato infatti tale tema.
«Ci siamo concentrati -spiega il sindaco Fabio Vettori- su due lottizzazioni, una vicino al centro in via Schiavonesca vecchia, un’altra in via Diaz, e a vari lotti singoli. I proprietari ne avevano chiesto la trasformazione perché preferiscono modificare la natura della proprietà piuttosto che pagare l’Imu sui terreni edificabili».
Un radicale cambio di rotta che non è limitato a Nervesa: casi analoghi sono emersi, sempre in fase di esame del piano degli interventi, anche a Montebelluna. Il “mattone”, per decenni salvadanaio blindato dei risparmiatori, non attira più come forma di investimento o non rappresenta la risposta più appropriata all’emergenza economica che sta attanagliando il Paese. Intanto, però, il piano ha cercato di andare incontro anche ad altre situazioni: le osservazioni sono state votate una ad una e, in molti casi, la Giunta Vettori ha avuto anche il “placet” dell’opposizione.
«È stato varato -spiega il sindaco- un accordo con la ditta Boldini per lo spostamento di un’attività di allevamento di galline sul Montello, in cambio di un’edificabilità residenziale consona con il contesto paesaggistico».
Per quanto riguarda invece l’intervento edilizio Ca’ della Robinia, realizzato all’ex disco Palace, sempre sulla collina, ha ottenuto il via libera la realizzazione di alloggi per disabili. È in programma anche una sala conferenze che potrà essere utilizzata dal Comune. «Il piano appena approvato -conclude Vettori- sarà efficace dall’inizio di dicembre, per i prossimi cinque anni. Sempre ammesso che la gente abbia soldi per intervenire».
Laura Bon