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Ci sarà o no il canale di gronda tra le misure di compensazione ambientale annunciate in attesa della terza corsia dell’A4 tra San Donà e Portogruaro? Oggi, lunedì, all’incontro di Udine con il commissario per la terza corsia, Debora Serrachiani, sarà questo il quesito posto dai sindaci del Veneto orientale. Dopo il generico annuncio di Maurizio Castagna, amministratore delegato di Autovie Venete, sulle misure di compensazione ambientale comunque da realizzare nonostante la terza corsia sia stata rinviata al 2030, il canale diventa il discrimine per la messa in sicurezza idraulica dei territori a Nord dell’autostrada.

Castagna infatti, lunedì scorso, in occasione dell’inaugurazione del ponte sul Piave, nell’annunciare gli investimenti in campo ambientale non ha specificato la natura di tali interventi. «Installare i pannelli fonoassorbenti – sostiene Lucio Leonardelli, esperto della questione essendo stato per molto anni vicepresidente di Autovie – è tutto sommato minimale e facilmente realizzabile, anche perche i pannelli si possono in un secondo momento spostare, ben altra questione è invece il canale di gronda».

I tecnici del Consorzio di bonifica, che hanno imposto come inderogabile lo scavo immediato del canale, sostengono che questo può essere fatto solo contestualmente alla terza corsia. Cosa diversa invece per il casello di Bibione. «Per questo intervento – spiega Leonardelli – serve una ben precisa scelta politica». A suo tempo ricorda Leonardelli, quando Autovie decise di realizzarlo, inizialmente ci fu una resistenza dell’Anas, che dovendo realizzare le opere complementari di attraversamento della statale, riteneva che il casello di Latisana da una parte e il casello di Portogruaro dall’altra, con la tangenziale che si stava costruendo, fossero sufficienti a smaltire il maggior traffico estivo per Bibione.

Maurizio Marcon

 

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