Gazzettino – Riviera / Miranese. Persi 1700 posti e 200 aziende.
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6
gen
2015
LAVORO – Il bilancio di Apindustria su Miranese e Riviera dal 2008 ad oggi
Il direttore Roccato: «A causa della pressione fiscale e della scarsa politica del credito»
«Anche in Riviera e nel Miranese la crisi non conosce tregua. Abbiamo grandi potenzialità, ma servono riforme per incentivare il lavoro. Non c’è più tempo da perdere». Lo sostiene Apindustria Venezia diffondendo i dati di uno studio che riguarda sei Comuni: Mirano, Spinea, Santa Maria di Sala, Pianiga, Dolo e Mira.
Dalla ricerca esce una fotografia davvero preoccupante: dal 2008 ad oggi sono stati persi circa 1.700 posti di lavoro e sono state chiuse 200 piccole o medie imprese. Numeri negativi anche per quanto riguarda la produzione (-20 percento) e il fatturato (-25 percento). L’unico segno positivo è quello dell’export: negli ultimi due anni è salito del 3 per cento.
Lo spaccato è chiaro: soffre principalmente chi lavora per il mercato interno, riesce invece a tener botta o addirittura a crescere chi guarda soprattutto all’estero.
L’indagine è stata presentata dal direttore di Apindustria Venezia Pier Orlando Roccato e dall’ex presidente della Commissione lavoro della Provincia, Roberto Dal Cin. È stata analizzata la situazione delle imprese dei settori meccanico, manifatturiero, gomma plastico, chimico ed edile.
«Le politiche messe in atto da parte del Governo attuale e dei precedenti non sono state efficaci – commenta Roccato -. Il Job act’s tanto decantato non prevede alcun piano di rilancio per le nostre imprese. Non si stanno liberando risorse per sviluppare l’industria, non si intravvedono l’abbassamento della pressione fiscale e una politica del credito atta ad agevolare gli investimenti».
Roccato prova a lanciare un messaggio di ottimismo: «In tempi brevissimi dobbiamo attivare riforme per incentivare il lavoro. Siamo ancora in tempo per rialzarci e ripartire».
Dal Cin approfondisce: «La crisi si fa sentire, ma le imprese sono subissate anche da un fisco ed una burocrazia che non dà tregua. Chiediamo a viva voce – conclude – una concreta politica del credito finalizzata ad investire su sviluppo e ricerca aiutando le imprese a crescere».
Un anno fa un’altra ricerca diffusa invece da Confcommercio evidenziò che nei sette Comuni del Miranese tra il 2008 e il 2013 il calo di fatturato delle attività si attestava mediamente oltre il 15% e colpiva soprattutto macellerie, tabaccherie, cartolerie, negozi di ferramenta, bar e ristoranti.
Gabriele Pipia