Gazzettino – Venezia “Il Mose alzato con 80 cm farebbe morire il porto”
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
6
gen
2015
SALVAGUARDIA – Gli agenti marittimi contro l’ipotesi chiesta dai negozianti di San Marco
LA BOCCA DI LIDO – Assoagenti: «Col Contorta passeranno di qui centinaia di unità»
VENEZIA – Il Mose si potrebbe chiudere in previsione di ogni evento sopra gli 80 centimetri? Apriti cielo! Una simile eventualità, chiesta recentemente dai commercianti di piazza San Marco per salvaguardare le loro attività, è vista come il fumo negli occhi dagli operatori portuali. I costi che il settore dovrebbe sostenere, al di là di quelli di molto superiori per la gestione del Mose, sarebbero elevatissimi e rischierebbero di pregiudicare l’attività dello scalo veneziano. Questo al di là della questione “grandi navi” e Contorta, poiché si parla in via generale dell’agibilità del porto ancora privo di una struttura in mare aperto che consenta di bypassare le barriere mobili in caso di chiusura.
L’aver appreso di una disponibilità teorica del Consorzio Venezia Nuova a sollevare le barriere anche per maree di 80 centimetri ha lasciato basito il presidente dell’Associazione agenti raccomandatari e marittimi del Veneto, Alessandro Santi.
«La possibilità di alzare le barriere del Lido al di sopra di un livello di marea inferiore a quello previsto dal progetto – attacca Santi – è in conflitto con l’economia portuale della città, oltre che con il budget che avrà a disposizione la gestione del Mose. Nel 2014 ci sono stati 189 eventi, moltiplicati per i circa 10mila euro di energia che servirebbero (secondo i calcoli del Consorzio) per ogni bocca di porto fa quasi due milioni».
Ma non è questo il punto.
«Durante l’anno – aggiunge – ma soprattutto da aprile a novembre – il porto del Lido è attraversato per due volte da 550 navi da crociera, 300 catamarani ad alta velocità, almeno 200 yacht oltre ad altre grandi unità di tonnellaggio però inferiore. Questo non vale solo oggi, ma varrà anche quando sarà stato approntato il diversivo per far arrivare le navi in Marittima. Le navi inferiori alle 40mila tonnellate – precisa – continueranno a passare per quella bocca di porto e l’operatività non può essere ridotta. Per questo chiediamo al Consorzio una maggior attenzione rispetto a quella finora dimostrata nei confronti degli operatori portuali».
Tra gli oggetti di contenzioso c’è anche il mancato riconoscimento dei sovracosti per gli armatori dovuti alla posa dei cassoni. Mentre c’è stato un risarcimento per la bocca di Malamocco, per i disagi subiti dalle navi che dovevano entrare tra il Lido e Chioggia il Consorzio non ha accettato nessuna presa a carico.
Michele Fullin
LA PROPOSTA – Boato: «Con poca spesa si può isolare la Piazza»
Ci sarebbe una ricetta semplice e poco costosa per tenere all’asciutto piazza San Marco, ma nessuno finora l’ha voluta prendere in considerazione. Il professor Stefano Boato, una vita passata in nome della salvaguardia di Venezia, ricorda un progetto presentato anni fa che oggi potrebbe essere, per così dire, ripescato senza dover ricorrere ad eccessive chiusure del Mose.
«L’insula di piazza San Marco – spiega – è in parole semplici un “catino” già parzialmente chiuso alle acque alte. Tutta la zona del Molo è stata portata a 115 centimetri, per cui si tratterebbe di pareggiare quella quota una decina di metri in bacino Orseolo e in rio delle Procuratie. Poi, sarebbe sufficiente installare delle valvole senza ritorno alle vecchie condotte fognarie e di scarico dell’acqua e questa non entrerebbe più in piazza. Per l’acqua piovana sarebbe sufficiente una pompa o un sistema di pompe. Nulla a che vedere con le mastodontiche opere ipotizzate come la membrana e il rifacimento delle condotte che come Ministero dell’Ambiente assieme alla Soprintendenza siamo sempre riusciti a bloccare dopo scontri frontali con il Consorzio».
Vista la disponibilità del Consorzio a discutere (almeno con i commercianti della piazza) , Boato lancia lì un’altra ipotesi di lavoro, portata avanti con voluminosi studi negli anni Novanta per conto del Ministero dell’Ambiente.
«Si possono eliminare le acque medio-alte per le parti basse di Venezia con il riequilibrio idraulico e fisico della laguna – spiega – in particolare riducendo la profondità alle bocche di porto da 14 a 8-9 metri, soprattutto a partire da quella del Lido otterrebbe una riduzione delle punte di marea mediamente di 20,2 cm che combinata con le difese verticali a insula (a Piazza S.Marco e a Rialto) può ridurre il numero degli allagamenti mediamente ad un evento ogni 5-6 anni per una durata media di 2 ore e 40 minuti e una altezza massima di 9,1 cm. Questo affermano le relazioni del Ministero dell’Ambiente del 1999-2000».
M.F.