Nuova Venezia – Arsenale e Bacini “liberati” dal Mose
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
7
gen
2015
Progetto operativo all’attenzione dei commissari: il trasloco delle paratoie a Marghera. Si risparmierebbero 25 milioni
Arsenale “liberato” dal Mose. Una richiesta che la città avanza da tempo, e che adesso potrebbe diventare realtà. Negli ultimi atti firmati prima di lasciare il posto ai commissari, il presidente del Consorzio Venezia Nuova Mauro Fabris ha avanzato la proposta di traslocare la manutenzione delle paratoie, lasciando libera la parte Nord dell’Arsenale e i tre Bacini di carenaggio.
Progetto che non aveva soltanto lo scopo di “riappacificare” il clima con la città dopo gli scandali e l’inchiesta. Ma anche un effetto molto più pratico di risparmio. Solo per le infrastrutture necessarie ad attrezzare i bacini sono stati previsti 10 milioni di spesa, più altri 15 per la manutenzione annuale degli impianti.
E nel nuovo progetto c’è anche il dimezzamento delle linee di manutenzione. In origine, quando non c’era problema di spesa, erano previste doppie, con l’acquisto di due navi jack-up del costo di 55 milioni di euro l’una. Adesso la manutenzione potrebbe essere spostata a Marghera, nell’area ex Pagnan già bonificata due anni fa e utilizzata per le operazioni di movimentazione dei cassoni e delle prime paratoie.
Oppure, questa è la novità, nel cantiere di Santa Maria del Mare, da novembre chiuso dopo l’affondamento di tutti i grandi cassoni di calcestruzzo che erano stati costruiti nell’area antistante la spiaggia. Se le paratoie saranno smontate e trasportate a Marghera – oppure a Santa Maria del Mare – sarà evidente anche il risparmio per gli spostamenti via acqua. Ma soprattutto sarà possibile liberare un’area monumentale – e l’area Nord, da sempre destinata alla cantieristica e alla produzione navale – per restituirla alla città. Il Bacino medio, quello centrale, è stato restituito al Comune, anche il Bacino grande potrebbe tornare alla città. Che potrebbe allestire lì produzioni compatibili con il luogo, riunificando l’intero complesso monumentale.
Decisioni che adesso spettano ai due commissari nominati dal prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, su proposta del presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone, cioè Luigi Magistro e Francesco Ossola. Che dovranno ora, dopo la pausa natalizia, anche decidere su come funzionerà la “Consulta delle aziende”, organismo espressamente previsto nell’ordinanza del prefetto del 4 dicembre scorso.
Il provvedimento dispone la gestione straordinaria del Consorzio finalizzata al “compimento dell’opera”. I due commissari, l’ex direttore delle Dogane Magistro e l’ingegnere torinese Francesco Ossola, resteranno in carica fino a “collaudo avvenuto”. E dovranno prendere provvedimenti “per la gestione delle attività oggetto di concessione”, cioè il Mose. Assicurando però, conclude il provvedimento “forme di raccordo e coordinamento tecnico con le imprese per l’esecuzione delle opere”.
A differenza dell’Expo di Milano l’Autorità anticorruzione non ha insomma commissariato le imprese del Mose (Mantovani, Fincosit, Mazzi) ma il Consorzio. E non ha nemmeno messo in discussione l’opera, nonostante le sollecitazioni e gli esposti di comitati e associazioni, che hanno chiesto una revisione attenta delle autorizzazioni rilasciate dopo la scoperta della corruzione diffusa di politici e funzionari. Ora l’inchiesta Mose coinvolge anche l’Arsenale. Se i commissari vorranno potrebbe essere “liberato” dal Mose.
Alberto Vitucci